FRANCA SELVATICI, la Repubblica 16/5/2010, 16 maggio 2010
IL GIP DELL´ARRESTO DI ANEMONE "MOLTI REATI RIMARRANNO IMPUNITI" - FIRENZE
Rosario Lupo è il gip di Firenze che per oltre due anni ha autorizzato le intercettazioni dalle quali è scaturita l´inchiesta sui Grandi Eventi (che poi, tra l´altro, ha "generato" il caso-Scajola). Quando lavorava a Milano, prosciolse Berlusconi per il lodo Mondadori.
Dottor Lupo, con le nuove norme sulle intercettazioni ci sarebbe stata questa inchiesta?
«No. E, al di là dei nomi altisonanti le cui responsabilità dovranno essere vagliate, sta di fatto che l´inchiesta, condotta nel pieno rispetto delle riservatezza, ha portato alla luce un sistema quanto meno discutibile».
Che cosa non va nella nuova legge?
«La limitazione temporale delle intercettazioni. Un massimo di 60 giorni non prorogabili. Così, se l´ultimo giorno utile veniamo a sapere che l´indomani sarà indicato il luogo per la cessione di un carico di droga, saremo comunque costretti a interrompere le intercettazioni. Si rischiano effetti inaccettabili non per i giudici, ma per l´opinione pubblica e per le persone offese. Altra cosa incomprensibile sono i limiti sui tabulati telefonici. Qui non è in discussione l´articolo 15 della Costituzione che tutela la segretezza della comunicazioni. I limiti all´acquisizione dei tabulati costituiranno un grande vulnus alle investigazioni».
A proposito dell´articolo 15, è stato più volte ripetuto che le nuove norme intendono tutelare la riservatezza delle comunicazioni.
«Si tratta di un diritto a tutela del quale è prevista una doppia riserva di legge e di giurisdizione; ma altri diritti sono costituzionalmente garantiti e non sembra che questa riforma si ispiri a un adeguato bilanciamento fra gli uni e gli altri. L´articolo 13 stabilisce che la libertà personale è inviolabile. E la libertà è un bene più importante della riservatezza. E così pure il principio di non colpevolezza. Però uno può rimanere in galera per un anno prima della richiesta di rinvio a giudizio, ma non può essere intercettato per più di qualche settimana. E l´interesse pubblico all´accertamento dei reati non è forse un diritto? Forse si possono regolare meglio le intercettazioni. Può darsi, a mio giudizio in casi rari, che qualche magistrato ne abbia fatto cattivo uso, ma se un chirurgo usa male il bisturi non si chiudono le sale operatorie, si caccia il chirurgo».
Fra le novità vi è quella che affida non più a un gip ma al tribunale del capoluogo la decisione sulle intercettazioni.
«E´ uno degli aspetti più incomprensibili. Se penso che non abbiamo i soldi per la benzina, mi fa un po´ sorridere che furgoni di carte facciano la spola da una città all´altra. Temo che questa riforma avrà ricadute enormi sull´organizzazione dei tribunali, e così andrà a farsi benedire pure il diritto costituzionale all´efficienza della pubblica amministrazione. Prevedo inoltre che saranno scoperti meno reati anche di grande allarme sociale».
E del silenzio imposto alla stampa che pensa?
«Esiste l´articolo 21 della Costituzione, che sancisce il diritto di informare, ma soprattutto di essere informati, pilastro di qualunque sistema democratico».