
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Siamo tutti molto impressionati dalla storia delle ultime due giovani donne ammazzate dai loro altrettanto giovani uomini, a cui pareva impossibile di essere abbandonati. Ma ancora più impressionante è la sequenza degli ultimi delitti di cui si sono occupati i giornali, parlo dei delitti in cui l’assassino è un italiano.
• Sono molti?
Quindici giorni fa a Cerignola, in provincia di Foggia, un Vito Calefato di 33 anni, precedenti per spaccio, si sente dire dalla sua nuova fidanzatina polacca (17 anni) che ha trovato lavoro in un’azienda ortofrutticola di San Ferdinando di Puglia, questo significa che potrà uscire di casa da sola, la cosa gli pare intollerabile e quindi la ammazza nel garage di casa con un colpo di 7,65 e poi si spara alla testa. Il giorno dopo si viene a sapere la storia incredibile di Gaetano De Carlo, 55 anni, pugliese anche lui, ma attivo a Bergamo, dove faceva il carrozziere. Un professionista dello stalking, che non ammettendo di essere stato piantato va a cercare due sue ex amanti e le ammazza tutte e due, una a Torino e l’altra a Cremona, a poche ore di distanza, e con la stessa pistola si toglie poi la vita. C’è poi la storia terribile di Ugento, in provincia di Lecce: un giovane di 25 anni, Gianpiero Mele, fresco di laurea in Economia, ha sgozzato il figlio di due anni per vendicarsi della madre del bambino che lo aveva lasciato. E che dire del tizio di Catania, che non sopportando di essere sfottuto per delle pretese corna, riduce in fin di vita due persone? Infine il doppio delitto dell’altro giorno, due ragazzi di ventotto anni che hanno ammazzato le loro donne perché non sopportavano di essere abbandonati.
• Non ci sono storie alla rovescia, cioè uomini che lasciano donne e queste si vendicano uccidendoli?
Negli ultimi quindici giorni non ci sono donne che abbiano ammazzato uomini. Gli unici casi in cui ci sono delle vittime-maschio sono dei suicidi. Anzi: nel periodo considerato (dal 17 giugno a oggi) non risultano – almeno sulla grande stampa nazionale – suicidi femminili. Questa piccola ricerca, per nulla scientifica, trova conferma però nei dati nazionali: negli assassinii sette volte su dieci le vittime sono donne e l’omicida è il loro partner o comunque un parente. Le statistiche ci dicono anche che la maggior parte dei delitti in famiglia avviene al Nord, nei comuni piccoli e medi (dati Eures-Ansa). I due ultimi casi confermano.
• Dove sono successi?
Il primo a Oleggio, in provincia di Novara. Simona Melchionda esce di casa domenica 6 giugno, verso le 23.30, e non ritorna più. I genitori fanno affiggere manifestini sui muri della città, i carabinieri interrogano tutti, interviene anche Chi l’ha visto?, ma del mistero non si viene a capo. Si scopre dopo un mese che l’ha ammazzata il fidanzato, un carabiniere in servizio di nome Luca Sainaghi, ventottenne. Costui aveva fatto un figlio con un’altra donna. Simona, saputa la cosa, l’aveva piantato immediatamente. Sainaghi – un uomo di carattere debole, che faceva sempre quello che gli dicevano le sue due donne – è uscito dal tormento sparando a quella che aveva deciso di chiudere.
• E l’altro caso?
A Pandino, vicino a Cremona. Un Riccardo Ragazzetti, anche lui ventottenne, autista in un’azienda alimentare, lasciato a marzo dalla sua Debora (Debora Palazzo, 25 anni, stavano insieme da quattro anni) prima finge con tutti che il fatto non sia avvenuto e mostra persino la casa dove presto andrà a vivere con il suo amore. Poi, dato che lei non cambia idea, pianifica con cura la morte di entrambi: lascia una lettera ai genitori in cui spiega che cosa si dovrà fare, dopo, della macchina, dei mobili di casa, dei conti da saldare; va a comprare una Glock calibro 9 da 600 euro; cena in famiglia e prima di uscire prega di svegliarlo l’indomani alle sette; va infine ad aspettare Debora sotto la casa di un’amica. Quando è tutto finito, telefona al fratello: «Ho combinato un casino, non dire niente a mamma». E si spara, vicino alla donna che ha finito con un colpo in testa.
• Non sono storie antiche? Non è sempre successo, che si uccidesse e ci si uccidesse per amore?
Si sperava che intanto il maschio italiano fosse cresciuto. Che l’emancipazione femminile, cioè la libertà della donna di vivere la propria vita come le sembra giusto e di lasciare gli uomini di cui si è stancata, non avrebbe provocato, in tanti uomini, una perdita così totale di se stessi, un abbandono così tragico (e quando non è tragico, è ridicolo) alla disperazione. I dati sullo stalking che pubblichiamo qui sotto – una pratica 8 volte su 10 tutta maschile – valgono più di qualsiasi commento. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 5/7/2010]
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