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 2010  maggio 16 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Silvio Berlusconi
Il Ministro delle Politiche agricole è Giancarlo Galan
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Dicevamo ieri, parlando delle quattro regioni italiane sull’orlo dell’abisso per via della spesa sanitaria, di una manovra con cui il ministero del Tesoro deve recuperare almeno 13 miliardi quest’anno e 13 l’anno prossimo, in ordine alle raccomandazioni europee sulla sistemazione dei conti pubblici di tutti i paesi della Comunità. Il Fondo monetario internazionale giudica la nostra situazione sotto controllo, ma ci esorta a far qualcosa subito per il debito. Tremonti ha convocato l’altro giorno Cisl, Uil e Confindustria e ha annunciato che ci sarà questa manovra. Confermiamo che il termine “manovra” significa: “togliere di mezzo 26-27 miliardi di euro”. O col sistema di metter tasse (cioè lavorando sul lato delle entrate). O con quello di tagliar spese (quindi intervenendo sulle uscite).

Metteranno tasse, di sicuro. Come si fa a tagliare gli stipendi?
Beh, in Spagna l’hanno fatto: gli statali in quel Paese subiranno quest’anno un taglio del 5% sulla busta paga e si troveranno lo stipendio congelato nel 2011. Poi, sempre in Spagna: taglio del 15% nelle buste paga dei parlamentari (un sacrificio da 7-800 euro a testa), niente più scala mobile sull’inflazione per cinque milioni di pensionati (si salvano le pensioni contributive e minime), niente più bonus-bebè da 2.500 euro. Eccetera eccetera.

E da noi?
L’intervento più importante, secondo indiscrezioni che circolavano ieri, riguarda le pensioni. Si sta pensando di chiudere una o due finestre che cadono a luglio e a dicembre.

Finestre?
Si chiamano così i periodi temporali nei quali è possibile ritirarsi godendo della pensione di anzianità. Maroni riformò questo sistema di uscite anticipate, prevedendo anche uno scalone”. Prodi poi corresse ulteriormente sostituendo lo scalone con degli scalini. In pratica si somma il numero rappresentante gli anni di contributi versati con la propria età anagrafica e se si raggiunge una certa cifra, si può uscire. Non in qualunque periodo, però, ma solo in una finestra temporale” che quest’anno cade appunto a luglio e a dicembre. Il rinvio riguarderebbe centomila pensionandi che hanno raggiunto la quota 95, cioè 60 anni d’età e 35 di contributi oppure 59 e 36. Slitterebbe tutto di sei mesi o forse di un anno. possibile che Tremonti imponga un contributo di solidarietà per le pensioni più ricche (Prodi lo fece una volta mettendo il tetto agli assegni superiori di otto volte alle minime), che riapra il dossier donne ritardando l’andata in pensione anche delle lavoratrici del settore privato (nel pubblico è già stato fatto per ordine dalla Ue), che intervenga sulle pensioni di invalidità, parecchie delle quali sono ancora fasulle, eccetera.

E gli statali? L’Italia farà come la Spagna?
Calderoli si augura un taglio del 5% di ministri e parlamentari, che potrebbe essere esteso alle retribuzioni di tutti gli amministratori pubblici, dai consiglieri regionali a quelli comunali. Ieri Zaia, governatore del Veneto, dicendosi completamente d’accordo con la volontà di risparmiare discretamente fatta filtrare dal governo, ha detto che martedì prossimo porterà ai suoi assessori la proposta di un alleggerimento non insignificante delle buste paga. Per quello che riguarda i pubblici dipendenti, invece, non sono previsti tagli di stipendi. L’idea per ora è soprattutto quella di non rinnovare il contratto dei tre milioni e mezzo di italiani che lavorano nella Pubblica Amministrazione. Questa sola mossa porterebbe un vantaggio di cinque miliardi. Altra idea: pagare le liquidazioni agli impiegati pubblici con maggiore ritardo. Adesso lo Stato deve versarle entro tre mesi dalla fine del rapporto di lavoro. Con la riforma potrà far aspettare sei mesi. Sono notizie che devono allarmare anche i fornitori dei ministeri. Lo Stato è sempre stato un pessimo pagatore e intuiamo da queste anticipazioni che di sicuro non migliorerà. A magistrati e professori universitari potrebbero essere bloccati gli scatti d’anzianità.

I sindacati che dicono?
Angeletti, della Cisl, dopo l’incontro dell’altro giorno con Tremonti, ha commentato: «Tutto è possibile e niente è escluso». Bonanni: «Si faranno scelte importanti e forti. Noi siamo pronti a fare la nostra parte e a collaborare responsabilmente, se ci sarà equità» cioè se non ci saranno «tagli al sociale, ritocchi alle pensioni o misure su scuola e sanità». Tutte frasi abbastanza generiche per lasciare il governo tranquillo. Epifani si è arrabbiato soprattutto perché Tremonti non lo ha invitato a quell’incontro. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/5/2010]

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