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 2009  agosto 28 Venerdì calendario

Kennedy Eunice

• Brookline (Stati Uniti) 10 luglio 1921, Hyannis (Stati Uniti) 11 agosto 2009 • «’Voi siete le stelle e il mondo vi sta guardando. Da oggi portate un messaggio in ogni villaggio, in ogni città, in ogni nazione. Un messaggio di speranza, un messaggio di vittoria”. Era il 1987, Eunice Kennedy parlava alle migliaia di atleti e alle loro famiglie, che si erano ritrovati a South Bend, nell’Indiana, per i Giochi Mondiali di Special Olympics, il più importante programma sportivo per persone con disabilità intellettiva e relazionale, diffuso in tutto il mondo. [...] Quelle parole pronunciate nel discorso in Indiana erano la sintesi perfetta di quello che lei (sorella, fra gli altri, di Bob, John e Ted Kennedy e mamma di Maria Shriver, oggi moglie di Arnold Schwarzenegger) aveva voluto quando aveva ideato e fondato Special Olympics negli Anni 60. [...] Dicono si impegnasse così per l’amore verso una sorella, Rosemary, affetta da lieve disturbo mentale. Quello che ha fatto rimarrà nella storia dello sport e della società [...]» (Claudio Arrigoni, ”La Gazzetta dello Sport” 12/8/2009) • «In fondo, la storia della sua vita è quella di un lungo e nobile contrappasso. Il riscatto ostinato e alla fine vincente di una pagina oscura, il segreto non segreto più imbarazzante della sua famiglia. E quando il giudi zio dei posteri farà i conti finali con l’eredità dei Kennedy, il nome di Eunice Kennedy Shriver sarà probabilmen te a fianco di quelli dei suoi fratelli John, Robert e Ted nel tempio dei grandi servitori pubblici che più hanno con tribuito a fare l’America migliore. [...] quinta dei nove figli di Joseph e Rose Kennedy [...] ha cambiato come pochi altri la percezione del ritardo mentale, trasformando le vite di milioni di disabili in tutto il pianeta. [...] laureata in sociologia a Stanford, sposata nel 1953 a R. Sargent Shriver, l’amico dei giovani Kennedy che poi avrebbe fondato i Peace Cor ps e sarebbe stato candidato alla vice-presidenza nel 1968, Eunice aveva seguito sin dagli Anni Quaranta la vocazione all’impegno civile, occupandosi della delinquenza giovanile per il Dipartimento della Giustizia e lavorando come assistente sociale nelle carceri femminili e nei Tribunali dei minorenni. Ma si era soprattutto interessata alle cause del ritardo mentale e a un trattamento più umano dei disabili, in un’era in cui l’unica strada praticata era quella di rinchiuderli in una casamatta. Aveva fatto così e anche peggio Joseph Kennedy, come scrisse proprio Eunice in un celebre articolo del 1962 sul Saturday Evening Post , svelando la ”macchia” inconfessata della dinastia: sua sorella maggiore, Rosemary, aveva un grave handicap mentale ed era stata rinchiusa sin dal 1941, a 23 anni, in un’istituzione per disabili di New York. La leggenda vuole che il vecchio Joe, sciupafemmine senza ritegno, amante tra le altre di Gloria Swanson e Marlene Dietrich, temesse la disinvoltura inconsapevole con cui la povera Rosemary si concedeva a chiunque ci provasse. Una mina vagante per l’immagine della famiglia, una minaccia per le ambizioni politiche che lui già nutriva per i figli. Così, dopo averla fatta internare, la fece anche lobotomizzare, tecnica allora sperimentale, con la scusa di proteggerla da se stessa. I risultati furono disastrosi: la ragazza regredì a uno stato infantile, quasi del tutto incapace di parlare. Su consiglio dei medici, che temevano effetti imprevedibili per la sua psiche dalla visita di un familiare, nessuno dei parenti andò mai a trovarla alla St. Coletta School in Wisconsin dov’era stata trasferita. Ro semary morì nel 2005. ”Può succedere in ogni famiglia – scrisse Eunice – ma la verità è che l’85% dei disabili può diventare un buon cittadino con l’aiuto di una speciale educazione e riabilitazione e un altro 10% può dare piccoli contributi, che non comportano studio”. Fedele a questo convincimento, probabilmente motivata dal senso di colpa derivante dalla propria tragedia familiare, da allora Eunice Shriver Kennedy non ebbe più pace. C’erano 1000 atleti da 26 Stati americani e dal Canada alle prime Special Olympics di Chicago del 1968. Oggi il movimento ne conta 2 milioni e mezzo da 180 Paesi. ”Sarà ricordata co me il loro campione – hanno detto Barack e Michelle Obama – una donna straordinaria che più di ogni altro ha insegnato alla nostra nazione come nessuna barriera fisica o mentale possa frenare il potere dello spirito umano”[...]» (Paolo Valentino, ”Corriere della Sera” 12/8/2009).