Lorenzo Arruga, il Giornale 10/3/2009, 10 marzo 2009
CLASSICA O POP? ESAME AI PIANISTI OLTRE GLI SCHEMI
«Il megafono di Carlo Magno»: me la ricordo ancora, era una fulminea parabola che la radio tramise un pomeriggio, quando ero ragazzino. Medio Evo, due persone stanno per parlare alla folla. Uno dice: «Mi udranno e mi obbediranno. Parlerò al mio megafono a nome di Carlo Magno».
L’altro risponde: «Tu non lo conosci nemmeno. lo sono suo amico, io ho la sua fiducia e la sua dottrina». Il primo replica: «Sì, ma io ho il megafono». Allevi in questi mesi ha il megafono. Ma altri che la mettono giù meno dura sono più interessanti.
Tutti insieme, anche Allevi, hanno il merito di avere eliminato tre diffidenze. Prima, verso la mescolanza di classico e di leggero, quando se uno va al pianoforte e vuole improvvisare mette insieme quello che gli viene in mente, alla faccia dei generi d’appartenenza. Seconda, verso l’improvvisazion, da tempo arte dimenticata e creduta tutt’al più vecchio esercizio salottiero. Terza, verso il piacere di far musica e ascoltarla senza prendere la faccia da concertista e da signori al concerto, rammemorabndo e scoprendo melodie, armonie, ritmi, varie ed eventuali, come un puro gesto d’amicizia, da condividere. Se provassimo a valutarli ed a metterli in fila, tanto per giocare? Forse io giocherei così.