Arturo Carlo Quintavalle, Corriere della sera 26/8/2009, 26 agosto 2009
VENEZIA PRIMA DI VENEZIA
La fortuna bizantina di Torcello riscrive la storia della Laguna
Provate a immaginarlo il filo della costa Adriatica attorno al III o IV secolo, quando il delta del Po non sporge come oggi sul mare, quando il porto di Classe, presso Ravenna, è affollato di navi anche se basterà un secolo, dal VI al VII, per rendere l’approdo di fatto impraticabile. E poi c’è Torcello, un’isola della laguna, e poi c’è Grado, sempre sul mare, e poi ci sono in Istria Parenzo e Pola, e poi, quasi alla fine della costa dalmata, c’è Spalato, palazzo-città costruito alla fine del III secolo dall’imperatore Diocleziano. La storia della zona settentrionale dell’Adriatico, fino alla Dalmazia è complessa e, per capire, bisogna ripercorrerla brevemente. Tutto inizia con la occupazione romana del territorio che si consolida all’epoca di Augusto e che punta su alcuni centri, Ravenna col porto di Classe, Aquileia, Pola; poi la crisi dell’Impero determina per le città momenti difficili, dall’invasione di Alarico (401) a quella di Attila (452).
Intanto la chiesa cristiana modifica la struttura delle città coi suoi edifici religiosi nel IV, V e VI secolo, come provano il complesso di Parenzo e le basiliche di Aquileia, ma presto cominciano tensioni diverse. Da una parte Teodorico, re dei goti, che domina a Ravenna dal 493 al 526, ariano, di fatto determina la duplicazione degli edifici di culto; dall’altra la presa del potere, con Giustiniano, dei bizantini che conquistano Ravenna e la costa dalmata; infine la venuta dei longobardi (568-569), invasori ariani che recano con sé le famiglie, in tutto forse 300.000 persone, e che si stanziano nel territorio in modo permanente organizzandolo in ducati, uno a Cividale, nell’entroterra. Il rischio delle invasioni stimola il rafforzarsi di strutture urbane periferiche, diciamo da Grado ad Aquileia e a Torcello, dalle quali sembra sia sorta la stessa Venezia.
Finora le città, gli insediamenti cristiani, nascono quasi sempre su strutture romane, e basta ricordare Trieste o Pola per scoprire la forma romana della città nella quale si integrano le grandi basiliche paleocristiane. Per Venezia i problemi sono diversi. Secondo la ipotesi tradizionale la città, fondata, secondo la leggenda, nel 421, si sviluppa fortemente nel IX secolo quando il doge Giovanni Partecipazio costruisce la prima chiesa di San Marco fra 829 e 832 chiudendovi le reliquie del santo rapite ad Alessandria d’Egitto; l’altra ipotesi, di Wladimiro Dorigo, è che Venezia abbia origini romane e quindi sia stata da allora sempre abitata, come del resto mostrerebbero, nel suo tessuto, tracce delle insulae romane.
Gli insediamenti lungo la costa adriatica settentrionale usciti dalla colonizzazione romana e, dopo, dal confronto con l’invasione longobarda e dal dialogo con l’Impero bizantino, raccontano le vicende di una storia complessa che sembra dividersi in due età diverse, prima e dopo la conquista di Ravenna e delle zone costiere fino alla Dalmazia da parte di Giustiniano nel VI secolo. Dunque vengono prima le basiliche di Aquileia e di Parenzo coi loro pavimenti musivi, con il sistema simbolico delle loro raffigurazioni legate alla tradizione dei pavimenti romani.
Le città della costa adesso sono fortificate: il mosaico del VI secolo a Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna mostra la città chiusa da mura che formano un cerchio, forse simbolico, mentre altre mura circondano anche il porto di Classe con le grandi navi bizantine; e sono chiuse da mura tutte le città, fino a Pola e Zara e Spalato. Dentro Ravenna Giustiniano propone una struttura a pianta centrale, il San Vitale, che evoca gli spazi simbolici degli edifici di Costantinopoli legati alla filosofia neoplatonica, chiesa dunque come segno del cosmo, come la nuova Santa Sofia voluta dallo stesso Giustiniano che sostituisce quella a pianta basilicale edificata nel IV secolo da Costantino. Dunque l’imperatore bizantino propone una nuova riflessione sull’immagine che modifica la precedente tradizione tardoantica. E dopo?
I longobardi abbandonano il credo ariano e si fanno adepti della chiesa di Roma ma saranno sconfitti da Carlo Magno nel 774, quando la penisola sarà annessa all’Impero, al rinato impero cristiano d’occidente del quale Carlo diventa sovrano nel Natale dell’ 800 a San Pietro a Roma. Proprio Carlo però saccheggia Ravenna portando via marmi antichi, colonne, capitelli, per trasferirli ad Aquisgrana, la nuova capitale; e da Ravenna viene spostato anche il grande monumento di Teodorico a cavallo che sarà collocato davanti al palatium nella nuova sede dell’Impero. Adesso, nel IX secolo, la prima chiesa di San Marco, forse già a pianta centrale, è stata edificata; l’altra, che vediamo, si data dal 1063, con modifiche e trasformazioni ulteriori.
Venezia cresce, Torcello, forse fondata nel 452 dalle popolazioni di Altino che vogliono sfuggire agli Unni, progressivamente resta sempre più ai margini, ma non prima di avere lasciato prove di qualità altissima, come i mosaici del XII e XIII secolo nella controfacciata e nell’abside della cattedrale.