Enrica Brocardo, Vanity Fair 27/01/10, 27 gennaio 2010
SOPRAVVISSUTI
Lucia Mannucci, oggi 89 anni, unica sopravvissuta del Quartetto Cetra. Sposata con il collega Virgilio Savona, morto il 27 agosto 2009 a 89 anni. Si erano incontrati nel ”42 e sposati nel 44, e nel ”46 avevano avuto il loro unico figlio, Carlo. Lucia era entrata a far parte del Quartetto nel 1947, sostituendo Enrico De Angelis. In seguito, il gruppo aveva doppiato cartoni animati (Dumbo, per il quale avevano ricevuto i complimenti da Walt Disney in persona) e inciso dischi (Nella vecchia fattoria, tratto da un disco di Nat King Cole). Nel dopoguerra, aveva partecipato ai varietà teatrali e ai programmi della televisione italiana (la Biblioteca di Studio Uno, dove parodiava i classici della letteratura italiana). Il loro ultimo concerto si tenne nel 1988 «a Palazzo Poggi, a Bologna, con gli studenti e i professori a fare da pubblico». Poco dopo, morì Tata Giacobetti, uno dei componenti del Quartetto, e da allora non fecero più concerti.
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MATRIMONIO - «Indossavo un tailleur marrone. Ci siamo sposati nella chiesa di San Carlo al Corso, in mezzo alle macerie dei bombardamenti, e al posto del pranzo di nozze abbiamo preso un cappuccino e una brioche al bar» (Lucia Mannucci, ex componente del Quartetto Cetra, a proposito del suo matrimonio con Virgilio Savona, avvenuto nel 1944).
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SCOPERTE - «Un giorno, andai in un negozio di Roma per incidere una canzone su uno di quei dischettini che c’erano allora, erano piccoli, fatti di una specie di cartone. Lo volevo spedire a mio padre, che stava a Milano, al posto della solita cartolina. Lui, però, non aveva il giradischi e, per sentirlo, lo portò, a sua volta, in un negozio di musica. Era lì che lo stava ascoltando, quando entrò Alberto Rabagliati. ”Chi l’è la tusa che la canta?” (chi è la ragazza che canta?)” chiese, e si fece dare il mio numero di telefono. La prima volta che mi chiamò pensai a uno scherzo e gli appesi il telefono in faccia. Ma lui ritelefonò, mi fissò un’audizione e, nel giro di poco, firmai il mio pimo contatto all’Eiar (che poi sarebbe diventata la Rai)» (Lucia Mannucci).