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 2009  agosto 26 Mercoledì calendario

SECOND LIFE RISCHIA DI MORIRE RESTA «VIVO» SOLO UN AVATAR SU 40


Troppa concorrenza, la comunità virtuale è entrata in crisi

MILANO – Diciassette mi­lioni di avatar, le identità vir­tuali dei membri registrati. Ma solamente 400 mila utenti atti­vi nelle 226 mila isole di cui è composto l’universo parallelo di Second Life. E ancora: una media di 1,2 milioni di login al mese, con il 90% del traffico prodotto da meno di un quin­to degli utenti, i fedelissimi che vanno da quanti si collega­no tra le 4 e le 50 ore al mese agli «smanettoni» compulsivi capaci di stare connessi anche 10 ore al giorno. Le cifre le ha illustrate nei giorni scorsi Tom Hale, chief product officier di Linden Lab, la società che ha creato l’universo parallelo più popolare della rete, alla Second Life community convention di San Francisco. Non solo: il 90% degli utenti che si registra, stando a Slnn.it, il news network della community ita­liana, abbandona l’universo virtuale dopo poche sessioni. Fino al 2006-2007 Second Life stava sempre sotto i riflettori, catturava l’attenzione mediati­ca. Politici, aziende, personag­gi dello spettacolo vi ci sono buttati. A distanza di un paio d’anni tutto è cambiato. Un po’ perché le mode passano. E un po’ perché sulla scena del web hanno fatto irruzione social network come Facebook o Twitter, con le loro reti in cre­scita esponenziale, divenuti le nuove tribune su scala planeta­ria.

Anche il ministero degli Esteri aveva scommesso su Se­cond Life, aprendo il «91esimo istituto», gemello virtuale de­gli Istituti italiani di cultura sparsi per il mondo. « ancora attivo ma non viene più aggior­nato in modo costante – am­mettono dalla direzione gene­rale della Farnesina ”. Second Life ha preso una deriva molto commerciale e col tempo il flusso dei visitatori è calato drasticamente. Abbiamo così preferito scommettere su este­ricult. it, una blog collettivo che punta sull’interattività».

Chi frequentava Second Life in un’ottica più professionale ha deciso di fare le valigie. «Ab­biamo iniziato a pensare di uscirne quando eravamo al­l’apice del successo – raccon­ta Bruno Cerboni, ingegnere, ’papà’ di Parioli, la prima re­gione italiana del metaverso (cioè dell’universo paralle­lo) Linden ”. Second Life ha stimolato l’interesse at­torno alla realtà virtuale, ma non soddisfa più le esigenze di chi vuole un servizio mira­to ed efficace. Chi ha un’attivi­tà commerciale o aziendale non trova il giusto ’trust’, le garanzie necessarie sui suoi in­terlocutori ». Cerboni, che ha poi dato vita ad una propria piattaforma 3D, Moondus, ave­va legato il suo nome all’orga­nizzazione di eventi artistici, dibattiti e iniziative promozio­nali per alcuni grandi marchi che poi hanno avuto ricadute e ritorno di immagine sui media tradizionali. «Oggi sarebbe im­possibile perché giornali e tv non si occupano più di Se­cond Life».

Mario Gerosa, giornalista e direttore di Ad , nel 2007 scriveva il libro «Second Li­fe » fotografando la realtà del metaverso e lo scorso anno ha dato le stampe «Rinascimento virtuale» (Meltemi Editore) ipotizzando un’evoluzione di questi mondi paralleli. «Second Life – è la sua analisi – è un mondo mol­to meritocratico e per questo precluso ad un pubblico di massa. E ha limiti anche per i meglio introdotti. La grafica at­tuale non soddisfa i più esigen­ti ed è venuta meno anche la capacità di innovazione. Proba­bilmente bisognerà attendere una nuova generazione di uten­ti e di creativi per avere un nuo­vo boom». «Resta però un am­biente dalle grandi potenziali­tà in campo artistico e educa­tional – aggiunge Simona Ca­raceni, docente di New Media alla Nuova accademia delle bel­le arti di Milano ”. Non essere più sotto i riflettori fa bene in primo luogo a Second Life, per­ché seleziona l’utente. una sorta di darwinismo informati­co ».

«Oggi uno strumento come Twitter offre un contatto più immediato con la gente – con­ferma Antonio Di Pietro, il lea­der dell’Idv, che nel marzo 2007 aprì un’isola nel mondo virtuale, da cui tenne anche una conferenza stampa ”. Se­cond Life resta, ma noi adesso puntiamo su Youtube: è la no­stra piccola televisione».

Berardo Carboni, regista no­to per «Shooting Silvio», ha re­alizzato un intero film in Se­cond Life, con attori seleziona­ti tra gli avatar: «Vola vola», co­sì si intitola, sarà presentato nelle prossime settimane nei festival. «Se Facebook prende il posto della vecchia mail – dice Carboni ”, Second Life è proprio un’altra vita. Qualcu­no la sostituisce di fatto alla propria e su questo c’è da riflet­tere ».

Concordano Paola e Chiara, che di Second Life hanno fatto una canzone. « un brano che vuole essere una critica a una società che spinge troppo su­gli individui e che fa venire lo­ro voglia di crearsi un’altra identità – spiega Paola Iezzi ”. Noi preferiamo Facebook: è un mezzo democratico, alla portata di tutti, dove non si ha bisogno di essere qualcun al­tro ».