Alessandra Pieracci, La Stampa 5/7/2010, 5 luglio 2010
Sui pacchi postali c’era la dicitura «accessori informatici» o «libri». Dentro c’erano 140 tartarughe rare con zampe e code avvolte da nastro adesivo per imballaggio
Sui pacchi postali c’era la dicitura «accessori informatici» o «libri». Dentro c’erano 140 tartarughe rare con zampe e code avvolte da nastro adesivo per imballaggio. Erano destinate al mercato clandestino via Internet. Le hanno scoperte la settimana scorsa ad Alghero gli uomini della Dogana e della Guardia Forestale. Tra gli animali sequestrati, oltre alla Testuggine greca e a alla Testuggine di Hermann, anche esemplari della rara Testuggine marginata (Testudo marginata), presente quasi esclusivamente in Sardegna, che può raggiungere sul mercato clandestino quotazioni di 1.000 euro in Germania e addirittura di 5.000 in Giappone. Dietro il traffico, c’era un’organizzazione diretta da un gruppo di palermitani specializzati nell’esportazione in Tunisia di automobili rubate e nell’importazione di tartarughe terrestri minacciate d’ estinzione. Il commercio internazionale di animali esotici - mettendo insieme l’import-export di specie ammesse e proibite – raggiunge un giro d’affari globale, stimato, dalla sezione «Traffic» del Wwf inglese, intorno ai 160 miliardi di dollari l’anno, di cui 25 miliardi riconducibili al traffico illegale, secondo solo a droga e armi. Il Fish and Wildlife Service degli Usa documenta come un terzo della cocaina sequestrata nel paese arrivi insieme con animali illegalmente esportati. Un’indagine condotta in Internet dall’Ifaw, il Fondo Internazionale per il Benessere degli Animali, ha rilevato, in una settimana, più di 9 mila inserzioni per la vendita di animali on-line. Secondo l’indagine dell’Ifaw il 70% delle inserzioni si riferirebbero alla vendita di specie protette, come per esempio la vendita di un gorilla a Londra e di una tigre siberiana e di quattro cuccioli di scimpanzé su un sito americano, esemplari imbalsamati di falconi pellegrini, leoni e antilopi tibetane. Secondo l’Eurispes, sono almeno 60 mila i rettili e 30 mila le tartarughe nelle case degli italiani; 110 mila gli uccelli esotici e tremila i grandi felini. Arrivano da Sud America (soprattutto Messico), Thailandia e Africa. L’Ufficio Traffic del Wwf, che tiene d’occhio il commercio mondiale di piante e animali selvatici, parla di 34 mila esemplari in arrivo ogni anno in Italia (nel 60% si tratta di vegetali). Il boom degli animali esotici alimenta il traffico sommerso gestito dalla malavita organizzata. Secondo il rapporto Zoomafie 2010 della Lav, gli introiti legati agli animali hanno raggiunto nel 2009 i tre miliardi, di cui 500 milioni frutto del commercio di fauna esotica importata in qualsiasi modo, nascosta nei doppifondi o spedita per posta. I più richiesti i pappagalli, che toccano anche i 10 mila euro, tartarughe e serpenti velenosi. «A Praga sono stati sequestrati diversi pappagalli, tra cui una rarissima specie che raggiunge un’apertura alare di un metro e mezzo» dice Marco Fiori, sovrintendente del Corpo delle Guardie Forestali che fa parte del Cites, il servizio nato per controllare l’applicazione della convenzione di Washington per la tutela di flora e fauna a rischio estinzione. Il Cites rilascia 50 mila certificazioni l’anno per mammiferi, uccelli, rettili viventi riprodotti in cattività, zanne e oggetti in avorio di elefante, articoli in pelle di rettile, confezioni realizzate con tessuti o pellicce pregiati, piante, legname delle foreste tropicali.