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 2010  maggio 16 Domenica calendario

PARTIAMO DA SPRECHI ED EVASIONE FISCALE, POI DISCUTIAMO IL RESTO

 semplice: il governo deve fare l’opposto di quello che hanno predicato per anni le agenzie di rating - tagli a pensioni, scuola, sanità, salari - per coprire le speculazioni, gli sprechi e il malaffare. Se vedremo il dimezzamento dei livelli amministrativi, il disboscamento degli enti inutili, un riequilibrio sul fisco, noi della Cisl le nostre responsabilità ce le prenderemo».
Segretario Bonanni, allora voi non chiudete a prescindere sul congelamento dei contratti pubblici?
«Un conto sono le prestazioni sociali, un conto i contratti, il che non significa che noi diremo di sì. So perfettamente che serve una manovra, per spegnere l’incendio della speculazione e per blindare i conti e la capacità di crescita del paese. Dei contratti pubblici se ne discute se vediamo che stavolta il governo si muove in modo nuovo. Si vuole mettere mano davvero all’evasione fiscale? Si vuole dimezzare tutte le strutture amministrative, revisionare la spesa pubblica, cancellare gli enti inutili che bruciano soldi e creano un groviglio che rende impossibile la vita economica e sociale? Nel pubblico impiego, si vuole cominciare a far fare sacrifici alla alta dirigenza, che è fuori da ogni controllo contrattuale? Quando vedrò questo allora potremo discutere».
Ma le anticipazioni sulla manovra parlano soprattutto di pensioni e stop ai rinnovi nella PA.
«Le anticipazioni valgono quello che valgono, è un gioco che durerà ancora un po’ di giorni. Detto questo, si parla di modifiche dell’età pensionabile? Di tagli alle prestazioni della sanità? Di ulteriori tagli al personale della scuola, che anzi va aumentato per coprire i vuoti di organico? Non mi pare che si pensi a questi interventi. Le ”finestre” sono ben altra cosa. L’ho detto: vogliamo un vistoso cambio di rotta, in alternativa a ciò che ci hanno sempre detto le agenzie di rating, che mentre permettevano ad alcuni di guadagnare somme esorbitanti alla speculazione coprivano tutte le malefatte dei governi. Se devono trovare soldi, li vadano a trovare da quella parte. Poi semmai discutiamo anche delle cose nostre. Se c’è cambio di rotta vuol dire che è una cosa seria. Altrimenti io non ci starò».
Parlava dei manager pubblici, dei ”grand commis”.
«Hanno avuto aumenti degli stipendi incredibili, dipesi tutti dalla politica. Il presidente della provincia autonoma di Bolzano guadagna più del Presidente degli Stati Uniti d’America. Gli altri presidenti di provincia prendono più del Governatore della California. Stavolta devono pagare quelli che hanno fatto quello che gli pareva e che stanno meglio degli altri. Prima questo, e poi noi ci prenderemo le nostre responsabilità, come abbiamo sempre fatto».
Ma qualcuno dice che bisogna alzare l’età pensionabile anche alle donne del settore privato. Sarebbe un casus belli?
«Non siamo d’accordo. Nel privato le donne non hanno le garanzie che hanno nel pubblico. Una donna con 40 anni di lavoro nel privato non ha quasi mai 40 anni di contributi».
E sulla sanità? Molte Regioni sono in crisi.
«Bisogna accentrare tutti gli acquisti di beni e servizi della sanità, come fa la Consip nel pubblico impiego, per standardizzare e contenere i costi. Naturalmente una ristrutturazione violenta della sanità significa anche far sparire tutti gli ospedalini e ospedaletti che non servono».
Insomma, anche sul blocco dei rinnovi nel pubblico impiego non dite un no di principio.
«Vedremo. Il nostro giudizio dipenderà dalle risposte del governo. Sarebbe meglio se il governo adoperasse il buonsenso, prelevando dove ci sono tanti soldi sprecati e non togliendo soldi alla povera gente».
Sugli enti inutili Brunetta e Calderoli avevano una delega per fare piazza pulita.
«E non hanno fatto niente. Sono trent’anni che gli enti inutili si salvano perché i politici non hanno mai il coraggio di agire. Ho detto, dimezziamo i livelli amministrativi e istituzionali. Certe cariche vanno eliminate e basta. E attenzione: non se ne uscissero ancora con la favola della riduzione degli stipendi dei parlamentari. Si renderebbero ridicoli, sono vent’anni che ne parlano e poi gli stipendi aumentano sempre».