Massimo Mucchetti, Corriere della Sera 16/05/2010, 16 maggio 2010
BANCHE, L’ESEMPIO DEL SENATO AMERICANO
Una proposta bipartisan per riformare il sistema finanziario
Insistono. Il senatore dell’Arizona, John McCain, e la senatrice dello Stato di Washington, Maria Cantwell, formalizzano il progetto, annunciato a dicembre, di reintrodurre il Glass-Steagall Act in un emendamento alla riforma del settore finanziario promossa dalla Casa Bianca. McCain, ex militare, ha 74 anni ed è repubblicano. Cantwell, ecologista di 52 anni, è democratica. A loro giudizio, l’attività bancaria di tipo commerciale va di nuovo separata dall’attività bancaria d’investimento come prevedeva la legge del 1933 abolita nel 1999. Il loro è un emendamento bipartisan e il relatore della riforma, il senatore democratico Chris Dodd, dovrebbe ammetterlo alla discussione. Si vedrà allora dove andranno a posizionarsi il presidente Obama, oggi contrario, e il Senato.
Dice McCain: «Se gli istituti di Wall Street vogliono partecipare a transazioni rischiose, si accomodino, ma non bisognerebbe permettere loro di farlo con i depositi assicurati dal governo federale». Aggiunge Cantwell: «Il denaro dei contribuenti, usato per salvare le banche, è stato dirottato nella speculazione, così da impedire alle banche locali di finanziare le piccole imprese e creare posti di lavoro». Sono concetti semplici e chiari. I professional in bretelle rosse, avviluppati nelle logiche specialistiche delle Borse e interessati a salvaguardare i propri guadagni, ritengono poco professionali queste posizioni. Ma non è vero. L’ispiratore del ritorno alla saggezza rooseveltiana si chiama Paul Volcker, il miglior banchiere centrale americano della seconda metà del ”900. L’età e il personale disinteresse generano talvolta un coraggio che, spesso, i più giovani non hanno. La questione è politica. La tecnica viene dopo. In Italia, invece, la riforma della regolazione finanziaria sembra appaltata al comitato dei banchieri centrali che si riunisce a Basilea. Eppure, abbiamo un Testo unico bancario che nel 1993 ha abbattuto le barriere tra i due tipi di attività bancaria alzate dalla legge del 1936 esattamente come ha fatto il Gramm-Leach-Bliley Act in America. Ma il Parlamento italiano non esprime alcuna idea in materia. Il Pdl discute di Anemone e del tempestoso rapporto tra i suoi fondatori. La Lega invoca il ritorno ai territori come se i colossi potessero diventare casse rurali. Il Pd si dilania sull’Udc e non sa se dirsi di nuovo socialdemocratico o se insistere con il liberismo di sinistra, purché si stia, comunque, sulle generali. Nemmeno un convegno, fra i tanti inutili che si tengono, per riesaminare le scelte degli anni Novanta con serietà: le fusioni, l’apertura alle banche estere, le cartolarizzazioni, le partecipazioni, i requisiti di capitale, le politiche retributive. La discussione su Basilea III, come se fosse un fatto tecnico, viene delocalizzata nelle riunioni a porte chiuse dell’Associazione bancaria italiana e nelle colazioni del lunedì tra il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e i banchieri milanesi.
Massimo Mucchetti