
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Canzoncina: Iuc Tasi Tari Imu Irpef Ires Iva Irap...
• Dura molto?
Sono ventiquattro tasse. Tutte da pagare oggi. 51,6 miliardi di incasso, da spartirsi tra Stato, Regioni e Comuni. Rispettivamente 34.8 - 11 - 5.3 miliardi. Non giuriamo nemmeno su questi numeri, ieri ripresi da tutte le agenzie. La benemerita Cgia di Mestre li ha calcolati sulla base degli anni precedenti, detraendo tutta una serie di tagli concessi da Renzi negli ultimi mesi. Nessuno fa caso a questi tagli (e chi se li ricorda?), e tutti si concentrano invece sul fatto che oggi è il 16 giugno, giovedì, e fra tre giorni è il 19 giugno, domenica, giorno dei ballottaggi. Pensa Renzi: proprio il 16 giugno doveva cadere il bagno di sangue, a tre giorni dal voto? Parecchi analisti hanno già scritto: questa giornata gli costerà cara, a un tratto tutti ricorderanno che abbiamo sopra la testa un governo di sanguisughe, non importa se erano sanguisughe pure quelli di prima e se saranno sanguisughe pure quelli di dopo, il fatto è che sono sanguisughe anche quelli di adesso. Non importa nemmeno che il succhiamento del sangue coincida con l’esistenza di tanta gente che, sparpagliata praticamente ovunque, piglia uno stipendio senza fare praticamente niente. La sterminata massa di italiani nullafacenti vota, e tra quelli che non fanno niente ma votano ci sono pure un sacco di italiani che domani e domenica faranno il pensiero di cui sopra, decidendosi quindi a barrare la scheda sul nome di qualcuno che promette di spaccare tutto, non importa se una volta preso il potere spaccherà pochissimo o niente.
• Quali sarebbero queste tasse tagliate da Renzi?
Tasi sulla prima casa, eliminazione dalla base imponibile Irap del costo del lavoro, diritto camerale ridotto del 40%. In termini assoluti: 3.5 miliardi, 4.3 miliardi, 300 milioni, distribuiti tra famiglie e imprese. Renzi, preoccupato dell’effetto sanguisuga, ha indetto per oggi una manifestazione intitolata «No Imu Day». Si vuole rimarcare il fatto che il governo ha, appunto, abolito l’Imu sulla prima casa, con l’eccezione delle categorie A1, A8 e A9 (ville, case di lusso, eccetera). Non so quanta gente scenderà in strada a festeggiare, ma intanto il premier Renzi ha rilasciato questa dichiarazione che siamo tenuti a pubblicare: «Giovedì 16, milioni di italiani non pagheranno la Tasi sulla prima casa. Come pure non pagheranno Imu e Irap agricola, vedranno finalmente lo sconto sull’Irap derivante dalla cancellazione della componente costo del lavoro, non pagheranno l’Imu-imbullonati. Una riduzione di tasse che non ha precedenti per qualità e intensità nella storia degli ultimi vent’anni». Il capo del governo ha tentato di svelenire la giornata di oggi anche con la decisione di rinviare al 6 luglio i versamenti dei contribuenti soggetti agli studi di settore.
• È vero che Renzi ha determinato un taglio delle tasse storico?
Purtroppo no. Il ministero dell’Economia ci ha fatto sapere che nel primo quadrimestre tasse e contributi risultano ancora aumentati dell’1,1% sul primo quadrimestre 2015. Erario e istituti previdenziali hanno incassato 2,147 miliardi in più rispetto all’anno scorso.
• Supponiamo che io non paghi oggi, ma nei prossimi giorni.
Faccia i suoi calcoli e giudichi se è conveniente: in pratica è come farsi prestare dei soldi dallo Stato. La sanzione è dello 0,1% per ogni giorno di ritardo se il versamento è eseguito entro 14 giorni dalla scadenza; dell’1,50% da calcolare sul tributo dovuto se il pagamento avviene dal 15° giorno ma entro 30 giorni dalla scadenza; dell’1,67% se il versamento avviene entro 90 giorni dall’omissione o dall’errore; del 3,75% se il pagamento acconto Imu e Tasi o del saldo avviene dopo 90 giorni ma entro l’anno 2016. Se vuole andar oltre, si faccia prima una chiacchierata col commercialista.
• Quindi la maledetta pressione fiscale non è diminuita.
Direi di no. La pressione fiscale non è diminuita e neanche il suo sposo, cioè il debito pubblico. Tra il 2000 e il 2015 la pressione è passata dal 40,8 al 43,5 per cento. Questo nonostante il fisco abbia recuperato nello stesso periodo più di 300 miliardi evasi (su 836) e che la lista dei paradisi si sia ristretta a 46 paesi, dopo gli accordi per il rientro dei capitali sottoscritti con Svizzera, Lussemburgo, San Marino, Cayman, Hong Kong e Singapore. Neanche la lotta non del tutto perdente all’evasione riesce a far scendere la pressione? Si direbbe di no.
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