Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  agosto 28 Venerdì calendario

Piromane accusato per 140 roghi dolosi - «Questa volta mi faccio curare sul serio. Domani vado dal dottore»

Piromane accusato per 140 roghi dolosi - «Questa volta mi faccio curare sul serio. Domani vado dal dottore». L’interrogatorio, in una stanza della squadra mobile della questura di Prato, è appena terminato. E il piromane che negli ultimi mesi ha reso incandescenti le notti dei pratesi ha confessato: trenta roghi appiccati nel giro delle ultime tre settimane. Ma gli incendi rimasti ancora senza un colpevole, nell’estate più lunga della città della lana, sono molti di più: dal 2 giugno al 26 agosto, i vigili del fuoco sono stati costretti a intervenire almeno 140 volte. E il sospetto è che il 36enne finito nel mirino degli investigatori sia il responsabile di molti di quegli episodi, tutti messi a segno con le stesse modalità. Niente inneschi particolari, solo qualche pezzo di carta e un accendino: d’estate, per incenerire le sterpaglie e qualche olivo, basta davvero poco. «Guardate, ne ho appiccati talmente tanti che non riesco neppure a ricordarli tutti» ammette lui, frastornato. Ora le indagini per accertare le responsabilità proseguono. Si cerca anche un complice, o un emulatore. Ma il 36enne, che lavora come autista in una ditta di spedizioni, ha dimostrato di essere davvero instancabile quando si tratta di avere a che fare con il fuoco: in una serata, quella del 25 agosto, è entrato in azione per sei volte di fila. In un caso, ha incendiato un campo nei pressi di una concessionaria, rischiando che le fiamme si propagassero alle automobili. E la mattina dopo, incapace di resistere, è tornato sul posto, per colpire di nuovo. Un errore che gli è costato caro. Per ora l’uomo, sposato con tre figli, è stato denunciato per incendio boschivo doloso. Ma in caso di condanna, rischia fino a dieci anni di carcere. Agli investigatori, che lo ascoltavano allibiti, non è stato capace di fornire spiegazioni plausibili. Il suo, almeno in apparenza, è un caso da manuale di piromania: l’uomo, per sua stessa ammissione, sarebbe spinto da un impulso irrefrenabile che lo porta ad appiccare il fuoco per poi ammirare, come in trance, il risultato del proprio operato: le fiamme che divampano, avvolgendo tutto ciò che incontrano sul loro cammino. E poi l’arrivo dei vigili del fuoco, le autobotti che entrano in azione, gli elicotteri che sorvolano l’aria diventata incandescente. Non è la prima volta che il 36enne finisce nei guai per la sua mania. Nel 2003 fu arrestato dai carabinieri per aver incendiato un bosco. E, paradossalmente, avrebbe anche partecipato, come volontario, alle operazioni di spegnimento di roghi.