UGO MAGRI, La Stampa 16/5/2010, pagina 5, 16 maggio 2010
BASTA CICALE
Lei che si confida con Tremonti, ministro Calderoli...
«Ah no, non chieda indiscrezioni sulla manovra perché io non so nulla».
Impossibile.
«E comunque, se dicessi qualcosa poi Giulio chi lo sentirebbe? L’altro giorno in Consiglio dei ministri avevo sollevato la questione delle banche che si fanno garantire dallo Stato in tempi di crisi, sarebbe giusto fargli pagare l’assicurazione...».
Tremonti si è arrabbiato?
«Ha gridato ”ecco Robin Hood!”».
Scherzava?
«Neanche tanto».
Allora stiamo sulle generali. La manovra come sarà?
«Equa. Non si può chiedere sempre agli stessi. Bisogna che cominci a pagare chi non ha mai dato o chi ha preso troppo. Le cicale, anzi le cicalone».
E cosa aspettate?
«Stiamo già facendo. A gennaio abbiamo segato qualcosa come 50 mila poltrone negli enti locali. Poi abbiamo tagliato gli stipendi dei consiglieri regionali».
Spiccioli?
«Macché, in certi casi sono stati ridotti a un quinto. Arrivavano a prendere 25 mila euro mensili, ora al massimo 5mila 400. Ho appena proposto di ridurre del 5 per cento gli emolumenti dei ministri e dei parlamentari. Si può fare subito, con legge ordinaria, in attesa di tagliare il numero dei deputati e dei senatori».
Prossimo blitz?
«C’è tutto un mondo di persone che grida vendetta a Dio, per quanto guadagnano a spese nostre.
E chi sono?
«I capoccioni vari, manager pubblici, presidenti delle authority... Gente che prende il doppio del presidente del Consiglio. Nessuno li ha mai messi nel mirino. Poi una valutazione bisognerà pur farla anche rispetto al Parlamento».
Costa troppo?
«Prendiamo la Camera. Ha un bilancio di quasi un miliardo. I parlamentari pesano il 16 per cento. Il personale invece sfiora il 53 per cento, mi capisce?».
Sì ma sono organi costituzionali, hanno una loro autonomia...
«Però bisogna fare dei ragionamenti anche con loro. Perché altrimenti tocca infilare le mani nelle tasche dei cittadini».
Parliamo di corruzione. Si possono chiedere sacrifici quando i furbi si arricchiscono con gli appalti?
«La risposta di Berlusconi mi ha confortato: chi sbaglia deve pagare. Punto. Mi sembra importante che non tutto venga scambiato aprioristicamente per persecuzione giudiziaria... Se un soggetto viene riconosciuto colpevole è giusto che alzi i tacchi. E non vale esclusivamente per noi, sa?».
Per chi altro?
«Per il centrosinistra. Da quanto si mormora, in queste vicende non è implicata solo una parte politica...».
Ah sì?
«Sono chiacchiericci. Mai prenderli per oro colato. Anzi, io dico di stare attenti perché succedono cose strane».
Tipo?
«Su certi dossier i giornali arrivano ancor prima delle procure competenti. Vuol dire che intorno ai magistrati non ci sono falle ma voragini. Da cui può uscire di tutto, anche depistaggi».
Di palo in frasca: la sua famosa bozza di riforma costituzionale che fine ha fatto?
«E’ all’esame dei tre coordinatori Pdl che dovevano esprimere un parere».
Si sono dimenticati?
«No, è che di mezzo c’è stata la loro Direzione, il caso Fini...».
Ecco, parliamo di Fini. Lei è andato a spiegargli che sul federalismo non deve temere.
«Come Lega accettiamo le sue richieste circa la tenuta del sistema, la coesione sociale, la solidarietà territoriale».
Però...
«Però a due condizioni. La prima è che, una volta fissato il costo standard per i servizi, da quello non si sgarra. Se in certi posti ci sono amministratori spreconi o ladri, li caccino via senza chiedere altri soldi allo Stato».
E la seconda?
«Non può esistere un’evasione fiscale come quella di oggi. Se in qualche zona si evade il doppio o il triplo che nel resto del Paese, quella zona dovrà impegnarsi due o tre volte tanto per procurare le risorse».
Se per salvare il governo Berlusconi dovesse far pace con Casini, vi mettereste di traverso?
«Non ha giovato la campagna elettorale Udc, tutta anti-Lega. Però hanno un po’ cambiato atteggiamento. Sul federalismo stanno portando argomenti di merito. Ci siamo già incontrati, ci riparleremo, vogliamo vedere le carte».
A capo della Conferenza Stato-Regioni metterete uno di maggioranza o lascerete Errani che è del Pd?
«Ho chiesto a Berlusconi di rifletterci con una certa urgenza. Errani ha operato sempre in maniera equilibrata, dimostrandosi interlocutore istituzionale. Se potessi scegliere, io lo terrei».
Sarà contento Formigoni, che ci aspira...
«Adesso mi odieranno anche i governatori di centrodestra».
Perché, chi altro?
«Per esempio, le Regioni a statuto speciale. Già abbiamo tagliato le risorse al Trentino Alto Adige. Adesso stiamo materialmente scrivendo gli articoli dell’accordo per la Valle d’Aosta. Verrà il turno del Friuli, arriveremo alla Sardegna e alla Sicilia. Il che mi fa temere per la mia vita...».
Che ha detto, ministro?
«Che non vorrei ritrovarmi in una colata di cemento. O sotto una lapide con su scritto: ”Ecco un illuso”».