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 2009  agosto 26 Mercoledì calendario

EDWARD M. KENNEDY

conosciuto fin da bambino come ’Ted’, era nato il 22 febbraio 1932 a Boston, la città in cui la dinastia irlandese e cattolica dei Kennedy si era insediata alla metà del XIX secolo. Era l’ultimo dei nove figli di Joe Kennedy e Rose Fitzgerald. Andò ad Harvard ma fu espulso per aver copiato un compito. Dopo un periodo nell’esercito ritornò nelle stesse aule e si laureò.
Ted era il più giovane dei quattro fratelli della dinastia Kennedy. Joe perse la vita durante la Seconda guerra mondiale. John fu assassinato nel 1963, meno di tre anni dopo essere stato eletto presidente degli Stati Uniti. Bob fu ucciso nel 1968 mentre faceva campagna elettorale per ottenere la nomination democratica.
La morte dei fratelli lo rese il custode dei loro 13 figli, che andarono ad aggiungersi ai tre avuti dalla moglie Joan, dei quali uno, Patrick, ha intrapreso la carriera di deputato. Il matrimonio finì in divorzio nel 1982 e Kennedy si risposò con Victoria ’Vicky’ Reggie, adottando i suoi due figli.
Dopo la morte dei fratelli, e dopo la scomparsa del padre Joseph nel 1969, Ted aveva preso in mano il timone della famiglia simbolo della politica americana. Liberale, abilissimo nella gestione delle dinamiche congressuali, era uno dei più influenti e longevi politici della storia Usa.
Il "Leone del Senato", come anche gli avversari lo chiamavano con rispetto, ha rappresentato in Congresso lo stato del Massachusetts ininterrottamente dal 1962 firmando una mole di leggi che hanno ridisegnato l’America contemporanea.
Un incidente nel 1969 rimase una macchia indelebile: la sua auto finì in mare a Chappaquiddick, un’isoletta a fianco dell’esclusiva isola Martha’s Vineyard e l’assistente di Kennedy, Mary Jo Kopechne, morì annegata. Il senatore era alla guida, ma lasciò la scena dell’incidente e non avvertì le autorità fino al giorno dopo. Disse sempre di aver cercato di salvare la ragazza ma un tribunale lo condannò a due mesi di carcere, con sentenza sospesa, per omissione di soccorso.
Erede e portabandiera delle politiche progressiste radicate nel partito democratico fin dall’epoca del New Deal di Roosevelt, Ted Kennedy è stato in prima linea per decenni sul fronte della lotta per i diritti civili e delle politiche di sostegno alle classi deboli. Nei primi anni ’70 guidò i democratici nel duro confronto con la Casa Bianca di Richard Nixon per ottenere la fine dell’avventura militare in Vietnam. Gli anni Ottanta, quelli della presidenza Reagan, furono i più duri per Kennedy, che per due volte (1984 e 1988) rinunciò a candidarsi per la Casa Bianca.
Era comunque l’anima più progressista dei democratici sui temi dell’immigrazione, del controllo delle armi, dei matrimoni omosessuali, e del salario minimo ai meno abbienti. Sull’interruzione di gravidanza, invece, aveva sempre manifestato una sostanziale opposizione alla sua legalizzazione pur dicendosi comprensivo delle ragioni di chi abortisce.