
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
C’è un bel pastrocchio politico legato al rinnovo dei vertici Rai. Partito democratico e Popolo della Libertà s’erano messi d’accordo di portare alla presidenza Ferruccio De Bortoli, attuale direttore del Sole 24 Ore. Ma hanno fatto girare la notizia prima che De Bortoli sciogliesse la riserva (aveva chiesto una notte per pensarci) e sui giornali sono usciti addirittura gli organigrammi: Tizio al Tg1, Caio a Raidue, eccetera. Non so dire se De Bortoli s’è disgustato di queste indiscrezioni che mostravano, per l’ennesima volta, quanto poco conti la presidenza di viale Mazzini. Fatto sta che ieri mattina, mentre i siti erano già pieni delle sue foto, ha fatto sapere di voler restare dov’è. Il comunicato dice: «Ringrazio Dario Franceschini e Gianni Letta per l’offerta di presiedere la Rai, azienda patrimonio del Paese. Un incarico di grande prestigio per il quale mi ero reso disponibile. Dopo attenta riflessione ho però deciso di restare dove sono: a fare solo il giornalista».
• Sbaglio o percepisco una leggera punta polemica?
Forse. Ma forse no: è chiaro che il presidente della Rai non fa solo il giornalista o, addirittura, non fa per niente il giornalista. Anche se giornalisti in quel ruolo ce ne sono stati: l’attuale presidente Claudio Petruccioli, Lucia Annunziata, Sergio Zavoli. Però si sono seduti su quella poltrona anche fior di magistrati, come Antonio Baldassarre. O professori-critici letterari, tipo Walter Pedullà. O politici puri, come Enrico Manca. Non c’è un profilo del presidente Rai prestabilito. Anche perché il presidente della Rai, alla fin fine, conta molto poco.
• Perché allora tutta quest’ansia per nominarlo?
Ha comunque un ruolo di garanzia e notevole visibilità politica. Per tradizione lo si fa scegliere all’opposizione, che deve badare a non far troppe faziosità perché poi sul nome proposto devono concentrarsi i due terzi dei voti della Commissione parlamentare di Vigilanza. Quindi ci vuole un accordo politico, ed ecco perché la matassa è nelle mani dello stesso Franceschini e di Gianni Letta.
• Entro quando bisogna nominarlo?
Entro oggi: si riunisce la Commissione e Berlusconi non vuole perder tempo. Scelto il presidente, si procederà alla nomina del direttore generale. Quindi bisognerà accordarsi su direttori di rete e di tg. Probabilmente cambieranno tutti. Ma non è detto.
• Ora chi è il candidato più probabile alla presidenza?
Marcello Sorgi, a quanto dicevano tutti ieri sera. Palermitano, figlio di un celebre penalista, è stato direttore della Stampa, di cui adesso è editorialista, e prima ancora direttore del Tg1 (1996-98). Viene dalla sinistra dc e si è sempre detto che il suo riferimento politico è Nicola Mancino, attuale vicepresidente del Csm. Non so se Berlusconi ha obiezioni. L’uomo ha alle spalle un bel curriculum professionale e una vita politicamente prudente.
• Sentivo dire che potrebbe restare in carica l’attuale presidente.
Petruccioli? La rinuncia di de Bortoli l’avrebbe rimesso in corsa. Ma proprio ieri sera, ha detto Franceschini in una nota ufficiale, il governo ha posto il veto al suo rinnovo, «in contrasto stridente con le parole presidente del Consiglio, che poche ore fa aveva detto di attendere dall’opposizione l’indicazione di un nome». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 10/3/2009]
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