MICHELE BOCCI, Repubblica 28/8/2009, 28 agosto 2009
Maxi deficit, a rischio 25 mila posti letto "Ma troppi tagli sono un azzardo" - La ristrutturazione prevista nei prossimi 5 anni I sindacati: bisogna rinforzare il 118 - ROMA - La tragedia di Mazzarino riaccende la polemica sul piano di rientro economico previsto per il maxi buco della sanità italiana
Maxi deficit, a rischio 25 mila posti letto "Ma troppi tagli sono un azzardo" - La ristrutturazione prevista nei prossimi 5 anni I sindacati: bisogna rinforzare il 118 - ROMA - La tragedia di Mazzarino riaccende la polemica sul piano di rientro economico previsto per il maxi buco della sanità italiana. La Sicilia è una delle sei Regioni afflitte da un deficit pesantissimo e nell´isola come nelle altrove si punta anche sul taglio degli ospedali per ridurre le spese. Il Santo Stefano di Mazzarino è una delle strutture destinate chiudere. «Bloccare l´assistenza perché non ci sono soldi nelle casse regionali è un azzardo, farlo senza sentire i cittadini è molto grave. Vanno coinvolti, altrimenti finisce che scendono in strada. Del resto si ritrovano senza un presidio sanitario». A parlare è Teresa Petrangolini, segretario di Cittadinanzattiva - Tribunale diritti del malato. L´associazione è critica nei confronti dei tagli. «Non sono sbagliati a priori, ma spesso vengono programmati male, ad esempio non tengono conto di dov´è l´ospedale più vicino». Sicilia, Calabria, Campania, Lazio, Abruzzo e Molise hanno intrapreso la lunga strada del rientro dal deficit. Le sei Regioni perdono 2,8 miliardi dei 3,2 di tutto il Sud e dei 3,9 dell´Italia. La chiave è ridurre i posti letto. Si stima che a livello nazionale ne spariranno 25 mila in cinque anni. La Sicilia ha un piano per tagliare 2.700 letti. Si parte da 64 strutture e si prevede la riduzione delle Asl per creare 9 "aziende sanitarie provinciali" con 20 ospedali, a cui si aggiungono i 5 delle aziende ospedaliere. Sette presidi verranno chiusi, 8 destinati ad attività tipo residenza per anziani. Gli altri 24 saranno depotenziati. Anche la Calabria produce un deficit altissimo e ridurrà gli ospedali, passando da 35 (più 38 cliniche convenzionate) a circa 25. Saranno fatte alcune "case della salute" con servizi di base. Un po´ tutte le Regioni del centrosud hanno un piano di tagli e nel Lazio provocò polemiche la chiusura del San Giacomo di Roma, che rinascerà sempre per dare assistenza di base. Il taglio degli ospedali è già stato fatto al centronord. In Toscana nei primi anni Novanta si avviò la chiusura di metà dei 90 presidi. Più o meno stessa percentuale di riduzione in Lombardia, Emilia e Veneto. «Toscana ed Emilia hanno dimostrato che è possibile chiudere migliorando i servizi - spiega Rossana Dettori, segretaria della Funzione pubblica Cgil - Ma a fronte del taglio va migliorata l´assistenza territoriale e rinforzato il 118. Dove hai problemi di strade, devi lasciare presidi di emergenza». Mette in guardia dai piccoli ospedali Gianluigi Melotti, presidente della società italiana di chirurgia. «Vista la complessità della medicina, oggi è necessario avere ospedali attrezzati, con la terapia intensiva. I cittadini devono capire che dove si opera poco, o si fanno nascere pochi bambini, alla fine si lavora peggio. E allora è meglio fare trenta chilometri per raggiungere un centro più attrezzato. Sicilia e Calabria? Qui il sistema non funziona perché è bacato dalla politica clientelare».