Angela Calvini, Avvenire 10/3/2009, 10 marzo 2009
Poiché c’è meno pubblicità dentro i programmi tv per ragazzi, questi si sono spostati sui canali a pagamento riducendosi di molto sulle tv in chiaro
Poiché c’è meno pubblicità dentro i programmi tv per ragazzi, questi si sono spostati sui canali a pagamento riducendosi di molto sulle tv in chiaro. A questo punto tra satellite e digitale terreste i canali per ragazzi sono 20 (13 + 6 slittati di un’ora) contro i dieci americani che hanno però una popolazione di cinque volte più grande. Luigi Colombo, direttore generale marketing di Publitalia: «Da qualche anno le grandi aziende del settore bambini, specie quelle di giocattoli, hanno frenato i loro investimenti a causa della situazione economica generale del Paese». Piermarco Aroldi, professore di Sociologia della comunicazione della Cattolica di Milano: «La tv a questo punto viaggia a due velocità: una minoranza di famiglie che possono permettersi i canali a pagamento e la maggioranza che non può».