Maurizio Crosetti, la Repubblica 26/8/2009, 26 agosto 2009
MAMMA BLOG
Sono storie di amore e solitudine. Sono donne a caccia di consigli e prodotti per il mestiere più difficile e più bello del mondo, fare figli. Clic, mouse e bebè: sono le mamme blogger, sempre di più anche in Italia. Due milioni.
Sono storie di amore e solitudine. Sono donne a caccia di consigli e prodotti per il mestiere più difficile e più bello del mondo, fare figli. Clic, mouse e bebè: sono le mamme blogger, sempre di più anche in Italia. Due milioni. Secondo una recente indagine dell´Università Bocconi, 88 mamme italiane su cento navigano su Internet, e 65 su cento leggono libri per imparare a farlo. Ma, soprattutto, 75 su cento frequentano i blog dedicati a loro. E le cifre rivelano che non si tratta solo delle giovanissime (loro, in rete cercano per lo più informazioni): in media, hanno dai 36 ai 42 anni e sono abituate a tenere lo schermo del computer sempre acceso. E poi, lì dentro comprano un sacco di roba. Negli Usa, le mamme blogger rappresentano addirittura il 19 per cento della popolazione attiva su Internet.
Clic, mouse e bebè. Sono due milioni in Italia le donne che cercano consigli in Rete per il mestiere più difficile del mondo: crescere i figli Hanno dai 36 ai 42 anni e sono abituate a tenere lo schermo del pc sempre acceso. Per raccontare le loro storie di maternità, tra gioie e paura di non farcela. Ma anche per chiedere conforto o semplicemente ascolto
Si va dai ricordi dell´attesa a quella bomba che scoppia quando arriva il bambino
Negli Stati Uniti rappresentano il 19% della popolazione attiva su Internet
Le aziende lo hanno capito e invadono di messaggi promozionali questi diari online
C´è spazio anche per l´impegno sociale o per segnalare medici, avvocati e ristoranti
Le aziende l´hanno capito, e ormai invadono di pubblicità i blog col pancione: passeggini, cibi, fasciatoi, vestitini, cosmetici, pannolini, perché più di altre categorie sociali le mamme sono filtro e mediazione tra produttori e consumatori: nel 72 per cento dei casi, sono proprio loro a decidere cosa acquistare. Il bilancio familiare, e un bel pezzo dell´economia mondiale, è nelle loro mani. In fondo, la maternità è l´anima del commercio.
Il flusso informativo non va in una sola direzione, visto che il "mommy blogging" è anche quella cosa che serve alle mamme per dire ai produttori cosa serve davvero: sono già stati organizzati convegni, e un colosso come la Pampers ha convocato quindici "top mamme blogger" nella sede centrale di Cincinnati per avere suggerimenti e testare prodotti. Invece, da noi i "papà blogger" sono più rari dei panda.
Lo spazio virtuale delle mamme era un forum ed è diventato un outlet. Tuttavia resiste la parte più narrativa. Sono esplosioni di gioia sgomenta («Dall´istante stesso in cui un test di gravidanza si colora di rosa, tutto cambia sapore, consistenza, spessore»), ma c´è anche la paura di non farcela: sporgendosi sull´abisso della maternità si vede proprio tutto, compreso il vuoto. E come spesso accade, le parole un po´ salvano perché fanno compagnia, costruiscono ponti sul mondo, curano ferite, illudono, risolvono problemi, incoraggiano.
Scrive Caia: «Mio piccolo Momo, il tuo primo mese di vita è volato via, così rapido che sembra irreale. Faccio fatica soprattutto perché ogni giorno di questo mese, con le scoperte che abbiamo fatto insieme, i progressi e le prime volte, è una spina negli occhi che bruciando mi dice che stai crescendo, che sei sempre più altro da me». C´è il tempo dell´attesa, così ricco di bellezza ma anche di sottrazioni, di malinconie impreviste. Ma c´è soprattutto quella bomba atomica che scoppia quando il figlio poi arriva, specialmente il primo, e nessuno si sente capace non diciamo di crescerlo ma neppure di afferrarlo: così piccolo, si romperà? «Se avessi avuto le mamme blogger vicino a me, i primi anni con i figli sarebbero stati più lievi» scrive Paola.
Il sottofondo è un´energia mista a inadeguatezza, un bisogno di aiuto, di chiedere e dare. Ma i luoghi per farlo, gli stili, i linguaggi sono davvero i più diversi. C´è lo storico blog "Nonsolomamma", forse il più famoso nella blogsfera, che ha addirittura prodotto un libro. C´è "Fattoremamma", altra presenza pionieristica: lo aprì Jolanda nel 1999. C´è "MammeBlog.it", pieno di informazioni utili. C´è "Panzallaria", tra aneddoti al sugo e frollini al cioccolato. C´è "Smamma", per quelle che lavorano e non si danno pace. Ci sono le creazioni di "Mamma Felice" che fa i ciappini, cioè lavoretti facili da copiare. C´è anche "Mamma imperfetta", dove Silvia non ha paura di confessare dubbi e difficoltà, ma vuoi mettere quando poi li superi.
«Io con mia figlia sono stata un vero disastro: all´inizio facevo brodi troppo brodosi e poi non riuscivo a dosare le creme in polvere» si legge su "Blogmammasfera". Segue uno schema di svezzamento. Invece, navigando dentro "Mammablogger.net" può capitare di imbattersi in una pagina che s´intitola "Archive for the cacca category", ma non c´è niente da ridere perché qui si tratta il serissimo tema dei pannolini bio-compatibili. Perché le mamme in rete parlano anche di ecologia e ambiente, di pezze lavabili come si usava una volta e di pappe fatte in casa. «Questo è il mio non-luogo del cuore».
Ma essere blogger non vuol dire guardarsi l´ombelico o commiserarsi. C´è spazio anche per l´impegno sociale, come nel sito "www.mammenellarete.it": per ogni video girato e caricato, per ogni articolo inviato in redazione, uno sponsor verserà un euro in aiuto delle mamme del sud del mondo. E a Milano il sito "www.radiomamma.it" segnala ristoranti, bar, banche, designer, avvocati, medici, insomma gente ben disposta nei confronti delle famiglie con bambini. Non è poi così scontato, e a volte ci si sente come estranei in un mondo che vuole solo adulti.
Sono proprio brave, queste "donne e mamme cazzutissime" (definizione su Emilystar.spinder.com) a variare il tono degli interventi, mescolando poppate, giochi educativi, campi scout e richieste alle istituzioni per un rientro più facile al lavoro (uno dei temi più ricorrenti) dopo la maternità. l´eterno problema di come conciliare l´impiego e la famiglia. Perché diventare mamme è un evento gigantesco, doloroso, faticoso, che molte patiscono e non tutte riescono a superare da sole: avrebbero bisogno di un aiuto psicologico, o solo di una madre, però magari non ce l´hanno o non hanno il coraggio di chiedere. Neppure ai signori papà: ma non generalizziamo, ci sono anche i maschi che scrivono e condividono, cambiano pannolini (ecologici e non) e scaldano biberon nel cuore della notte come nella canzone di Venditti. Uno di loro, addirittura, ha scritto in rete il romanzo della sua paternità, in forma di lettera al pupo.
Ma sono le donne a viaggiare davvero nell´avventura del loro figlio nuovo di zecca, e del loro blog. Piovono parole come speranze e dolori. Scrivono bene, ma soprattutto scrivono dal vero. «Mi sembra che ce la possiamo fare, c´è in giro un´energia spaventosa». «Ehi, qualcuna di voi sa dirmi perché oggi i ragazzini sono quasi tutti obesi?». «Io vorrei solo uno sguardo, oppure un bacio, per finire bene la giornata». «Sono una dolce, aggressiva, incasinata, organizzata, apatica, frenetica mamma moglie lavoratrice, sempre di corsa e sempre in ritardo, ma questo blog è un posto dove ho deciso di fermarmi». «Che strana sensazione, quando quello che scrivi entra proprio nel cuore delle persone».
E fanno tenerezza queste mamme scrittrici, queste piccole luci che lampeggiano come stelle dentro uno schermo. Viene da immaginarle a tarda sera, oppure a notte fonda, quando il bimbo dorme e loro hanno bisogno di parole, di qualcuno che finalmente nel silenzio le ascolti.