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 2010  luglio 05 Lunedì calendario

«O mia o di nessun altro»

• Una sequenza impressionante di delitti commessi da uomini abbandonati dalle loro donne fa dubitare della modernità del Paese e della maturità dei maschi italiani. Ecco a Cerignola (Foggia) un Vito Calefato di 33 anni che ammazza la fidanzatina polacca diciassettenne perché non vuole che vada a lavorare. A Bergamo, il carrozziere Gaetano De Carlo, di 55 anni, un professionista dello stalking, uccide prima una sua ex di Torino e poche ore dopo (il tempo del viaggio) un’altra sua ex di Cremona (si è infine tolto la vita a sua volta). A Ugento, in provincia di Lecce, un Gianpiero Mele sgozza il figlioletto di due anni per farla pagare alla compagna che l’ha piantato. A Catania un Andrea Rizzotti di 56 anni spara a un mafioso che, alludendo ai suoi guai sentimentali, andava tutti i giorni a fargli il gesto delle corna (qui una donna di 34 anni, colpita alla spina dorsale per sbaglio, rischia la paralisi). C’è poi la storia del carabiniere di 28 anni che il 6 giugno a Oleggio ha ammazzato la donna che voleva lasciarlo e ne ha buttato il corpo nel Ticino, partecipando poi per un mese alle indagini. E quella di Pandino, vicino a Cremona: qui un Riccardo Regazzetti, 28 anni, autista, l’ha aspettata sulla porta di casa di un’amica, poi l’ha portata in un parcheggio vicino al cimitero, le ha sparato in testa e infine si è tolto la vita. Il biglietto lasciato ai posteri è quello che si legge da sempre: «O mia o di nessun altro». [Giorgio Dell’Arti]