
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Bisogna ridiscutere la questio ne dell’influenza suina. Gli ame ricani temono (ribadisco: «te mono » e non «prevedono») tra i 60 e i 90 milioni di infettati en tro la fine dell’anno, con un mi lione e 800 mila ricoverati e 90 mila morti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che un terzo della popolazione mondiale, cioè due miliardi di persone, saranno infettate en tro due anni.
• I vaccini sono pronti?
No, né in Italia né in America. Una delegazione di coreani del Sud è venuta in Europa chiedendo disperatamente che gli fornissero qualche mi lione di dosi. In quel Paese l’apertura delle scuole è stata rimandata. Da noi le scuole ria prono a metà settembre e sarà di sicuro un momento topico perché lo stare insieme di tan ti soggetti favorisce evidente mente il contagio. Ieri sono rientrati dalle vacanze 56 mila nesi tutti affetti dalla suina, ma in una forma talmente leg gera che ne hanno ricoverati solo dieci e non perché fossero particolarmente gravi. I 1517 casi che si sono verificati fino ra da noi risultano lievissimi in assoluto e ancora più legge ri se paragonati alla normale influenza che ci pigliamo tutti gli inverni. Quanto ai vaccini, sono in preparazione e arrive ranno a metà novembre.
• Chi saranno i primi a essere messi al sicuro?
C’è stata una riunione qualche giorno fa al ministero del Wel fare, col direttore generale del la Prevenzione Sanitaria del Ministero, Fabrizio Oleari, Ma ria Grazia Pompa, Stefania Sal maso e alcuni funzionari regio nali. Dal 15 novembre saranno disponibili 8 milioni e mezzo di dosi. Con un milione e mez zo di queste dosi si vaccineran no il personale sanitario e di assistenza dei servizi sanitari accreditati (resterà fuori da questa prima fase il personale delle strutture private), le strutture socio sanitarie (case di riposo, RSA) il personale dei Distretti Sanitari, almeno il 90% dei medici di famiglia e dei pediatri, i medici compe tenti, gli addetti ai servizi am ministrativi di supporto, il per sonale delle Poste Italiane e della Telecom. Con i restanti sette milioni e mezzo di dosi si vaccineranno i soggetti a ri schio di età compresa tra i due e i sessantacinque anni. Dal 31 gennaio, con altri 16 milioni di dosi disponibili, si procederà a favore della popolazione sana di età compresa tra i due e i 27 anni secondo modalità ancora da definire. Verranno aumen tati del 20% anche i vaccini per l’influenza – diciamo così – «normale».
• Morti previsti?
Mah, da noi fino a questo mo mento nessuno. In Italia la sui na si è presentata, come ho det to, in una forma talmente lie ve da sembrare benefica. Ol tre tutto, chi l’ha presa s’è mes so al sicuro: ha sviluppato gli anticorpi e non sarà mai più in fettato da quel virus particola re.
• E i 90 mila morti americani?
Guardi che sulla base dei nu meri forniti, non è neanche un tasso così alto. Voglio dire, se gli infettati saranno davvero almeno 60 milioni. Si tratta di una percentuale inferiore allo 0,20%. L’influenza normale in genere uccide l’1% degli infet tati. Negli Stati Uniti si aspetta no una recrudescenza per la metà di ottobre e il governo ha già investito due miliardi di dollari per comprare 159 milio ni di dosi che saranno pronte per quella data. La dichiarazione più preoccupante l’ha fatta Mark Lipsitch della Harvard School of Public Health: «Le stime non prendono in consi derazione l’ipotesi che il virus muti in una forma più pericolo sa. In ogni caso non è l’influen za a cui eravamo abituati».
• Com’è la situazione dei morti in questo momento?
In Europa il Paese col maggior numero di contagiati è la Ger mania, con 14.325 casi, senza però neanche un decesso. In Gran Bretagna hanno avuto 12.957 casi e 59 morti, con una percentuale di circa lo 0,5%. In Spagna finora ci sono stati 15 morti. Nel mondo i morti a ieri risultavano 2594 su 254.927 infettati, dunque sia mo al classico 1%. Eurosurveil lance ha notato che il 51% dei decessi è avvenuto tra persone che avevano tra i 20 e i 49 an ni. Nel 49% dei casi la suina ha ucciso pazienti che erano affet ti da qualche altra patologia, soggetti cioè in qualche modo già indeboliti da un male. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 26/8/2009]
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