Giuseppina Manin, Corriere della Sera 16/05/2010, 16 maggio 2010
WOODY, FILOSOFO SENZA SPERANZE «MA SOGNO LA DITTATURA DI OBAMA»
«L’al di là è vuoto. Non c’è nessuno a cui rivolgersi, nessuno che ti ascolta. Per dirla con Shakespeare, la nostra vita è un racconto pieno di rumore e di furore che non significa niente». Woody Allen non fa sconti. Laico e ateo fino in fondo, non ha nessuna intenzione, nonostante l’età avanzi, 74 anni, di cedere di un passo alle sue convinzioni in nome di qualche consolatoria speranza trascendentale. Come il suo regista preferito, Ingmar Bergman, anche per lui il silenzio di Dio resta implacabilmente assordante. Eppure nei suoi film di tentativi di mettersi in contatto con l’oltretomba ne ha fatti. Ne La dea dell’amore è sceso all’inferno, in Scoop si è imbarcato sulla nave dei trapassati guidata della Signora con la falce... E adesso, in You will meet a tall dark stranger, ieri applauditissimo al Festival ( in autunno sui nostri schermi distribuito da Medusa) con la morte ci gioca fin dal titolo. Lo sconosciuto alto e scuro che incontrerai, può riferirsi alla profezia amorosa di una chiromante come alludere al sinistro figuro, modello Settimo sigillo, che prima o poi aspetta tutti al varco.
« Il mio rapporto con la morte? Lo stesso di sempre: sono contro. Contrarissimo», puntualizza. «I miei genitori sono vissuti a lungo, dovrebbe essere una buona carta dal punto di vista genetico. Ma alla fine preferirei che non capitasse proprio». In mancanza dell’immortalità può sempre puntare, come due personaggi del film, sulla reincarnazione. «E’ una questione di fede. Se hai una religione di qualsiasi tipo, anche new age, se credi negli angeli, nei preti, nelle veggenti, in ogni caso campi meglio. La vita è un incubo, il solo modo di essere felici è ingannarsi, mentire a se stessi».
Solo le anime semplici o i folli possono farcela. Vedi Helena (Gemma Jones). Fin troppo consapevole dei capelli grigi suoi e del marito Alfie (Anthony Hopkins), a furia di ricordarglielo, fa sì che lui se la batta e tenti di riacciuffare una giovinezza senza giovinezza in palestra e discoteca al fianco di Charmaine (Lucy Punch), bionda, sexy e che dice sempre sì, specie se stacchi assegni o allunghi doni costosi. Anche la figlia di Helena, Sally (Naomi Watts) è alle prese con un matrimonio che scricchiola: il marito (Josh Brolin), scrittore in crisi, spia dalla finestra un’attraente vicina (Freida Pinto), mentre lei si piglia una cotta per il suo capo (Antonio Banderas)... Un girotondo di amori e disamori, in cui si inserisce prepotente una medium. Che garantisce alla mesta Helena un nuovo incontro, il famoso sconosciuto, interferendo allo stesso tempo nel destino degli altri.
E, nonostante Allen, funziona. Meglio la medium dello psicanalista? « No. Meglio Freud. Anche a oltranza’ risponde Woody che se ne intende’ Quella è scienza, l’altra è magia». Non è lei che nel film precedente ha teorizzato: va bene tutto purchè funzioni? «Sì, ma non con me. Del paranormale io diffido profondamente. Ci scherzo su nei film, ma penso che sia un mondo di ciarlatani che spillano soldi alle persone fragili. Non credo al destino. Il padrone della mia vita sono io. O almeno ci provo».
La canzone iniziale del film parla dei sogni di ciascuno di noi. Come è andata con i suoi? «Li ho realizzati tutti. Non ho rimpianti. Volevo suonare e l’ho fatto, volevo fare i film, ed eccomi al 41mo... Ho lavorato sodo ma sono anche molto fortunato. Sono felice con Obama alla Casa Bianca. Sarebbe fantastico che fosse un dittatore per qualche tempo, per poter fare un sacco di cose buone».
Politica a parte, tra i suoi sogni c’era anche quello di fare lo scrittore? Un personaggio ricorrente nel suo cinema. «Sicuro. Se non facessi il regista scriverei libri. Anzi, ne ho scritto uno. Ma sta chiuso in un cassetto. Scrivere è bellissimo, ti consente di essere totalmente libero, non devi rispondere a nessuno. Se invece giri un film da 15 milioni di dollari sai che devi fare i conti con tanti, considerare molte esigenze».
Le piace leggere? «Moltissimo. Tra i miei preferiti c’è Philip Roth. Ma credo di far parte di un gruppo di panda. Con internet la carta stampata sembra scomparsa. Io continuo a leggere i giornali, ma gran parte dei miei amici sfoglia il computer o l’iPod. Se devo cercare una parola io prendo ancora il dizionario, mia moglie usa il pc».
A proposito di donne, con chi preferirebbe uscire? Con Lucy gonna lesta o con la veggente? «Con Lucy! Lucy è scema ma sexy, l’altra è scema e disonesta. Ma ormai non esco più con nessuna. Ho rinunciato anche a recitare nei miei film, non ho più l’età per sedurre. E gli altri ruoli non mi interessano». Può sempre spiare le vicine. Le ragazze della finestra di fronte sembrano sempre le più desiderabili. «Vero. Se vuoi fantasticare su una donna meglio non saper niente di lei. Purtroppo il mio dirimpettaio è un uomo, per di più sempre al computer».
Giuseppina Manin