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 2016  giugno 16 Giovedì calendario

METEO PER CASO


La meteorologia è una scienza complicata, che si avvale di fisica, chimica e matematica per studiare il comportamento di grandi masse d’aria nell’atmosfera, e prevederne l’evoluzione. Le equazioni di Navier-Stokes, che descrivono il moto di qualsiasi fluido, possono aiutarci a elaborare delle previsioni sulla base di dati come temperatura, pressione, velocità e direzione del vento, umidità relativa e radiazione solare. Occorre però una capacità di calcolo molto elevata, per questo le prime previsioni scientifiche sono state effettuate solo intorno alla metà del secolo scorso, grazie al primo computer del mondo, l’Eniac di John von Neumann. L’atmosfera ha comunque un comportamento caotico, come ha scoperto l’americano Edward Lorenz, il padre della teoria del caos. Il limite della meteorologia è riassunto dal cosiddetto «effetto farfalla», metafora dell’imprevedibilità di qualsiasi sistema complesso come il clima: basta un battito d’ali farfalla per provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Il minimo evento può avere effetti imprevedibili.
A complicare le cose è poi l’orografia: nel nostro Paese è oggettivamente più difficile fare previsioni a causa della complessità della catena alpina. Ma il problema principale è che in Italia non esiste un servizio meteorologico nazionale. In Francia le previsioni le fa un ente pubblico, Meteo France, che ha tremila dipendenti e un budget di 200 milioni di euro. E così gli svizzeri hanno MeteoSwiss, e i tedeschi il Deutscher Wetterdienst, mentre noi continuiamo ad affidarci all’Aeronautica, con una scelta che risale a un decreto del 1913, che istituì la Sezione Presagi all’intemo di questo corpo militare. Per la sua stessa natura però l’Aeronautica si concentra sull’assistenza al volo e su obiettivi militari, con scopi dunque differenti rispetto ai servizi meteo civili esistenti in (quasi) tutti i Paesi europei.
Per sopperire a questa lacuna, sono nati negli ultimi 30-40 anni dei servizi meteo regionali, incorporati in parte nelle Agenzie di protezione ambientale (Arpa), oppure in altri enti. In assenza di un coordinamento nazionale, questi servizi si sono sviluppati ognuno per conto proprio; solo di recente, per mano del Dipartimento nazionale della Protezione civile, si è cercato di sopperire a questo limite istituendo una rete di Centri Funzionali, nei quali convergono le competenze regionali in materia meteorologica per il supporto alle azioni di protezione civile. Nonostante questo, non tutte le Regioni dispongono ancora oggi di un servizio meteo.

Questa frammentazione, con conseguente dispersione delle risorse tra Aeronautica, Regioni e Protezione civile, si accompagna oltretutto anche a un vuoto a livello formativo, visto che non esiste in Italia un corso di laurea in meteorologia, e anche i pochi docenti di fisica dell’atmosfera sono ormai tutti in pensione. Non abbiamo neanche un albo professionale, così che chiunque può fare il meteorologo, con conseguente proliferazione di siti web che promettono bollettini meteo senza alcun fondamento: come nel caso di previsioni a 20 giorni magari su scala locale e ora per ora, o addirittura allerta diffusi violando la legge (solo la Protezione civile è delegata a farlo). Un caos totale che porta a confondere il cittadino, bombardato di previsioni inaffidabili che servono solo a portare click a siti dalla finalità commerciale. Con un decreto legge del 2012 si era cercato di unificare tutti servizi meteo regionali sotto il cappello della Protezione civile: ma questo progetto è rimasto a oggi lettera morta. Così che il panorama della meteorologia in Italia continua a essere frammentato, senza un coordinamento e con poche risorse. A dispetto delle competenze che molti colleghi hanno sviluppato fuori dall’Italia, formandosi in centri di eccellenza come il consorzio meteorologico europeo di Reading, vicino Londra, che elabora le previsioni del tempo per le nazioni che ne fanno parte, sulla base dei dati raccolti in tutto il continente.

Laureato in fisica dell’atmosfera all’Università Statale di Milano, ha seguito diversi corsi al Centro meteorologico europeo di Reading. Dopo un decennio di ricerche ambientali per l’Enel, lavora oggi per il servizio meteo regionale di Arpa Lombardia.