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 2010  luglio 05 Lunedì calendario

UNIVERSIT, MILANO FA L’EN PLEIN

I tre atenei del capoluogo lombardo in testa alle classifiche
Milano, tre tituli. La citazione di Mourinho, perfetta per le glorie calcistiche interiste, va bene anche per il Rating degli atenei, in edicola da martedì 6 luglio con la Guida all’Università 2011 di Campus di cui anticipiamo, in esclusiva, il risultato.
Secondo la speciale classifica delle 77 università pubbliche e private (alla settima edizione), tre atenei milanesi guidano le rispettive categorie: Statale, prima fra gli istituti con più di 50 mila studenti, Politecnico, numero uno fra quelli tecnici, e San Raffaele, leader nell’area sanitaria.
Un quadro che ribalta completamente quello dello scorso anno, nel quale la vicina Torino primeggiava con la Statale fra i megatenei e il Politecnico nella sua categoria.
Dunque, nelle big per popolazione, l’ateneo meneghino retto dal presidente Conferenza dei rettori, Enrico Decleva, ottiene il voto migliore, con 95,85 su 110.
La Ca’ Granda migliora le performance dei propri studenti, ottiene un voto medio-alto nella voce docenti (25,32 su 30) e cresce anche nell’internazionalizzazione, dove, con 28,62, risulta ai vertici assoluti. Alle sue spalle d’un soffio, c’è Padova (95,72), seconda anche lo scorso anno, quindi Bologna (95,59), che migliora di una posizione, assieme a Firenze, che ottiene lo stesso avanzamento, con un 92,44 finale.
Scivola invece al quinto posto, la Statale di Torino, leader della scorsa edizione. L’ateneo, che pure vanta un voto sugli sbocchi professionali migliore di quelli che lo procedono (26,22), risulta penalizzato dalla valutazione studentesca che, nel suo insieme, è la più bassa di questa categoria (22,88).
Stabile La Sapienza di Roma, sesta come lo scorso anno, con 91,92 ma con la soddisfazione di ottenere il miglior voto sulla valutazione studentesca (26,33), dopo quello di Firenze, cui va la palma del gradimento fra le big con 26,57.
Seguono, nell’ordine, le università con voto inferiore a 90: la napoletana Federico II (84,62), Pisa (81,58) e, maglia nera nel gradimento degli studenti, Bari (80,90) con le siciliane Catania (81,58) e Palermo (80,90) a chiudere la lista.
A zavorrare le performance degli atenei meridionali il dato sul lavoro, in cui cedono mediamente 2-3 punti a quelli del Centronord. La forbice con la vetta sfiora in alcuni casi i 15 punti, segno non sono solo i problemi occupazionali del Sud a penalizzarli.
Spostandosi nel girone degli atenei di media popolazione (fra 15 e 50 mila studenti), Trento trionfa con un 99,33 e conferma la sua straordinaria regolarità: seconda lo scorso anno e sempre ai vertici nelle cinque edizioni precedenti. L’università governata da Davide Bassi - prima nel 2009 anche nell’assegnazione dei fondi ministeriali di merito - ottiene il secondo miglior risultato sul placement (27,5) in assoluto e ottimi voti su strutture e ricerca. Battuta sul filo di lana Pavia (99,33), che guadagna sei posizioni sullo scorso anno. Seguono Cattolica, Modena-Reggio e Siena.
Il gruppone dei 37 atenei di medie dimensioni vede in coda, sotto quota 80, una pattuglia di università meridionali guidate dalla cosentina Università della Calabria, che pure figura fra le fondatrici di Aquis, l’associazione per la qualità nell’istruzione universitaria e considerata il club degli atenei eccellenti, scientificamente e per quadro finanziario.
Fra le piccole università, consueto exploit di Bolzano, con 106,41, insidiata quest’anno da Aosta, a quota 102,77, entrambe avvantaggiate dallo statuto speciale di provincia e regione di appartenenza, inserite nella governance stessa delle amministrazioni, con le risorse aggiuntive che ne derivano.
Fra i politecnici, la classica Milano-Torino si chiude a favore della prima, 99,20, sulla seconda, 96,25, malgrado il «Polito» risulti molto più amato dagli iscritti del «Polimi»: 27,15 contro 21,54. Confronto, peraltro, che potrebbe finire presto, visto l’interesse del neorettore milanese Giovanni Azzone al progetto di fusione dei due atenei, lanciato dal suo omologo, Francesco Profumo.
Regina degli atenei economici si conferma la Bocconi, «iperperformante» in tutte le aree e con un 110 finale spinto dal rendimento degli iscritti e dai 30 in internazionalizzazione e lavoro. Unica area su cui il rettore Guido Tabellini pare dover lavorare è la valutazione studentesca: il 22,72 è uno dei voti più bassi d’Italia. Segue, ma con un notevole miglioramento sulla scorsa edizione, la Luiss, che chiude a quota 103,58.
Fra gli atenei dell’area linguistica, impresa della piccola S. Pio V di Roma, che regola la milanese Iulm, pure in ascesa, grazie al risultato più alto nella valutazione studentesca: record nazionale con 29,96.
Il rating di Campus, che utilizza solo dati da fonti ufficiali - dal ministero al Comitato nazionale per la valutazione, dall’Istat ad AlmaLaurea - quest’anno ha inserito massicciamente i risultati che emergono dai questionari studenteschi di rilevamento-qualità, raccolti dai nuclei di valutazione degli atenei. I giudizi degli iscritti diventano un’area a sé nella classica e incidono sulle voci strutture e docenti. Nove le aree prese in esame, per complessive 37 sottovoci e 2.849 dati considerati.
Il meccanismo di voto è mutuato completamente da quello della carriera universitaria: i 180 crediti che, nell’attuale ordinamento scandiscono il cammino verso la laurea di primo livello, sono stati suddivisi per le aree esaminate, attribuendo loro un diverso peso a seconda dell’importanza nella valutazione finale. Si passa dai 50 crediti attribuiti al lavoro, l’esame più difficile, fino ai 15, assegnati alla valutazione studentesca.