
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Gli editori italiani vanno all’attacco di Google News, sostenendo che il servizio diminuisce le loro possibilità di vendere sulla Rete spazi pubblicitari. Google risponde che, al contrario, Google News incrementa l’afflusso ai siti dei giornali, con il suo sistema di indirizzi (link). Si è saputo ieri che sulla faccenda, in piedi dalla fine di luglio, si è mossa l’Antitrust.
• Spieghi bene.
E’ mai andato su Google? Ha visto che quando appare la home page del sito, in alto a sinistra c’è una sequenza di link? Nell’ordine: Immagini - Video - Maps News - Gruppi - Libri - Altro. Se lei clicca su News le appare una Prima pagina di un giornale ideale. In questo momento (ore 18.24 di giovedì 27 agosto): Svizzera, trovati morti 2 alpinisti italiani/Corriere della Sera 18 minuti fa; Capri, riapre la Grotta Azzurra: è sicura/Il Messaggero 2 ore fa; Lombardo invia ispettori all’ospedale di Mazzarino dopo la morte…/Il Giornale 1 ora fa… Eccetera.
• Sì, mentre lei parlava sono andato a vedere. Se clicco per esempio su «Lombardo invia ispettori.»... eccetera vado a finire nel sito del Giornale e posso leggere l’articolo che i redattori del web di quella testata hanno preparato.
Esattamente. Saltando però la home page dello stesso Giornale, il punto cioè dove si concentra la pubblicità migliore. Quando, finito l’articolo, lei tornerà indietro, ricascherà su Google News e non sulla home del Giornale. Gli editori sostengono che, con questo sistema, Google sfrutta il lavoro online dei quotidiani per i propri fini impedendo agli editori di giornali «di scegliere liberamente le modalità con cui consentire l’utilizzo delle notizie pubblicate sui propri siti Internet».
• Cioè gli editori di giornali non contestano a Google di creare un indirizzario delle informazioni. Vorrebbero però decidere loro quali notizie mettere in vetrina. O almeno partecipare alla decisione. Giusto?
Sembrerebbe di sì. In calce a Google News appare però questa scritta: «Gli articoli sono stati selezionati e posizionati in questa pagina in modo automatico ». Cioè Google News sostiene che la scelta dei link è in qualche modo obiettiva: in generale è chiaro che se tutti i siti portano una certa notizia, quella notizia deve essere importante e il criterio quantitativo funziona e la mette in testa. Nel particolare, però, il criterio di Google, come sempre, è misterioso: perché, ad esempio, relativamente alla notizia di Capri è stato scelto Il Messaggero e non, poniamo, Il Mattino di Napoli?
• Se agli editori dei giornali la cosa non sta bene, perché non proibiscono a Google di citarli?
Perché quelli che l’hanno fatto sono stati totalmente cancellati da tutta la ricerca Google. Lei sa che, nella logica della Rete, questo corrisponde a una condanna a morte. Il 70% di tutta la ricerca su Internet avviene proprio attraverso Google. Nessuno – e meno che mai un editore – può permettersi di sparire dalla Rete. Il Garante, nel comunicato di ieri, intravede in tutto il sistema «possibili interventi distorsivi sul mercato della raccolta pubblicitaria online». Sarà comunque un’inchiesta molto complicata. Google News non ha pubblicità, il suo servizio ha dunque – per dir così – una finalità patrimoniale: rende sempre più indispensabile adoperare questo motore di ricerca e non un altro. Lei sa che Google vende due tipi di pubblicità: i normali banner e, appunto, la posizione in cui può apparire un link al momento di una ricerca (search). Il Garante fa sapere che nel 2007 Google Italy ha realizzato ricavi pari a 13 milioni di euro. E che nel corso del 2008 «il gruppo Google ha realizzato a livello mondiale ricavi complessivi pari a 22 miliardi di dollari». La battaglia intorno al search ha consigliato Microsoft e Yahoo di allearsi per 10 anni. Microsoft ha anche messo a punto un motore di ricerca nuovo (Bing) e ha festeggiato perché in giugno, con Bing, ha rosicchiato a Google l’1%. Ma a Google hanno festeggiato ancora di più: nonostante Bing, hanno chiuso la trimestrale con profitti pari a 1,48 miliardi di dollari. Cinque anni fa gli utili erano stati di appena 79 milioni.
• Gli editori di giornali invece...?
Gli editori di giornali invece vanno male. Ricavi netti in calo del 5,7%, -11,9% i settimanali, -6,8% i quotidiani, pubblicità -10%. E stiamo parlando del 2008 sul 2007. Si sa già che il 2009 avrà numeri ancora più brutti. Gli editori di giornali pensano di potersi salvare vendendo le loro notizie su Internet, cosa che Murdoch, per esempio, ha già deciso da fare a partire dal giugno prossimo per quanto riguarda The Times , The Sun , News of the World e gli altri siti giornalistici del gruppo. Che cosa vendi, però, se le notizie migliori, Google te le soffia in automatico? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 28/8/2009]
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