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 2016  giugno 16 Giovedì calendario

«Che vinca Virginia Raggi o Roberto Giachetti, la candidatura di Roma per le Olimpiadi 2024 non è in pericolo». Parola di Malagò

Giovanni Malagò ha una smisurata ammirazione per se stesso. Non appare mai esitante. Ha già archiviato il ballottaggio per il Campidoglio: “Ho incontrato gli aspiranti sindaci: che vinca Virginia Raggi o Roberto Giachetti, la candidatura di Roma per le Olimpiadi 2024 non è in pericolo. Io ho un rapporto laico con la politica, non mi intrometto e non accetto intromissioni”, dice il presidente del Coni con le gambe sul tavolo, un telefono da centralinista, l’inno di Mameli per suoneria, vestito di argento, cravatta rossa, stanza fra il blu scuro e il giallo chiaro, colorito da fine estate. Malagò si piace molto, e ne va fiero.
Ora deve convincere i cittadini romani.
Semplice, il progetto è trasparente e razionale: non sperperiamo denaro, recuperiamo infrastrutture fatiscenti e valorizziamo l’immagine di Roma e del Paese nel mondo. Questa è l’ultima occasione.
Già sentito.
Rispetto al passato, le condizioni sono migliori, completamente diverse.
E perché mai?
Il codice degli appalti è più stringente e l’Autorità di Cantone, che vigila contro la corruzione, esiste da poco.
Cantone è un alibi che va di moda, ma l’ha spiegato ai costruttori che già aspettano le commesse?
Verranno fatte le gare d’appalto, mi sembra ovvio.
Ha informato pure il gruppo Caltagirone?
Caltagirone fa parte di un consorzio che, da un quarto di secolo, ha in gestione le aeree di Tor Vergata per l’Università, non per gli eventi sportivi. Anche Caltagirone potrà partecipare al bando, se vuole.
Vanini di Caltagirone, zona Tor Vergata, palazzo di Calatrava: un ammasso di cemento e ferraglia, cimelio dei Mondiali di nuoto ‘09.
Io guidavo il comitato, ma le responsabilità non le riconosco. Fu una decisione sbagliata, ma non fu mia. Roma2024 è anche un’opportunità per correggere i vecchi errori.
Voterà domenica?
Certo, e ho già deciso.
Stessa preferenza del primo turno?
No, è cambiata.
Ha dichiarato che Roma2024 ha già speso oltre dieci milioni per le periferie. Cosa intende?
Abbiamo organizzato decine di iniziative nei municipi con i ragazzi e i campioni dello sport. Vede queste coccarde tricolori? Ecco, quei soldi li abbiamo usati per la promozione. E spendiamo meno degli altri.
Il conto finale del comitato promotore?
Circa 25 milioni di euro, la metà di Parigi, nostra rivale.
Cosa farà Totti?
Francesco ha rinnovato con la Roma per un’altra stagione, ma intorno a maggio sarà libero per aiutarci. Sarà un ambasciatore di Roma2024, non l’unico. Abbiamo spedito seicento lettere agli atleti in attività o ritirati.
Le risposte?
Tutte adesioni, tanto entusiasmo. Quanto manca? Ho un appuntamento con Renzi per la premiazione dei campioni degli sport invernali.
C’è sintonia fra di voi, le ha già offerto di entrare in politica?
La metto così: mi ripete spesso che occorre gente della società civile, ma non fa per me. Non potrei seguire una linea di un partito o di una corrente.
Non ha dubbi neanche sul referendum di ottobre?
Per niente, voterò sì. Perché il tempo di chi s’oppone è terminato e le riforme tardano da troppi anni. C’è un’Italia che fa muro e ripete soltanto no, no, no. Io preferisco le sfide.
Quanto guadagna?
Al Coni nulla, mi pago tutto: viaggi, ufficio, cene, auto. Il mio reddito annuo è pubblico (circa 900.000 euro, ndr).
Carlo Tavecchio può correre per un secondo mandato in Federcalcio?
È un suo diritto.
L’ha commissariato con il dg Michele Uva (ex Coni).
Falso. Uva è un bravissimo dirigente, non l’ho imposto, Tavecchio me l’ha chiesto.
Il ragioniere di Ponte Lambro, autore seriale di gaffe, è il miglior rappresentante del movimento italiano?
Lo scriva: domanda subdola. Tavecchio ha il consenso, ma io spero che gli atleti possano avere incarichi apicali.
Ha scelto l’amico Montezemolo per Roma2024.
È la persona più indicata per sostenerci a livello internazionale. Scusi, uno come Luca, che va in giro per le Olimpiadi e gratis, dove lo trova?
Lei conosceva Gianni Agnelli. Con l’avvocato in vita, Montezemolo sarebbe fuori dal gruppo Fiat?
Non penso proprio.
Quando lascerà il Coni?
Nel 2017, in primavera, mi ricandido.
Concorrenti?
Non ci sono ancora.
Tre anni fa, disse alla portavoce di Roberto Maroni: “Ti cambio il rapporto della Lega con lo sport, io ho 5 milioni di tesserati, io valgo il 5 per cento del Pil, io ti porto un segretario generale del Coni della Lega e chiedo a Maroni di ordinare a un leghista di votare per me. Se non lo fate siete matti. Ma che mestiere fate?” (dal libro di Marco Lillo, Il potere dei Segreti). Stavolta ne avrà bisogno?
No, anzi.
Prende sempre i sonniferi?
Per forza, non dormo più di quattro o cinque ore a notte.
Quante bugie ha detto in questa intervista?
Io non mento, ometto la verità.