Vittorio Da Rold, Il Sole-24 Ore 16/5/2010;, 16 maggio 2010
LA GRECIA METTE GLI EVASORI ALLA GOGNA
Il fallimento greco ha due facce: la prima quella di un sistema che vede l’80% delle spese statali destinate a salari e pensioni del settore pubblico; la seconda, meno nota ma altrettanto devastante dal punto di vista dell’equità sociale, un mancato gettito per evasione fiscale calcolata dal premier George Papandreou in 30 miliardi di euro l’anno, su un Pil di appena 280 miliardi.
«La parabola del fisco greco – racconta uno 007 del servizio ispezioni tributarie ellenico al caffè Fillion sulla Skoufa alle pendici del monte Lycabetto – è un fallimento annunciato basato su un teoria che, alla prova dei fatti, si è rivelata inefficace». La teoria, vecchia di un decennio, era che dando al cliente la possibilità di scaricare le spese dalla propria dichiarazione dei redditi, questi avrebbe sempre chiesto la ricevuta fiscale al suo fornitore, costringendolo a pagare tutte le sue tasse. Non è andata così. I greci si sono messi d’accordo e in cambio del risparmio del pagamento dell’Iva o di una parte della prestazione, il cliente rinunciava a fattura e successiva detrazione. Così tutti hanno dribblato il fisco.
La diagnosi del Brookings Institution è impietosa: c’è un’economia sommersa pari al 27% del Pil e una corruzione pari all’8 per cento. Non solo. Secondo l’Fmi«il 75%dei lavoratori autonomi greci dichiara meno di 12mila euro, limite sotto il quale scatta l’esenzione fiscale». Una evasione di massa, spudorata, che genera a sua volta corruzione e mancanza di senso dello Stato. Il fisco greco sembra un groviera tanto è pieno di buchie scappatoie.
Ma ora il governo Papandreou ha deciso di cambiar musica e tornare ai vecchi sistemi di caccia all’evasore sul campo. Così nei giorni scorsi il ministero delle Finanze guidato da George Papaconstantinou ha multato sei medici ateniesi per 1,9 milioni di euro per evasione fiscale e per quattro di loro ha fatto scattare l’inchiesta penale. Altri cinque medici sono stati multati per frode fiscale per un totale di 2,5 milioni di euro.
Per dodici ortopedici è scattata anche l’accusa di aver riscosso bustarelle dalla DePuy, società della Johnson&Johnson, per favorire l’acquisto di forniture della società americana. I controlli bancari hanno rivelato che i redditi dei dodici medici sono stati pari a 12 milioni di euro dal 2001 al 2008 mentre il totale dei loro depositi nello stesso periodo è ammontato a 31 milioni di euro ( trasferimenti all’estero compresi).
In questa caccia all’evasore, nell’elegante quartiere ateniese di Kolonaki, dove un affitto di uno studio costa duemila euro al mese, Papaconstantinou ha fatto sapere che su 151 professionisti passati al setaccio nei giorni scorsi ben 57 sono stati pizzicati in odore di evasione. Senza contare che oltre la metà ha dichiarato redditi inferiori a 30mila euro l’anno mentre 34 professionisti hanno dichiarato un reddito annuo inferiore a 10mila euro pur possedendo auto di lusso, ville al mare e mandando i figli in costose scuole private. Uno addirittura ha dichiarato 300 euro in un anno.
Tutti i nomi dei sospetti evasori, a sorpresa, sono stati resi noti e pubblicati dai giornali nel tentativo di mettere alla gogna comportamenti che finora non solo sono stati tollerati, ma pubblicamente accettati dalla maggioranza della popolazione.
I segugi del fisco hanno scatenato la caccia anche alle piscine delle ville non dichiarate al Catasto usando Google Earth. Un sistema facile e poco costoso: così decine di piscine nelle isole delle Cicladi o sui monti di Pendeli o Parnitha sono comparsi come d’incanto affianco a lussuose ville che fino a ieri erano dichiarate come edifici rurali abbandonati. Il caso emblematico di questa nuova era di tolleranza zero per chi non rispetta le regole è stata la demolizione alla presenza del premier Papandreou del nightclub "Fantasia", edificio costruito abusivamente sulla spiaggia demaniale a sud di Atene e raso al suolo dai bulldozer.
Anche le dichiarazioni dei redditi dei dipendenti del settore privato sono state passate ai raggi X. Da un controllo incrociato reso noto ieri tra i dati delle imprese (che fanno il prelievo alla fonte sui salari) e quelle dei loro dipendenti è comparsa un’evasione per rimborsi non dovuti in ben 178mila casi. I salariati truccavano al ribasso i loro stipendi reali o non dichiaravano nulla contando sulla mancanza di controlli incrociati per poter chiedere rimborsi, esenzioni o sussidi non dovuti. Una truffa che secondo il ministero può essere stimata pari a 700 milioni di euro nei redditi dichiarati nel 2008.
Tutto questo in un momento in cui il premier Papandreou ha varato un manovra di tagli da 30 miliardi che ha ridotto i salari e pensioni del 20% e ha aumentato le tasse indirette su alimentari e benzina per ridurre il deficit che oggi corre al 13,6% del Pil. Il conto è semplice: alla Grecia occorrono 60 miliardi all’anno per finanziarsi, 30 devono venire dai tagli e 30 dal recupero dell’evasione. La scommessa è tutta qui.