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 2009  agosto 26 Mercoledì calendario

ECCO IL NEGOZIO PIU’ RICCO DEL MONDO


Così iPod e iPhone hanno surclassato Tiffany sulla Quinta Strada

Lo store aperto 24 ore su 24 diventato in pochi anni luogo di incontri e attrazione turistica

NEW YORK - La battuta più carina l´ha infilata una giornalista e blogger, Nicole Martinelli, sul suo sito di Mac-fanatici: a quando "Colazione da Apple"? Dimenticate Tiffany: oggi Audrey Hepburn penzolerebbe davanti al grande cubo trasparente che campeggia all´incrocio tra 59esima e Quinta Strada, a pochi isolati dalle vetrine fino a ieri più agognate del mondo. Addio diamanti e preziosi, addio collier: i nuovi oggetti del desiderio si chiamano iPhone (possibilmente Terza Generazione), iPod e iMac.
I numeri parlano da soli: lo store della Mela avrebbe toccato quest´anno il tetto record di vendite di 350 milioni di dollari, cioè 35 mila dollari per "square foot", piede quadro, come si usa misurare qui, grosso modo 315mila dollari (cioè 220mila euro) a metro quadro. Nello stesso periodo, il glorioso negozio di Tiffany, da 70 anni bandiera dell´eleganza su quella stessa Fifth Avenue, ha venduto per quasi la metà: 18mila dollari per "square foot", 162mila dollari (113mila euro) a metro quadro, praticamente la metà.
Un vero e proprio miracolo sulla Quinta Strada, quello di Apple. Che costringe adesso a rivedere la classifica dei negozi più ricchi del mondo. Tutto si svolge nel giro di pochissimi isolati. La Fifth attraversa quasi l´intera Manahttan: nasce Downtown, a sud, a Washington Square, la piazza che ai tempi di Henry James era il cuore della borghesia del Nuovo Mondo (e oggi il cancello dei due quartieri alla moda, Soho e Vilage) e arriva su a nord fino alla 142esima, Harlem, costeggiando Central Park. La via della moda si riduce però a quella porzione che va dalla 34esima alla 59esima, dov´è adesso collocato il cubo di Apple, alle porte di Central Park, e la zona più chic si restringe ancora di qualche isolato. Ora, per esempio, è battaglia per occupare lo store al 666 Fifth Avenue, all´altezza della 53esima, che Brooks Brothers (il negozio principale qualche isolato più in là, sulla Madison) ha abbandonato perché troppo caro (46 milioni di dollari). Da Zara a Uniqlo, la corsa al nuovo store è tra i marchi più casual, che in questa congiuntura vendono meglio. Ma le grandi firme sono tutte qua. E tutte sotto schiaffo di Apple, l´ultimo arrivato. Prendete l´altro famosissimo gioielliere di Manhattan, per esempio, Harry Winston, tre isolati più in là, 56esima strada: vende "solo" per 108 milioni di dollari al metro quadro. O Abercrombie & Fitch, sempre lì sulla 56esima: le vendite sono scese del 23%. O Saks, gli storici magazzini, una bandiera di New York che svetta dal 1924 all´angolo con la cattedrale di San Patrick, sulla 50esma: giù anche le loro vendite del 22%.
Tutti giù. Tutti surclassati dalla performance di quel cubo di vetro aperto 24 ore su 24 eretto davanti all´ex grattacielo Gm, lo store vero e proprio che si sviluppa sottoterra, 500 impiegati al lavoro per 365 giorni all´anno. Non sarà che in quel record c´è qualcosa che non quadra? «350 milioni di dollari vorrebbe dire che Apple ha venduto materiale per un valore di 1 milione di dollari ogni singolo giorno dell´anno. Una cifra semplicemente astronomica, anche a New York», dicono gli scettici di Daily Finance, un sito specializzato. Che però si sono dovuti ricredere. «Anche se la cifra può sembrare estremamente alta, è certamente possibile» dice Madison Riley, un esperto della Kurt Salmon Associates. «Finora il record di cui avevo notizia era di un rivenditore di Las Vegas: 108mila dollari a metro quadro».
La verità è che la performance di Apple è davvero eccezionale: in tempo di crisi, quando le vendite al dettaglio (dato nazionale Usa) scendono del 9,2%, quel 2,5% in più totale sa davvero di eccezionalità. Che sulla 59esima strada, in quel cubo, diventa miracolo. «Non è più solo un negozio, è un posto dove la gente si dà appuntamento, entra, fa un giro. I turisti arrivano e chiedono: Apple Store, Apple Store. Un´attrazione», spiega Faith Hope Consolo, esperto di mercato della Prudential Real Estate.
Ma la Mela non è mai sazia: ieri ha confermato l´apertura di un nuovo store, il quarto in città, nell´Upper West Side, probabilmente vicino al Lincoln Center, la sede del Metropolitan, un concentrato edilizio di musica, arte, spettacoli, danza. Ci mancava soltanto l´iPod.