Corriere della Sera, 14 marzo 2016
Berlusconi è sempre più convinto di Bertolaso
Dovevano mettere la parola «fine» sullo psicodramma della candidatura a sindaco di Roma, che nel centrodestra è fatta di veti incrociati, ripensamenti, «papabili» che compaiono e scompaiono nello spazio di un mattino.
E invece, al termine della due giorni di «gazebarie», o «bertolasarie» (una sorta di plebiscito con un unico nome in campo), più che i numeri diffusi da Forza Italia – 45 mila, dicono – tutto resta come venerdì sera, prima che i gazebo si aprissero. Guido Bertolaso, allo stato attuale, è il candidato solo di Silvio Berlusconi che lo ha scelto, convinto a scendere in campo, sostenuto anche fisicamente ai gazebo nella Capitale sia sabato che domenica: «Noi andiamo avanti con Bertolaso, non ci sono altre ipotesi: vedano Meloni e Salvini cosa vogliono fare», fa sapere l’ex premier. Tanto che Bertolaso accelera: «Chiedo al prefetto di anticipare la data del voto (rispetto a quella vociferata del 5 giugno, ndr ): Roma è in emergenza». Il risultato delle consultazioni lo ha galvanizzato: «Ci sono 45-50 mila romani con me, che hanno detto sì al mio programma “Tolleranza zero contro il degrado”». E un ticket con Giorgia Meloni? «Improponibile».
Ma, rispetto a due giorni fa, nulla è cambiato sul fronte degli «alleati», in una coalizione sempre più dilaniata. Matteo Salvini non si smuove di un millimetro: «No a Bertolaso. In qualunque città, non solo Roma, una persona che pensa che gli zingari vadano aiutati e che invece di sgomberare i campi rom vuole risolvere il problema togliendo i cassonetti dalle strade non può essere sostenuto dalla Lega e da Noi con Salvini». Il leader leghista rilancia: «Se invece Giorgia Meloni decidesse di candidarsi noi la sosterremo».
Ma nemmeno la leader di FdI, dopo la burrascosa telefonata con Berlusconi di venerdì scorso, fa un passo indietro: «Bertolaso – dice Meloni – può essere un buon candidato e un buon sindaco se riesce a unire le forze di centrodestra. Se vince le perplessità che ancora diverse persone hanno, Fratelli d’Italia sarà con lui come lealmente ha fatto dall’inizio. Se si presta a strumentalizzazioni che forse sono utili a tutelare un partito ma che sicuramente danneggiano i romani, allora saremo costretti a fare scelte diverse». Meloni poi aggiunge: «Chiedo per domani (oggi, ndr ) un incontro urgente a Berlusconi e Salvini. Metto sul tavolo anche la mia candidatura». La famosa «extrema ratio», per tenere unita la coalizione.
La possibilità di un ticket, con Meloni candidata e Bertolaso vice o city manager? L’ex Protezione civile non ci sta: «Siamo su due piani diversi. Il city manager esegue la linea politica del sindaco. Io ci metto la faccia». E lui pare ormai disposto ad andare avanti: «Possiamo farlo anche senza la Lega. Salvini, col suo agire contro la Capitale, ha stimolato la reazione di molti romani. Lo dobbiamo ringraziare». Guido, intanto, ringrazia una sola persona: «Colui che ha avuto questa idea. Se lo incontra mia moglie succede Caporetto... ma è stato quello che mi ha strappato alle mie vicende personali e mi ha spinto a questa avventura. Ovviamente è Silvio Berlusconi... Quando si mette in testa una cosa è difficile fargli cambiare idea».
L’ex premier pare sempre più determinato: «Quando arriverà un politico che mi dice «voglio essere io al posto di Bertolaso» lo guarderò e gli riderò in faccia. E gli dirò: «Mi vengono i brividi a pensare che tu, che non saresti capace di amministrare un’edicola, saresti sindaco di una città come Roma». Perché, dice Berlusconi, «l’unica rottura è tra gli uomini d’azione come me e Guido e i politici di professione...». Immaginare con chi ce la possa avere, non è difficile.