VARIE 14/3/2016, 14 marzo 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - PUTIN SI RITIRA DALLA SIRIA
LASTAMPA.IT
Vladimir Putin ha annunciato di aver ordinato di iniziare da domani il ritiro delle forze armate russe dalla Siria. «Credo che la missione del ministero della Difesa russo e delle Forze armate russe in Siria sia terminata. Ho ordinato di iniziare il ritiro di gran parte dei nostri militari, a partire da domani», ha annunciato il presidente russo.
Continueranno però ad essere operative la base aerea di Hemeimeem, nella provincia di Latakia, e quella navale nel porto di Tartous.
«Spero che il ritiro russo dalla Siria dia un segnale positivo a tutte le parti coinvolte nel conflitto e serva ad aumentare il livello di fiducia di tutti i partecipanti al processo» di pace, ha auspicato il presidente russo. Il portavoce del Cremlino ha riferito che Putin ha già comunicato al telefono la sua decisione al presidente siriano Bashar al-Assad, il quale si è detto d’accordo. Il presidente siriano, aggiunge il Cremlino, si augura che i colloqui di Ginevra portino a risultati concreti.
Dopo aver annunciato il ritiro di gran parte delle Forze armate russe dalla Siria, Putin ha chiesto al ministro degli Esteri Serghei Lavrov un maggiore coinvolgimento diplomatico di Mosca nel processo di pace.
LA REPUBBLICA.IT
MOSCA - Il presidente russo, Vladimir Putin, ha ordinato al suo esercito di iniziare il ritiro della maggior parte delle forze russe dalla Siria, dicendo che l’intervento militare ha sostanzialmente raggiunto i suoi obiettivi: "Credo che la missione del ministero della Difesa russo e delle Forze armate russe in Siria sia terminata. Ho ordinato di iniziare il ritiro di gran parte dei nostri militari, a partire da domani", ha annunciato il presidente russo, che spera che questa decisione sia "una buona motivazione per dare inizio alle negoziazioni politiche tra le forze del Paese". Nessuna data è stata fornita come termine del ritiro.
Campagna lunga sei mesi. La decisione arriva dopo sei mesi dall’inizio della campagna aerea russa contro le formazioni terroristiche in Siria, avviata il 30 settembre dietro richiesta del presidente Bashar al-Assad.
Assad pronto ad avviare ’processo politico’. L’annuncio del presidente russo coincide con l’inizio dei colloqui di pace di Ginevra. Putin, che ha spiegato che l’inizio del ritiro è stato deciso proprio per facilitare lo svolgimento dei colloqui, ha dato istruzioni al ministero degli Esteri, Serghei Lavrov, di intensificare il coinvolgimento russo nell’organizzazione del processo di pace. Il presidente siriano Bashar al Assad, contattao telefonicamente dal numero uno del Cremlino, ha detto a Putin di "essere pronto a iniziare il processo politico nel paese al più presto possibile" ed entrambi hanno espresso la speranza che i negoziati a Ginevra possano produrre "effetti concreti".
Inversione di rotta. Il presidente russo e il capo del regime di Damasco hanno concordato che l’intervento militare russo in terra siriana ha "ribaltato la situazione" nella lotta ai terroristi sul terreno e sono entrambi convinti che l’azione di Mosca "ha disarticolato le infrastrutture dei militanti, infliggendo loro un considerevole danno". Stando a quanto ha riferito il ministro della Difesa, Serghei Shoigu, con la sua operazione militare in Siria la Russia è riuscita a interrompere l’approvvigionamento di risorse ai terroristi e a neutralizzare oltre duemila combattenti provenienti dalla Russia, tra cui 17 comandanti.
Tagliate risorse ai terroristi. Secondo il ministro, le forze russe hanno distrutto oltre 209 obiettivi legati alla produzione del petrolio e alla sua raffinazione, come anche oltre duemila mezzi per la consegna di prodotti petroliferi. Grazie alla azioni dell’aviazione di Mosca, ha detto ancora Shoigu, sono state chiuse le principali strade percorse per la consegna di idrocarburi dalla Siria alla Turchia. Il ministro, che ha riferito al presidente Putin i risultati conclusivi dell’operazione siriana, ha poi aggiunto che si è riusciti a fermare completamente l’approvvigionamento di risorse dei miliziani: "In generale, con il sostegno della nostra aviazione, le truppe siriane hanno liberato 400 aree abitate e oltre 10.000 chilometri quadrati di territorio", ha spiegato.
Restano basi militari... Continueranno ad essere operative la base aerea di Hemeimeem, nella provincia di Latakia, e quella navale nel porto di Tartous, per controllare il rispetto del cessate il fuoco in vigore dal 27 febbraio scorso. Le basi opereranno d’ora in poi in regime di ’routine’.
...e la fornitura di armi. Mosca "non rinuncerà agli impegni presi per quanto riguarda la fornitura di armi e tecnica all’esercito di Damasco come anche alla formazione di specialisti" militari, ha chiarito il capo del comitato per la Difesa e la sicurezza al Consiglio della Federazione (il Senato russo), Viktor Ozerov, come riferisce Ria Novosti. A suo dire, "grazie all’aiuto dell’aviazione russa il governo siriano ora ha la possibilità di affrontare i terroristi con le proprie forze".
Usa: "Visionati i rapporti su ritiro".
Gli Stati Uniti hanno visionato i rapporti relativi alla decisione di Mosca di ritirare gli aerei russi dalla Siria, ha confermato il portavoce della Casa Bianca, Mark Stroh. "Li abbiamo visti poco fa. Se dovesse esserci qualcosa vi faremo sapere", ha affermato.
CORRIERE.IT
IL presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l’inizio del ritiro delle forze russe dalla Siria affermando che gli «obiettivi sono stati raggiunti». Vladimir Putin spera che l’inizio del ritiro delle truppe russe dalla Siria sia «una buona motivazione per dare inizio alle negoziazioni politiche tra le forze del paese»: secondo il leader russo, «l’efficiente lavoro» delle forze armate russe in Siria «ha creato le condizioni per far iniziare il processo di pace». L’operazione comincerà domani. Continueranno ad essere operative la base aerea di Hemeimeem, nella provincia di Latakia, e quella navale nel porto di Tartous, che opereranno d’ora in poi in regime di «routine» per monitorare la tregua. Anche i militari russi che resteranno in Siria vigileranno sulla tenuta del cessate-il-fuoco. Dopo aver annunciato il ritiro, Putin ha chiesto al ministro degli Esteri Serghei Lavrov un maggiore coinvolgimento diplomatico di Mosca nel processo di pace. Ciò nonostante, Mosca «non rinuncerà agli impegni presi per quanto riguarda la fornitura di armi e tecnica all’esercito di Damasco come anche alla formazione di specialisti» militari, come ha riferito il capo del comitato per la Difesa e la sicurezza al Consiglio della Federazione (il Senato russo), Viktor Ozerov. A suo dire, «grazie all’aiuto dell’aviazione russa il governo siriano ora ha la possibilità di affrontare i terroristi con le proprie forze».
Il colloquio con Bashar al Assad
Putin ha informato subito dopo il presidente Bashar al Assad della decisione di ritirare le forze russe dalla Siria: una conversazione telefonica durante la quale i due leader non hanno parlato del destino del capo del regime di Damasco, ma hanno concordato che l’intervento militare di Mosca in Siria ha «ribaltato la situazione» nella lotta ai terroristi sul terreno. Lo riferisce il Cremlino, aggiungendo che secondo i due presidenti l’intervento russo «ha disarticolato le infrastrutture dei militanti, infliggendo loro un considerevole danno». Il presidente siriano dal canto suo si è augurato che i colloqui di Ginevra portino a risultati concreti e ha annunciato di «essere pronto a iniziare il processo politico nel paese al più presto possibile». Anche se il ministro Lavrov ha anticipato che i colloqui sulla Siria in corso a Ginevra «non sono semplici».
Il bilancio
In cinque anni di guerra, secondo il bilancio di Oxfam, la guerra in Siria ha causato oltre 50 mila vittime, la distruzione parziale o totale di oltre 200 mila abitazione (che ha costretto oltre un milione di persone ad abbandonare le proprie case), 12 milioni di persone - la metà della popolazione siriana - costretta a dipendere dagli aiuti umanitari, 500 mila civili costretti a vivere sotto assedio, 2 milioni di bambini che non possono andare a scuola. Nelle trattative per la pace, l’intervento militare russo è stato più volte criticato a livello internazionale per l’appoggio al regime di Bashar al Assad e la guerra in Siria è diventata nel tempo terreno di scontro tra grandi potenze. Ma oggi Mosca, nell’annunciare il ritiro, rivendica i suoi successi. Secondo quanto ha riferito oggi a Vladimir Putin il ministro della Difesa Serghei Shoigu, le forze russe hanno distrutto oltre 209 obiettivi legati alla produzione del petrolio e alla sua raffinazione, come anche oltre duemila mezzi per la consegna di prodotti petroliferi. Stando al ministro, grazie alla azioni dell’aviazione di Mosca sono state chiuse le principali strade percorse per la consegna di idrocarburi dalla Siria alla Turchia. Il ministro, che ha riferito al presidente Putin i risultati conclusivi dell’operazione siriana, ha concluso che con la sua operazione militare in Siria la Russia è riuscita a interrompere l’approvvigionamento di risorse ai terroristi e ha eliminato in Siria oltre 2000 «banditi» provenienti dalla Russia, «inclusi 17 comandanti di campo».