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 2009  agosto 26 Mercoledì calendario

Produttori di uve rosse e il diritto all’invidia - Trenta centesimi in meno al miria, ovvero per ogni chilo d’uva i moscatisti avranno due monetine in meno: una da due cent (quelle con la Mole sul retro) e una da un solo cent

Produttori di uve rosse e il diritto all’invidia - Trenta centesimi in meno al miria, ovvero per ogni chilo d’uva i moscatisti avranno due monetine in meno: una da due cent (quelle con la Mole sul retro) e una da un solo cent. (quella con il maniero svevo di Castel del Monte in Puglia). Due monetine che nemmeno si spendono più e finiscono nei bicchieri delle mance dei bar. Eppure ieri alla sede del Consorzio dell’Asti quei tre centesimi hanno pesato, perché significano per i vignaioli 386 euro in meno per ogni ettaro di vigne che renderanno ora 9167 euro. Una limatura del 3% che, va detto chiaramente, poteva essere anche più drastica e dolorosa, visto l’aria che tira nel resto delle vigne italiane. L’assessore regionale Taricco si è speso per trovare l’accordo e alla fine ha sconfitto chi gufava e auspicava il libero mercato. I produttori piemontesi di molte uve rosse che stanno maturando nei filari firmerebbero al buio per queste quotazioni. Chi ha barbere anche quest’anno avrà il sacrosanto diritto di invidiare i moscatisti. L’accordo del 25 agosto è positivo ma non risolve altri nodi importanti del comparto. Resta una fragilità di fondo e resta la questione delle spese per la promozione che hanno visto finora fatturare una ventina di milioni di euro semi pubblici in spot e altre iniziative senza che i mercati se ne accorgessero. Anzi. Ce ne sono altri 27 da investire. Il Consorzio, il suo presidente Ricagno, i rappresentanti delle Case spumantiere con i centri nevralgici decisionali lontani dalle zone di produzione, i vignaioli e le loro associazioni hanno il dovere di interrogarsi sul futuro. Buona vendemmia.