
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
«Bianca carissima, finalmente mi si presenta un’occasione di comunicare con l’Italia con una certa garanzia di arrivo a destinazione. Io non accompagno il latore della presente che viaggia con mezzi suoi solo perché le finanze non me lo permettono, ed inoltre perché il giorno del rimpatrio collettivo sembra prossimo. Come i pochi compagni italiani superstiti, io sono vivo per miracolo. Al momento in cui i tedeschi hanno abbandonato l’Alta Slesia, io ero convalescente di scarlattina nell’Ospedale di Monivitz con altri ottocento malati; pare che i tedeschi avessero ordine di ucciderci (come fecero altrove in altre circostanze) e forse non ne ebbero il tempo. Sono riuscito a sfamarmi alla meglio, per dieci giorni, sfuggendo a un tremendo bombardamento, poi il 27 gennaio, sono arrivati i russi…»
• Come mai questo ricordo di un tempo lontano? La persona che scrive, mi pare di capire, parla della Seconda Guerra Mondiale.
Sì, è Primo Levi che scrive a Bianca Guidetti Serra e parla del campo di concentramento, più esattamente di Auschwitz. Informa l’amica che l’inferno è finito, che forse sarà presto in Italia. Legga per favore i libri di Primo Levi, specialmente La tregua e Se questo è un uomo . Vi si racconta l’Olocausto – cioè lo sterminio di sei milioni di ebrei – col tono civilissimo di un uomo che conosce fino in fondo la ferocia umana e può parlarne quasi con il sorriso. Un sorriso che riassume la rassegnazione e annuncia la speranza. Le ho riportato questo piccolo brano per metterle sotto gli occhi la data citata da Primo Levi (che scrive sei mesi dopo): il 27 gennaio, cioè il 27 gennaio 1945, 65 anni oggi. Oggi è infatti il Giorno della Memoria, istituito con una legge dallo Stato italiano dieci anni fa per ricordare quella tragedia immane. Il 27 gennaio 1945, come racconta Primo Levi, arrivarono ad Auschwitz i russi e liberarono gli internati. Da quel giorno cominciò la scoperta degli orrori compiuti dai nazisti.
• Suppongo che la Giornata della Memoria preveda delle celebrazioni.
Sì. Una prima cerimonia s’è svolta ieri. A Milano, nei sotterranei della Stazione centrale, area est, sono stati collocati due vagoni di legno ed è stata posata la prima pietra del Memoriale della Shoah, settemila metri quadri che saranno dedicati, come ha detto il presidente della Fondazione Memoriale della Shoah, Ferruccio De Bortoli, «allo studio e allo scambio, per discutere, capire e meditare». I due vagoni in legno sono identici a quelli su cui vennero caricati tra il 1943 e il 1945 migliaia di ebrei destinati alle camere a gas. Ieri, dopo i discorsi del sindaco Moratti, del presidente della provincia Guido Podestà, del presidente della Regione Roberto Formigoni, dell’amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, ha preso la parola Liliana Segre, che all’epoca aveva 13 anni, e finì ad Auschwitz con la sua famiglia.
• Tutti morti?
Tutti morti. Liliana è l’unica sopravvissuta. Ascoltiamola: «A calci e pugni fummo caricati su un camion e portati alla stazione Centrale di Milano. La città era deserta. I milanesi non provarono pietà per noi come (invece) i detenuti di San Vittore: se ne restarono in silenzio dietro le loro finestre. Ricordo che il camion percorse via Carducci, e io che ero in fondo, all’incrocio con corso Magenta, scorsi la mia casa per un attimo […] Poi il camion attraversò la città, fino a imboccare il sottopassaggio di via Ferrante Aporti, e ci ritrovammo nei sotterranei della stazione, binario 21. (...) Nessuno di noi conosceva quei sotterranei, quel ventre nero della stazione Centrale. Migliaia di persone sono partite da quei binari e non hanno fatto ritorno». Era il 30 gennaio del 1944. Al binario 21 stavano ammassati 604 esseri umani. A parte la signora Segre, non tornerà vivo nessuno. «Migliaia, anzi milioni di volte mi sono chiesta perché sono sopravvissuta alla Shoah. Ma non c’è risposta».
• In che modo sarà celebrata oggi la Giornata?
L’anno scorso l’attacco di Israele a Gaza introdusse elementi di polemica nella Giornata della Memoria. Quest’anno la visita alla Sinagoga di Benedetto XVI – anche se accompagnata dalle critiche per la beatificazione di Pio XII – ha preparato un’atmosfera diversa, più consona alla gravità del ricordo. Praticamente in ogni città si svolgeranno cerimonie. L’evento più solenne avrà luogo al Quirinale dove, alla presenza del capo dello Stato, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta consegnerà le medaglie d’onore ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti.
• L’odio per gli ebrei è diminuito? Viviamo in un mondo diverso?
Se il mondo sia così diverso, non lo so. L’antisemitismo esiste ancora. Il razzismo anche. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 27/1/2010]
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