Mario Calabresi, la Repubblica 10/3/2009, 10 marzo 2009
«Qual è la sua opinione su questa recessione? «"Alla fine dell’estate, quando è cominciato il crollo, un amico del dipartimento di Economia mi ha regalato un vecchio libro sulla storia delle crisi finanziarie che mi ha fatto riflettere su quante ce ne siano state, di locali e di globali, ma questo è un uragano diverso, è una crisi più globale delle altre"
«Qual è la sua opinione su questa recessione? «"Alla fine dell’estate, quando è cominciato il crollo, un amico del dipartimento di Economia mi ha regalato un vecchio libro sulla storia delle crisi finanziarie che mi ha fatto riflettere su quante ce ne siano state, di locali e di globali, ma questo è un uragano diverso, è una crisi più globale delle altre". «Quali sono le cause? «"Sono molte, tutto può essere cominciato con i mutui subprime ed essersi diffuso grazie agli strumenti finanziari in cui questi mutui erano impacchettati e venduti in tutto il mondo. Ma ora siamo in una spirale in cui ogni cosa trascina le altre. Penso anche che i ceti più ricchi e potenti dell’economia mondiale non siano molto entusiasti dell’elezione di Obama e delle sue ricette" «A un certo punto si credeva che la matematica potesse creare strumenti finanziati talmente avanzati - futures e derivati - che eliminavano il fattore rischio, ma questa crisi finanziaria sembra essere cominciata proprio da lì. «"Si possono fare pacchetti di migliaia di mutui e si puo fare un calcolo un po’ naif che certi mutui valgono più di altri, illudendosi di minimizzare i rischi, ma poi il trend si inverte e il mercato diventa negativo per tutti. Ci sono formule di riduzione del rischio, la più famosa è la teoria Blacksholes messa a punto al Mit di Boston, che sono considerate così buone da aver vinto un Nobel, ma gli investitori le hanno usate in modi non previsti, forzando tutti i limiti. E se penso che due dei vincitori del Nobel, Robert Merton e Myron Scholes, crearono un fondo speculativo che ebbe risultati disastrosi e dovette essere salvato da un consorzio di banche, mi è chiaro che tra le teorie matematiche e la loro applicazione all’economia cìè ancora molto da fare».