Federico Rampini, la Repubblica 28/8/2009, 28 agosto 2009
ADDIO A SUV, JEEP E PICK-UP. GLI AMERICANI CAMBIANO AUTO
la Repubblica, venerdì 28 agosto 2009
New York. Durerà, non durerà, i pareri sono divisi, ma una cosa è certa: la rottamazione americana è stata un successo non solo nel provocare un mini-boom nelle vendite, ma anche nell´accelerare il cambiamento di gusti tra gli automobilisti americani. Addio al gigantismo, ai Suv e ai furgoni, benvenuto il consumo frugale. I dati sulle vendite incentivate - con 4.500 dollari di "sconto federale" in vigore fino a lunedì scorso - sono chiari. Un successo quantitativo con 690.114 vetture vendute. E uno spostamento qualitativo, dal grosso al piccolo, dall´energivoro al verde. Il modello plebiscitato dagli americani è una Toyota, la Corolla, un´auto modesta per i parametri del guidatore americano pre-crisi. Al secondo posto tra le vetture più acquistate grazie al sussidio pubblico, si piazza un´altra piccola giapponese: la Honda Civic. Al terzo di nuovo una Toyota di dimensioni e consumi assai modesti, la Camry. Una mini-americana riesce a intrufolarsi al quarto posto, la Ford Focus, tallonata dalla sudcoreana Hyundai Elantra. E´ un trionfo delle case asiatiche che sono sempre state forti nella parte bassa del mercato. E´ altrettanto interessante la classifica dei modelli più rottamati, cioè le vetture consegnate per la demolizione. Al primo posto c´è il Ford Explorer, che per anni fu il Suv più amato dagli americani. Segue il Ford F-150 pickup, altro simbolo delle "patologie" dell´American way of life ormai al tramonto: è un furgone scoperto che potrebbe servire a un´impresa edile, ma negli anni del boom le mamme americane lo usavano per fare la spesa al supermercato. Al terzo posto nella corsa verso gli sfasciacarrozze c´è un´altra gloria dei tempi andati, la Jeep Grand Cherokee della Chrysler. Seguono Dodge Caravan e Grand Caravan. Lo spostamento è poderoso, e corrisponde allo spirito della legge. Quei 2,9 miliardi di dollari stanziati dal Congresso per la rottamazione dovevano rinnovare il parco circolante secondo una strategia di risparmio energetico e lotta all´inquinamento. L´Amministrazione Obama aveva fissato criteri rigorosi sul differenziale di consumi tra l´auto ceduta e l´auto acquistata, per usufruire del finanziamento di 4.500 dollari.
I tre produttori americani, Gm Ford e Chrysler, escono piuttosto malconci dall´operazione. Le case asiatiche erano arrivate all´appuntamento della rottamazione con le gamme di modelli giusti, come dimostrato dai risultati. La Toyota rafforza la sua leadership col 19,4% del mercato Usa, seguita da Gm (17,6%). La Honda col 13% incalza la Ford (14,4%) per il terzo posto. Quinta è ancora una giapponese, la Nissan. Le case americane corrono ai ripari, si adeguano al nuovo comportamento dei consumatori. Finalmente mettono sul mercato dei modelli che segnano un´inversione di tendenza rispetto al gigantismo degli anni passati. E´ il caso delle due nuove creature del gruppo Gm. La Chevrolet Equinox che arriverà nei concessionari nel 2010 sarà una quattro cilindri invece della tradizionale motorizzazione a sei cilindri, e questo consentirà di ridurre il prezzo di listino di 1.825 dollari (a 23.185 dollari). La Cadillac Srx in uscita nel 2010 sarà anche lei rimpicciolita rispetto al modello in vendita finora, e costerà 7.000 dollari in meno. Ma le giapponesi non stanno ferme. Perfino all´estremità opposta del mercato, fra le ibride, si è accesa una gara a chi fa il modello più "ristretto" ed economico. La Toyota annuncia l´arrivo imminente sul mercato di una Prius meno cara, per contrastare la Honda Insight che al momento è l´ibrida meno costosa in assoluto.
Resta da vedere quanto duraturo sia il cambiamento. Per sua natura la rottamazione ha degli effetti distorsivi, che durano finché gli incentivi sono in vigore. I paesi europei che hanno usato da tempo questi incentivi sanno per esempio che il beneficio per le vendite è in parte illusorio: i consumatori anticipano acquisti che avrebbero spalmato su un periodo più lungo. Negli Stati Uniti i concessionari hanno già notato che da martedì con la fine della rottamazione la frequentazione dei loro siti è crollata del 50%. Ora si tratta di vedere se anche il passaggio dalle maxi-auto alle piccole cilindrate sarà temporaneo. Un sondaggio rivela che il 17% di coloro che hanno usufruito degli incentivi sono già pentiti del nuovo acquisto (contro una percentuale fisiologica del 7% di "pentiti" in tempi normali). Altri segnali indicano che il cambiamento è strutturale. Per esempio la caduta del 21% nelle vendite di auto di lusso, sembra rivelare anche una modifica culturale nell´approccio agli "status symbol". Il consumo frugale fa breccia anche tra i ricchi.
Federico Rampini