Alberto Arbasino, la Repubblica 5/7/2010, 5 luglio 2010
CORSIVI
Le periodiche note sul Premio Strega ripropongono da decenni le regolari differenze fra i giovani attuali e i vecchi d´una volta. Con tutte le distinzioni dovute al crescente influsso delle scuole americane di scrittura ed editing commerciale. Nonché alla diffusione della lingua dei messaggini. Con la diffusa pratica del «non ho capito» e «famme capì» aggressivo in epoca di zombi, al posto della famosa Alienazione.
Grande proliferazione di crisi e metafore: coppie in crisi, intellettuali in crisi, famigliole in crisi. E ivi, tra l´angolo-cottura e il posto motorino, qualunque tormentone può ritenersi una metafora della vita, della realtà, della stronzaggine, della crisi stessa. E accanto, monologhi molto impegnati e privati, lezioni di filosofia liceale, con musiche gratuite. E tanta «compassione» per le ghiottonerie di mitiche mamme e nonne e zie.
Viene così da chiedersi: dopo aver visitato alcune opere-pazienti e opere-clienti, un professionista serio dovrà mandare la parcella?