
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il cancro al cervello alla fine ha ucciso Ted Kennedy, 77 anni, senatore da quasi mezzo secolo, capo di uno dei clan più illustri d’America, fratello di John, il presidente ammazzato a Dallas nel 1963, e di Bob, ucciso pochi anni dopo quando stava tentando la conquista della Casa Bianca. Ted è morto nella sua casa di Hyannis Port. Forti espressioni di dolore non solo da parte di Obama, di cui il senatore scomparso è stato un grande sostenitore, ma anche di Bush.
• Non era poi così importante, però, no? Voglio dire: meno importante dei fratelli.
Aveva tentato di candidarsi alla Casa Bianca nel 1980, ma non era neanche riuscito a ottenere la nomination . Volle arrivare però fino alla fine e presentarsi alla Convention benché avesse appena 1225 delegati contro i 1981 di Carter, che era il presidente uscente. I democratici scelsero Carter (che poi fu travolto da Reagan) e lui per la rabbia non volle neanche stringergli la mano. Durante le ultime primarie, Hillary s’è richiamata continuamente a quell’episodio per sostenere il suo diritto a non cedere a Obama fino all’ultimo. Come sappiamo, dovette poi cambiare idea. Quanto all’importanza di Ted, beh, era il capoclan di questa potentissima famiglia che adesso si ritrova senza punti di riferimento: si contendono la leadership la figlia di John, Caroline, che però non è neanche riuscita a diventare senatrice di New York dopo l’ascesa di Hillary al ministero degli Esteri. E il figlio di Robert, Joe. Contro di loro proprio la vedova di Ted, e sua seconda moglie, Vicky, che ha qualche aspirazione di leadership, forse anche pensando ai due figli avuti dal primo matrimonio e che Ted aveva adottato. Ted in realtà avrebbe tifato per Caroline, che era la sua cocca. In The Dreamer That Never Died dell’ex direttore del New York Times, Edward Klein, c’è il racconto di tutte le infinite beghe della famiglia.
• E’ giusto parlar male di un morto?
Non ne ho ancora parlato male. I Kennedy, generalmente parlando, sono dei tipacci. Al vecchio Joseph, padre dei nove Kennedy che occupano la nostra vita, piacevano i nazisti. Aveva fatto i soldi col contrabbando degli alcolici. Ted, a sua volta, ne ha combinate di tutti i colori. Fu espulso da Harvard perché copiava. Finì con l’auto in mare a Chappaquiddick, vicino all’isoletta di Martha’s Vineyard dove Obama sta in vacanza adesso, e lasciò morire annegata Mary Jo Kopechne, sua segretaria- amante, senza avvertire nessuno dell’incidente, perché sperava in qualche modo di farla franca. Un episodio che gli ha stroncato la carriera. Una volta che il figlio Patrick – ex cocainomane ma ciononostante deputato – andò a sbattere con la Mustang contro una barriera di cemento del Congresso, papà si diede da fare per impedire alla polizia di fargli la prova del palloncino. E un’altra volta lo beccarono che si strusciava alla cameriera di un bar, profittando del fatto che la moglie era andata un attimo al bagno (la poveretta si chiamava Carla Gaviglio). Come tutti i Kennedy era piuttosto sessuomane.
• Avrà fatto qualcosa di buono, no?
E’ stato senatore quasi mezzo secolo (in America è prassi che il seggio al Congresso o al Senato siano praticamente a vita) e ha fortemente appoggiato Obama per la riforma sanitaria. Obama tiene nel suo studio un suo olio in cui si vede una veduta di Cape Cod. Del resto nel suo Stato, il Massacchussetts, una riforma sanitaria alla maniera di Obama è già stata realizzata, con il suo appoggio. Ma, democratico e liberale, Ted non ha avuto paura di sposare le idee degli avversari, quando lo persuadevano. Ha appoggiato l’intervento in Iraq voluto da Bush ed è sempre stato contrario all’aborto.
• Il suo atto politico più importante?
La legge (firmata con Kerry, Hillary e John Edwards) che escludeva dalle commesse pubbliche tutte le aziende che avessero trasferito all’estero anche solo 50 posti di lavoro. Una norma per niente liberal , e adottata nel 2004, quando non c’era ancora la crisi e non si parlava ancora con tanto spavento di un ritorno al protezionismo. Mi piace ricordare anche questo: fu un senatore serissimo, esemplare soprattutto se paragonato ai nostri. Dal 1993 fino a maggio dell’anno scorso, quando si scoprì il tumore, aveva bucato solo 206 votazioni su 4044. Giavazzi ha raccontato che in Massacchussets era normale sentir dire da qualcuno: «Ora telefoniamo all’ufficio del senatore Kennedy e gli chiediamo di occuparsi di questo problema».
• Mogli? Figli? Solo lo sciagurato Patrick di cui sopra?
Tre figli dalla prima moglie Joan, da cui divorziò nel 1982. Di Patrick abbiamo detto. E gli altri due non hanno nessuna intenzione di far politica. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 27/8/2009]
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