Annachiara Sacchi, Corriere della Sera, 5/7/2010, 5 luglio 2010
Ha tre ruote, è ultraleggero ( pesa trentaquattro chili), i suoi consumi sono bassissimi. Si chiama Apollo ed è firmato Politecnico di Milano: è il prototipo a energia solare che ha ottenuto il minore consumo di sempre nelle competizioni Shell Eco-marathon
Ha tre ruote, è ultraleggero ( pesa trentaquattro chili), i suoi consumi sono bassissimi. Si chiama Apollo ed è firmato Politecnico di Milano: è il prototipo a energia solare che ha ottenuto il minore consumo di sempre nelle competizioni Shell Eco-marathon. Mobilità sostenibile, vittoria dei cervelli dell’ateneo milanese a Rockingham, Gran Bretagna, la scorsa settimana. Il team «mecc Sun» del dipartimento di Meccanica (che fa capo alla facoltà di Ingegneria industriale) si è aggiudicato la Shell Eco-marathon UK Youth challenge. Ci sono voluti oltre due anni per arrivare a questo risultato. Riunioni, prove su strada, sul circuito di Monza, continui accorgimenti che hanno coinvolto dieci studenti tirocinanti, cinque laureandi, un dottorando-progettista. Ed ecco Apollo, un gioiello avveniristico che, sfruttando l’energia pulita del sole, percorre 796 chilometri con un chilowattora e batte, così, il primato finora detenuto dai francesi di «Solar Car Solutions» (665 chilometri al chilowattora). Per capirsi basta un paragone: se il prototipo fosse stato a benzina, avrebbe macinato 7.070 chilometri con un litro. Il talento dei ragazzi a servizio dell’ambiente. «Apollo – commentano gli esperti del Politecnico’ ha confermato caratteristiche eccezionali: abbiamo ottenuto un veicolo che utilizza la minor quantità di energia per percorrere la maggiore distanza possibile, producendo il minor tasso di emissioni». Tutti requisiti vincenti alla Shell Eco-marathon, l’appuntamento annuale che coinvolge giovani progettisti e studenti di formazione tecnica provenienti da tutto il mondo perché sviluppino nuovi approcci per una mobilità sostenibile. Gli (aspiranti) ingegneri del Politecnico ce l’hanno fatta. E a loro vanno i complimenti del rettore dell’ateneo milanese, Giulio Ballio: «Un primato che rende merito a un lavoro serio, in cui abbiamo creduto fino in fondo». Apollo in sintesi: struttura in carbonio, ruote in lega leggera, velocità media tra i venticinque e i trenta chilometri orari, un pannello solare da 650 millimetri per 900 (e ce n’è anche uno più piccolo se l’irraggiamento è buono), il finanziamento della facoltà di Ingegneria industriale, del dipartimento di Meccanica e della Fondazione Politecnico, la sponsorizzazione di tanti partner, da Siemens a Quattroruote, da Arval a Farnell. «L’obiettivo – spiega Giampiero Mastinu, ordinario di Costruzione di veicoli al Politecnico e coordinatore del team – è duplice: trovare finanziamenti che lancino questi progetti e, soprattutt o , dare a i ragazzi un know-how spendibile ovunque. Non è un caso che molti nostri laureati lavorino nelle più importanti case di Formula 1». Ma «mecc Sun» è soprattutto una scuola di vita: «Riteniamo fondamentale – continua Mastinu – che i giovani imparino a lavorare in squadra, a sacrificarsi per un obiettivo. A capire che con l’impegno e il sudore si vincono le sfide». Non solo formule o tecnicismi: «In una società dell’immagine come quella in cui viviamo – conclude il docente – noi del Politecnico insegniamo che con la fatica e la serietà si arriva lontano. E, posso assicurarlo, i nostri studenti hanno imparato la lezione».