RICCARDO STAGLIANO, Repubblica 27/1/2010, 27 gennaio 2010
Articolo + schedine PASSWORD EMAIL CONTI ONLINE NASCONO I CUSTODI DEI SEGRETI DIGITALI - ROMA - Quando verrà il momento, il più tardi possibile, pensate anche alle password
Articolo + schedine PASSWORD EMAIL CONTI ONLINE NASCONO I CUSTODI DEI SEGRETI DIGITALI - ROMA - Quando verrà il momento, il più tardi possibile, pensate anche alle password. Perché, come ci ha insegnato il teologo Dietrich Bonhoeffer, le ultime cose sono quelle che contano ma anche le penultime non vanno trascurate. E allora decidere chi potrà leggere la vostra posta elettronica, disporre del conto in banca online e stabilire se sbaraccare la pagina di Facebook o trasformarla in un mausoleo sta diventando, da ossessione per pochi paranoici, ordinaria diligenza del buon padre di famiglia. Come testimoniano gli oltre diecimila iscritti a Legacy Locker, uno dei vari servizi che si propongono come vostri esecutori testamentari digitali e che, per onorari infinitesimali rispetto a quelli di un qualsiasi notaio, danno urbi et orbi la brutta notizia della vostra dipartita e mettono a disposizione dei fiduciari che avrete indicato le parole chiave per entrare nei vostri possedimenti web. Che si moltiplicano, sostituendosi progressivamente quelli fisici. Ai tempi della memoria analogica le spoglie affettive di una persona entravano tutte di un paio di album fotografici, qualche filmino Super8 e forse una scatola da scarpe per le lettere d´amore. Nell´era della ridondanza digitale le tracce che lasciamo si moltiplicano in modo esponenziale. «Se la mia casa prendesse fuoco che correrei a salvare? Poche cose - ammette al Washington Post la neo-abbonata Heather Pierce - tutto ciò che è veramente importante ora si trova online. lì che c´è la nostra vita». Se si è posta il problema, lei trentottenne in salute, è solo per il caos seguito alla morte della cognata. Aveva una scuola di nuoto, c´era un´infinità di persone da avvisare e nessuno sapeva la password dell´e-mail. Potevano chiedere al gestore di farli entrare, si potrebbe obiettare. Ma ciascuno ha, sul punto, una politica diversa. Limitandoci ai più grossi: Gmail, che con la sua capienza da 7 giga può archiviare decenni di messaggi e quindi un´infinita miniera di informazioni, richiede un certificato di morte e la prova che il familiare abbia ricevuto almeno un´e-mail dal deceduto. Hotmail cancella la casella dopo 270 giorni di inattività. Prima di allora, dietro presentazione del solito certificato, vi lasceranno entrare. Yahoo! è la più restrittiva. Ai suoi oltre 100 milioni di utenti nel mondo consiglia, se proprio sono interessati all´eventualità, di far richiesta in anticipo tramite gli avvocati. E in ogni caso, com´è successo con i familiari di un marine morto in Iraq, non daranno la password ma faranno una copia su un cd di tutti i messaggi che la casella conteneva. Quello della posta elettronica, però, non è che uno dei depositi dove si sedimentano le conversazioni digitali. Sino alla strage nel college Virginia Tech, aprile 2007, Facebook non si era troppo interrogato sul da farsi in caso di decesso di un iscritto. Però, di fronte a centinaia di studenti che chiedevano di ricordare gli amici uccisi nello stesso "luogo" in cui passavano tanto tempo da vivi, il social network si è inventato uno speciale "stato memorial", per cui le pagine sopravvivono ma senza lo spazio "a cosa stai pensando", per evitare effetti poltergeist. Alla famiglia rimane però la facoltà di farle rimuovere. E a futura memoria, salvo contraria disposizione testamentaria, restano anche le foto postate sull´album Flickr. «Cinque anni fa il termine "eredità digitale" non esisteva neanche. Ora sì e sempre più gente gli presterà attenzione» ha detto a Time Jeremy Toeman, fondatore di Legacy Locker. A giudicare dalla concorrenza (DataInherit, MyLastEmail, If I Die, etc) non esagera. DeathSwitch si segnala per la rudezza texana. Funziona che vi mandano, all´intervallo prescelto, una mail per sincerarsi che siate vivi. Dopo un certo numero di mancate risposte pensano il peggio ed eseguono le vostre volontà, comunicando a chi di dovere parole chiave e altre cose che non avevate avuto il coraggio di dire in vita. L´importante è aver programmato bene l´intervallo, altrimenti il ritorno da un lungo viaggio potrebbe diventare mortalmente imbarazzante. I servizi post -mortem: in aumento i servizi che lasciano a persone di fiducia accesso alle password di email, profili di social network, ecc. Come funziona: si stipula un contratto con l’agenzia online; l’agenzia tiene sotto controllo l’esistenza in vita di chi ha sottoscritto il contratto; quando non riceve risposta, invia un messaggio ad alcuni indirizzi di posta elettronica predefiniti; il messaggio può contenere: password, profili, informazionisegrete, confessioni. I servizi post mortem più diffusi nel Stati Uniti: Legacy Locker (10 mila iscritti), quota 29,99 dollari all’anno. Si devono indicare due "verificatori" che confermino il decesso e fornire un certificato di morte. A quel punto si possono avere le password dello scomparso. Deathswitch: alla frequenza prescelta il servizio manda una mail all’intestatario in cui chiede se sia sempre vivo. Dopo varie richieste senza risposta, manda una mail alle persone indicate perché siano avvisate. Le email (277 milioni di utenti): alla frequenza prescelta il servizio manda una mail all’intestatario in cui chiede se sia sempre vivo. Gmail: richiede un certificato di morte e il fatto che il familiare abbia ricevuto almeno una mail da parte dello scomaprso. Hotmail: dopo 270 giorni di inattività distrugge i dati. Copi i messaggi in un cd se si fornisce un certificato di morte. Yahoo!: è la più restrittiva: Consiglia di predisporre nel testamento l’intenzione di fornire la password agli eredi. Facebook (316 milioni di utenti): ha allestito uno speciale "stato memorial” per i deceduti, in cui sparisce ovviamente lo "status update" ("cosa stai facendo") solo gli amici "confermati" possono continuare a vedere il profilo del morto. Altri siti: datalnherit; entrustet; parting wishes; vitalLock; My Last Email; If I Die; Deathswitch.com Le foto Flickr, uno dei principali album online (40 milioni di utenti) prevede che le foto del deceduto rimangano online a meno che nel testamento sia stabilito diversamente o qualcuno che ha la password non intervenga.