Roberto Perrone, Corriere della Sera 10/03/2009, 10 marzo 2009
«Sono una persona normale, anch’io ho le mie debolezze». Federica Pellegrini ritrova i suoi confini nell’appartamento di Verona, dove è tornata dopo la sbornia di ansia, record, notorietà
«Sono una persona normale, anch’io ho le mie debolezze». Federica Pellegrini ritrova i suoi confini nell’appartamento di Verona, dove è tornata dopo la sbornia di ansia, record, notorietà. Una breve vacanza? «Non so di cosa parla, il c.t. vuole che alle 15 mi ripresenti in piscina». Il riposo può attendere, anche perché Alberto Castagnetti, il c.t., l’uomo che ama i tenori e analizza gorgheggi come se fossero virate, dice: «Federica non si allena ancora come dovrebbe. Va al 70 per cento. Poi scende in acqua e non la ferma nessuno, perché è così, perché è straordinaria». Federica, ha ragione Castagnetti? «Forse sì, ma lui si lamenta sempre, per contratto». Però sa anche commuoversi. «Abbiamo un grande rapporto, ci fidiamo l’uno dell’altra». Lui, però, la faccenda di Marin non l’ha mai digerita. «Ancora? Gli ho dimostrato a colpi di primati e medaglie che non mi avrebbe danneggiato». Forse temeva per lui. «Ma va là. Vedrete Luca ai Mondiali e poi lui mi aiuta, sa leggere tutti i miei segni». Veramente? «A Riccione, dopo il riscaldamento, Luca mi ha sussurrato: ”’Oggi fai il record’’». E lei gli ha creduto? «No. Gli ho risposto che ero stanca e che quindi era impossibile riuscirci. Quando ho visto 1’54’’47 sono stata io la prima a stupirmi». il suo quarto primato del mondo. Nel nuoto azzurro c’è lei e poi Novella Calligaris e Giorgio Lamberti. «Scusi se la correggo, è il quinto. Uno a Melbourne (200 sl), uno a Eindhoven (400 sl), due a Pechino (200 sl), uno a Riccione (200 sl). Poi ci sarebbe quello di Rijeka in vasca corta». Facciamo pubblica ammenda. Lei si sente nella leggenda? «Piuttosto in una favola». Che cosa significa il record? «Il record mi dà la carica». Anche per quello che le è successo due giorni prima? «Il record non elimina quel problema, però so che si verifica solo per i 400 sl. E qui voglio dire che non è paragonabile a quanto mi è successo all’Olimpiade e poi, dopo, a Genova. Lì sono stata male, veramente». E a Riccione, invece? «Stavo bene, è stato solo un fatto psicologico. Ho ammesso di avere qualche problema con i 400. Però mi è dispiaciuto non farli. Ma non sono lunatica e non è che un giorno uno sta bene e un altro male. Su questa faccenda ci stiamo lavorando e spero che la risolveremo». Castagnetti dice che dovrà allenarsi di più sulla distanza. «Ci avrei scommesso». Dietro le quinte giravano tante voci, dalla gravidanza al doping? «Lo so. Le malignità sono fastidiose, ma per fortuna poi si torna in acqua e lì smentisco tutti. C’è sempre chi gufa alle spalle. Anche nel mio mondo. Non mi conoscono». Chi è, allora, Federica Pellegrini? «Una nuotatrice che ha ottenuto quello che voleva, che ha dovuto crescere molto in fretta e si è persa qualcosa per strada, anche se questo fa parte del gioco ». Cosa si è persa? «Non rimpiango nulla, ma è chiaro che per essere una ragazza di vent’anni avrei potuto divertirmi di più». Ecco, il nuoto dà l’idea di non essere uno spasso. «Il divertimento è in quello che fai e negli obbiettivi che ti dai. Per me il divertimento è nuotare, per un altro ballare. Comunque a me non succederà mai di annoiarmi, smetto un attimo prima che accada». E i suoi obbiettivi li ha raggiunti. «Sono la prima nuotatrice italiana a vincere un oro olimpico, sono la prima a fare un record del mondo in casa. Nessuna come me». Come si trovano nuovi stimoli? «Alzando gli occhi. C’è il Mondiale a Roma, ci tengo molto». Sua madre era in tribuna. «Mamma era commossa, erano tutti commossi. Lei e mio fratello. Mio padre non c’era, lavorava. Era la prima volta che mia madre vedeva un record del mondo». La famiglia è importante per lei. « un appoggio, una forza. Io sono legata ai valori di una volta». Ha dedicato il record alle donne. Solo una botta di politically correct? «Provoca? Dovrebbe sapere come sono. Le donne non hanno niente meno degli uomini, stanno allo stesso livello. Io non mi metto in competizione con gli uomini ma spingo le donne a emergere, hanno bisogno di venire fuori dal guscio». Una donna che ammira al di fuori dello sport? «Oriana Fallaci, grandissima». Come ha vissuto questo periodo di violenze sulle donne? «L’ho vissuto male, ogni giorno ce n’era una. Io sono sempre stata per la tolleranza zero nei confronti dei violenti. Non solo per quelli che toccano le donne, ma per tutti». Che fare? «Io posso solo dare voce al problema, ma non governo l’Italia». Ha paura quando va in giro? «Avevo 16 anni e facevo su e giù da Milano a casa mia, in Veneto. Mai avuto problemi, alla stazione o altrove. Però qualcosa, da allora, è cambiato. Avrei paura a girare in certe zone». Lei è una ragazza vitale. Ha seguito la vicenda di Eluana? «Poco, perché ero all’estero. Non vorrei entrare nel merito, non conosco tutti i particolari». Però conosce se stessa. «Sì, e piuttosto che vivere in stato vegetativo preferirei andarmene. Ma capisco che la scelta, per le persone vicine, sarebbe difficile. bene che ci sia qualcosa di scritto». Abbiamo parlato di molte cose, anche serie, ora è tempo di un ripasso... «Ripasso?». Sì, un ripasso semi-serio sulla ragazza Federica. «Facciamolo». Che colore? «Nero». Che fiore? «Rosa bianca». Che fiume? «Il Nilo». Che auto? «Maserati coupé». In quale periodo storico avrebbe voluto vivere? «Negli anni 60». Gianni Morandi o Claudio Villa? «Morandi». Beatles o Rolling Stones? «Beatles». Inter o Juve? «La querelo? Domani c’è il Chelsea ed è come se fossi in ritiro con la squadra. Speriamo bene. Non dico niente». Roberto Perrone