Stefano Aversa (President AlixPartners), Il Sole 24 Ore, 10/3/2009, 10 marzo 2009
Abstract - L’industria dell’auto è particolarmente sensibile ai cicli economici perché produce beni ad alto valore il cui acquisto può essere quasi sempre rinviato
Abstract - L’industria dell’auto è particolarmente sensibile ai cicli economici perché produce beni ad alto valore il cui acquisto può essere quasi sempre rinviato. Nel 2009, con un Pil europeo in calo del 2%, si prevede un tonfo delle vendite auto del 20%. Meno auto vendute (e prodotte) vuol dire anche minore impiego degli impianti: il grado di utilizzazione delle 250 fabbriche attive in Europpa passerà al 50-60% nel 2009 e 2010 dal 75-80% del 2007 (calcolato su due turni giornalieri per cinque giorni alla settimana). Nel mondo, le fabbriche d’auto oggi sono in grado di produrre 94 milioni di vetture all’anno, 40 milioni in più dell’assorbimento del mercato nei prossimi due anni. Con i volumi di produzione previsti nei prossimi cinque anni, almeno una ventina di impianti in Europa risultano ridondanti e renderanno insostenibili i costi di struttura (i costi di struttura dell’industria sono circa del 10%, superiori a quelli del lavoro diretto).