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 2016  marzo 14 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Gira sempre più insistente la voce che il Pd si sta spaccando.

Come mai?
Tutto è cominciato con l’intervista di Massimo D’Alema al Corriere della Sera e con il video dei presunti brogli napoletani. Poi hanno continuato Renzi e Bersani.  

Che cosa ha detto D’Alema?
«Il Pd versa in una condizione gravissima e la classe dirigente reagisce insultando e calunniando. Il quadro è estremamente preoccupante. C’è una crisi della democrazia. Il Pd è finito in mano a un gruppetto di persone arroganti e autoreferenziali. Bassolino denuncia un mercimonio. Produce video che lo provano. E il presidente del partito, con il vicesegretario, rispondono che il ricorso è respinto perché in ritardo? Ma qui siamo oltre l’arroganza. Siamo alla stupidità. [Le primarie] hanno perso ogni credibilità. Sono manipolate da gruppetti di potere. Sono diventate un gioco per falsificare e gonfiare dati. A destra viene riconosciuto a Renzi il merito di aver distrutto quel che restava della cultura comunista e del cattolicesimo democratico. Ma così ha reciso una parte fondamentale delle radici del Pd. Ha soffocato lo spirito dell’Ulivo. Renzi somiglia più a Berlusconi che all’Ulivo. Anche la sua riforma elettorale si ispira a quella di Berlusconi. Molti elettori ci stanno abbandonando. Vedono un gruppo di persone che ha preso il controllo del Paese, alleandosi con la vecchia classe politica della destra. Mi fanno ridere quelli che lanciano l’allarme sul partito della Nazione; il partito della Nazione è già fatto, è già accaduto. Lo schema mi pare evidente: approfittare della crisi di Berlusconi per prenderne il posto». A questa intemerata, D’Alema aggiunge il disprezzo per il candidato che ha vinto le primarie a Roma, cioè Roberto Giachetti, primo col 70 per cento dei consensi. Invece, a parer suo, la candidatura di Massimo Bray, dalemiano di lunga data, «sarebbe quella di maggior prestigio per la capitale». Bray, ricordiamo, dovrebbe sostituire Stefanno Fassina come candidato delle formazioni che stanno a sinistra del Pd. Se questo schema passasse, D’Alema lavorerebbe per un concorrente avversario dell’uomo prescelto, attraverso le primarie, dal Pd. Non so che altro ci vorrebbe per sancire che D’Alema è fuori. Infatti dice anche: «Nessuno può escludere che, alla fine, qualcuno riesca a trasformare questo malessere in un nuovo partito».  

E i brogli napoletani?
Bassolino vuole rifare le primarie. Minaccia di candidarsi anche lui per conto suo. Il filmato che ha provocato questo caos è molto loffio, ma non c’è dubbio che respingere il ricorso con la motivazione che è arrivato in ritardo è cretino.  

Bersani che dice?
Sabato Renzi ha parlato alla scuola di formazione del partito. Ha risposto a D’Alema sostenendo che si tratta di vecchi rancori e che il famoso ulivo è stato distrutto dagli stessi che lo hanno costruito. Su questo è saltato su Bersani, ieri, al termine di un convegno, o una convention, della minoranza del partito, quella che contesta Renzi su tutta la linea. Al termine dei lavori perugini è stato incoronato leader di quella corrente Roberto Speranza, che alla domanda sulla scissione ha risposto: «Noi non restiamo nel Pd, noi siamo il Pd. Non c’è più il Pd senza questo peezzo di partito». Speranza ha chiarito che a Perugia si sono poste basi per costruire l’alternativa alla segreteria di Renzi. Bersani inseguito dai cronisti in quanto rappresentante storico della cosiddetta ditta e sempre contrario alle scissioni alla fine ha dichiarato: «Sì, lo ammetto, mi sono arrabbiato molto, se mi toccano l’Ulivo... Se al corso di formazione politica vai a dire che la sinistra ha distrutto l’Ulivo, che abbiamo aiutato Berlusconi... Ricordo che il centrosinistra ha battuto tre volte Silvio Berlusconi e che, pochi o tanti voti che io abbia preso, Renzi sta comodamente governando con i voti che ho preso io. Non io Bersani, io centrosinistra». Poi: «Io, assieme ad altri -aggiunge l’ex premier - sto cercando di tenere dentro il Pd della gente che non è molto convinta di starci. A volte si ha l’impressione, invece, che il segretario voglia cacciarla fuori. Il segretario deve fare la sintesi, non deve insultare un pezzo di partito».  

Lo sa che non mi ricordo più che cos’è l’Ulivo?
Prodi e il governo del 2006-2008. Un’alleanza di una dozzina di partiti e partitini, vincitore alle elezioni per poche migliaia di voti, in maggioranza al Senato per due o tre seggi, che combinò molto poco, tant’è vero che Napolitano fu costretto a sciogliere la legislatura. Litigi continui, i ministri che sfilavano in corteo contro il governo. Meglio dimenticare. Del resto s’è Renzi è arrivato alla segreteria una ragione c’è: Bersani non riuscì a vincere le elezioni del 2013. D’Alema parla di masse di voti pronte a sostenere le formazioni di sinistra. Francamente, fino ad ora, e con un programma che anche Stefano Folli ha giudicato inconsistente, queste masse non si vedono proprio. (leggi)

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