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 2010  luglio 05 Lunedì calendario

[Scheda elezioni presidenziali polacche luglio 2010] Bronislaw Komorowski sarà il nuovo presidente della Polonia

[Scheda elezioni presidenziali polacche luglio 2010] Bronislaw Komorowski sarà il nuovo presidente della Polonia. Al ballottaggio il candidato di Piattaforma civica (Po) ha sconfitto lo sfidante Jaroslaw Kaczynski, candidato di Diritto e Giustizia (PiS) (corriere.it, 5/7/2010) Komorowski è eletto presidente con il 53,1 per cento dei voti contro il 46,9 di Jaroslaw Kaczynski. La Polonia volta pagina a quasi tre mesi dal disastro aereo di Smolensk. Un cambiamento apprezzato anche dalla Casa Bianca. «La resistenza e la determinazione manifestate dal popolo polacco di fronte alla tragedia restano motivo di ispirazione per il mondo intero» ha detto Obama che ha telefonato a Komorowski per congratularsi della vittoria. (Maria Serena Natale, Corriere della Sera 06/07/2010) Le elezioni presidenziali anticipate erano state convocate dopo la tragica morte del fratello gemello di Kaczynski, Lech, morto nella sciagura aerea di Smolensk il 10 aprile mentre con leader politici, economici e militari del paese si recava a rendere omaggio ai 22mila ufficiali polacchi fatti assassinare a Katyn da Stalin dopo l´attacco nazista-sovietico alla Polonia che nel settembre 1939 scatenò la seconda guerra mondiale. Ma quell´emozione non è bastata al PiS per far lasciare alla Polonia la scelta dell´europeismo. (Antonio Tarquini con Jan Gebert, la Repubblica 5/7/2010) Nonostante in Polonia buona parte dei poteri siano detenuti dal primo ministro, il presidente non ha un ruolo puramente simbolico: può porre il proprio veto sulle leggi ed ha anche voce in capitolo sulla politica estera. I buoni rapporti con il governo potrebbero dunque portare a un quadro politico più stabile, almeno nel breve periodo. Nell’autunno del 2011, infatti, i polacchi dovranno eleggere un nuovo parlamento e l’esito delle elezioni potrebbe cambiare nuovamente gli equilibri che si sono delineati nel corso di queste combattute presidenziali (Il Post, 5/7/2010). L’ex presidente Lech Kaczynski aveva usato il suo potere di veto 18 volte (Maria Serena Natale, Corriere della Sera 06/07/2010). Il 56,2% di affluenza è superiore a quella del primo turno del 20 giugno. Un segnale di maturità e impegno politico, specie da parte degli elettori naturali dei liberal di Po, cioè classi medie colte, giovani, ceti urbani. Le vacanze scolastiche infatti sono già iniziate, e qui come ovunque ceti medi e città partono in ferie più degli strati sociali svantaggiati e delle campagne, elettori naturali di Kaczynski. Ben 836mila polacchi in ferie estive hanno usufruito del diritto di voto all´estero (Antonio Tarquini con Jan Gebert, la Repubblica 5/7/2010). Nel derby tra due candidati di destra, i polacchi dovevano scegliere tra l’ombrello dell’Unione europea e del liberalismo e quello del nazionalismo euroscettico più conservatore [...] (Paolo Stefanini, La Stampa 5/7/2010). La nottata elettorale è stata caratterizzata da un’altalena di risultati. Dopo che Kaczynski aveva ammesso la sconfitta a seguito degli extil poll, a notte inoltrata i primi parziali capovolgono il verdetto: con il 51 per cento delle schede scrutinate Kaczynski balza al 50,4, Komorowski resta fermo al 49,6. Pietrificati gli ospiti della diretta di Polsat Tv sul palco montato davanti al palazzo presidenziale, davanti ai cancelli una piccola folla scandisce: «Jaroslaw, Polonia!» (Maria Serena Natale, Corriere della Sera 5/7/2010). Kaczynski ha dichiarato «Essere sconfitti ma non cedere, questa è la vera vittoria», citando una frase storica del grande eroe nazionale, il maresciallo Josef Pilsudski. Prima della morte di Kaczynski, Komorowski, che lo avrebbe sfidato alle presidenziali regolari previste per ottobre, era dato per favorito e probabile vincitore già al primo turno con oltre il 50%. L’incidente aereo costato la vita al capo dello Stato e la scesa in campo di Jaroslaw al posto del fratello morto, hanno ribaltato gli equilibri, consentendo a Kaczynski una rimonta straordinaria. Il primo turno il 20 giugno si era chiuso con Komorowski al 41,5% contro il 36,6%. Komorowski, europeista, era il favorito degli intellettuali, dell’elettorato urbano e probabilmente anche di molti leader Ue. La sua visione è per una Polonia ancorata nell’Europa con buoni rapporti sia con Germania che Russia, i due grandi «minacciosi» vicini. Kaczynski, anche se ultimamente si è sforzato di darsi un nuovo look più pacato e conciliante, è per una Polonia forte ma attenta ai deboli, determinata nella difesa degli interessi nazionali, sensibile alle istanze della Chiesa, «diffidente» verso Mosca e Berlino, e con un posto nel G20. (corriere.it, 5/7/2010) La Polonia resta quindi europeista e moderna. Ventun anni dopo la rivoluzione democratica che avviò la caduta del Muro di Berlino e dell´Impero sovietico Varsavia dà ancora una volta al mondo un segnale di speranza. E ignora consigli e preferenze della Chiesa [...]. La Commissione europea, Berlino, e anche Mosca, tirano un sospiro di sollievo [...] Il giovane premier liberal Donald Tusk, l´interlocutore preferito di Angela Merkel, Barack Obama e David Cameron nella "nuova Europa", adesso ha mano libera. Non deve più temere un ostruzionismo di un Kaczynski presidente alle sue riforme per modernizzare il paese, sostenere la già dinamica economica, continuare la sua marcia verso l´euro e la riconciliazione con Mosca (Antonio Tarquini con Jan Gebert, la Repubblica 5/7/2010). Komorowski è stato candidato da Piattaforma civica in seguito alla rinuncia del leader del partito, Donald Tusk, che ha preferito restare primo ministro. Dal 2007 Komorowski è capo del Sejm, la camera bassa del Parlamento polacco. Dallo scorso 10 aprile 2010, dopo la morte del presidente, era anche presidente ad interim. Negli anni del comunismo partecipò alle azioni dell’opposizione contro il regime ed è stato in prigione nel 1981 per sette mesi. entrato in parlamento nel 1991, con le prime elezioni democratiche, e da allora è sempre stato eletto con partiti di centrodestra, dall’Unione Democratica a Piattaforma Civica nel 2001 (corriere.it, 5/7/2010). Spiritoso e gioviale rampollo di un’antica famiglia polacca di partigiani e proprietari terrieri in Lituania dalla quale ha ereditato lo spirito aperto e un certo aristocratico distacco che in parte spiega il piglio poco combattivo dimostrato durante la campagna. Cattolico praticante (Maria Serena Natale, Corriere della Sera 5/7/2010) Ex ministro della difesa, storico di formazione, conte di origini, e militante nell’opposizione democratica ancor prima della fondazione di Solidarnosc nel 1980: per i polacchi, nel modo di dire comune, è semplicemente «il conte». Dopo Lech Walesa e Lech Kaczynski sarebbe il terzo presidente polacco che ha militato nelle file di Solidarnosc negli anni ”80. Nato il 4 giugno 1952 in una famiglia nobile originaria della Lituania, dopo la nascita di Solidarnosc ha lavorato come esperto del sindacato libero nella stessa struttura di Jaroslaw Kaczynski. Nel 1997 è entrato nell’Azione elettorale di Solidarnosc (Aws), il partito del premier Jerzy Buzek (1997-2001) per passare nel 2001 al partito dell’attuale premier Donald Tusk, Piattaforma Civica (Po). Dopo la vittoria del Po nel 2007, è diventato presidente del ramo basso del Parlamento (Sejm). Nel marzo scorso ha vinto col 68,5% le primarie nel partito contro il ministro degli esteri Radoslaw Sikorski per la candidatura alle presidenziali. Komorowski è sposato con Anna con cui ha cinque figli, tre femmine e due maschi. In campagna elettorale si è mostrato volentieri con la moglie e i suoi cinque figli, e con la sua passione per la natura, la caccia e le camminate (Jan Bernas, il Messaggero 5/7/2010) Komorowski era stato criticato per aver puntato su un’immagine troppo legata ai valori tradizionali di patria e famiglia, anacronistica e poco seducente, debole al confronto con la potente macchina organizzativa di PiS, il partito dei Kaczynski che poteva contare su un elettorato storicamente più stabile e motivato. La campagna di PiS era stata più incisiva e radicata sul territorio, spalleggiata dai settori oltranzisti della Chiesa cattolica raccolti intorno a Radio Maryja e sostenuta dai principali mezzi d’informazione. «La copertura dedicata a Komorowski è stata mediamente più negativa di quella riservata a Kaczynski e, nel primo turno, al post-comunista Napieralski » spiega Wojciech Mazowiecki, capo dell’organismo che ha monitorato i media negli ultimi mesi. (Maria Serena Natale, Corriere della Sera 5/7/2010) Eliminato il pericolo dell’ostruzionismo presidenziale, resta però la difficoltà di imporre misure dolorose su previdenza e sanità in vista delle elezioni amministrative e politiche del 2011, nuova occasione di rilancio per l’opposizione rinvigorita dal risultato di Kaczynski, che ha bruciato uno svantaggio iniziale di venti punti e raccolto otto milioni di voti (Maria Serena Natale, Corriere della Sera 6/7/2010) Aleksander Kwasniewski, il presidente che ha portato la Polonia nell’Ue e nella Nato, dopo aver fatto parte della leadership comunista, ha votato Komorowski: «Piattaforma civica è già divisa all’interno tra un’ala molto conservatrice e vicina alla Chiesa e una componente liberale. Komorowski appartiene alla prima per formazione, alla seconda per carattere. un perfetto uomo di centro, il che ne fa un politico forse non adatto alle grandi visioni e a suscitare forti emozioni, ma capace di compromesso. Una vittoria malgrado una campagna debole dimostrerebbe una grande forza politica. [...] PiS ha la possibilità di riorganizzarsi e capitalizzare il risultato, attraversava una crisi profonda ed è ancora difficile prevedere quale direzione imboccherà tra quella più aperta emoderata sostenuta da personalità come Joanna Kluzit-Rostowska e Pawel Poncjusz e figure reazionarie e pericolose come Jacek Kurski e Zbigniew Zjobro. Kaczynski resta un politico divisivo che ora avrà la forza per fare un’opposizione dura». Prudente l’Alleanza della sinistra democratica (Sld). Continua Kwasniewski: «io stesso gli ho consigliato prudenza al suo leader Grzegorz Napieralski. L’Alleanza potrebbe collaborare più facilmente con l’ala moderata di Piattaforma civica ma tra le due formazioni esiste un chiaro conflitto d’interessi. Il successo dei liberali alle elezioni del 2007 non si spiega senza il sostegno di parte dell’elettorato di sinistra, che ora l’Sld vuole riconquistare. L’anno prossimo Napieralski può anche puntare al traguardo del 20-25 per cento, di questi voti però il 7-8 per cento verrà da delusi di Po». (Maria Serena Natale, Corriere della Sera 5/7/2010). Ci si aspettava che Napieralski, arrivato il 20 giugno al terzo posto con un sorprendente 14%, invitasse i suoi sostenitori a convergere sul candidato della destra moderata. Invece ha lasciato libertà di voto e Kaczynski ha colto la palla al balzo, dichiarando il massimo rispetto per la sinistra socialista che non avrebbe mai più chiamato «comunista» (Luigi Geninazzi, Avvenire 4/7/2010) Bonanni: «La vittoria del liberale Komorowski alle elezioni presidenziali polacche è una notizia importante per l’Europa. Ma soprattutto è importante la sconfitta di Jaroslaw Kaczynski, il nazionalista anti-europeo appoggiato dalla Chiesa cattolica. Nonostante l’ondata emotiva provocata dalla morte del gemello Lech, il presidente scomparso in un incidente aereo, Kaczynski e la sua politica di risentimenti e di paure sono stati rifiutati dalla maggioranza dei polacchi. Questo mette l’Europa al riparo dalla politica dei veti che era stata propria dei Kaczynski. Ma soprattutto sembra indicare che la Polonia è decisa a restituire il proprio drammatico passato alla storia e ad abbracciare la logica della riconciliazione che è l’essenza dello spirito europeo. Chi invece non sembra orientata a cambiare è la chiesa cattolica. Nonostante continui a reclamare a gran voce il riconoscimento delle radici cristiane dell’Europa, il clero polacco non si è fatto problemi ad appoggiare uno delle più accanite personalità anti-europee la cui retorica è farcita di sentimenti anti-tedeschi e anti-russi. Se è questo lo ”spirito cristiano” dell’Europa, francamente se ne può fare a meno». (Andrea Bonanni, Europe-repubblica.it 5/72010) Jaroslaw Kaczynski aveva chiuso la campagna elettorale davanti al palazzo presidenziale, dove due mesi fa una lunga fila di persone sta­va in attesa per rendere l’e­stremo saluto al gemello Lech, morto nel disastro aereo di Smolensk. Bandiere di Soli­darnosc al vento, inno nazio­nale cantato a squarciagola di fronte alla grande croce di piazza Pilsudski, dita innalza­te a V in segno di vittoria. Sem­brava di essere tornati ai miti­ci anni Ottanta. [...] (Luigi Geninazzi, Avvenire 4/7/2010) Positive le reazioni europee, Nicolas Sarkozy si è detto «certo che queste elezioni permetteranno al Paese di affermare ancora il proprio ruolo in Europa», il neoeletto presidente tedesco Christian Wulff si è congratulato con Komorowski annunciando una visita a Varsavia per la prossima settimana. (Maria Serena Natale, Corriere della Sera 06/07/2010) Vedere anche intervista a Lech Walesa, Frammento 215973 e analisi di Enzo Bettiza, Frammento 216132