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 2009  agosto 27 Giovedì calendario

AL MEGRAHI Abdelbaset Ali Mohmed

AL MEGRAHI Abdelbaset Ali Mohmed Tripoli (Libia) 1 aprile 1952. Ex agente segreto ed ex capo della sicurezza della Lybian Araba Airlines. Condannato all’ergastolo per la strage di Lockerbie (21 dicembre 1988, volo Pan Am, 270 morti di cui 189 americani). Malato terminale di tumore alla prostata, nell’agosto 2009 è stato liberato ed ha fatto trionfale ritorno in Libia • «[...] è stato giudicato colpevole nel 2000 da una corte scozzese riunita in Olanda che lo condannò all’ergastolo con un termine minimo di pena da scontare di 27 anni: fu un punto cruciale non solo della lotta al terrorismo ma dell’intera gestione dei rapporti - già tesi dopo l’epoca Reagan - tra i paesi occidentali e il regime di Tripoli. [...]» (Mauro Bottarelli, ”Il Riformista” 14/8/2009) • «[...] L’inchiesta sull’attentato all’aereo in volo da Londra a New York [...] si concentrò su due libici, appunto Ali al-Me grahi e il suo complice Al Amin Khalifa Fhimah. Il processo, che si tenne in Olanda nel 2001 con il rito scozzese, si concluse con una sorprendente sentenza: uno colpevole e uno ”not guilty”, quindi innocente secondo la legge. Però, lette le carte, bastava avere un po’ di buon senso per capire che i due imputati erano inscindibili come due gemelli siamesi. Quindi: o entrambi colpevoli o innocenti. La curiosa sentenza fece da preambolo a una clamorosa svolta. Gheddafi decise di indennizzare i familiari delle vittime, e da quel giorno, da sponsor del terrorismo, ridiventò un partner accettabile, anzi gradito: fine dell’embargo, ritorno a Tripoli dei capitali internazionali, e una lunga stagione di successi [...] Molti sospetti si sono affollati sulla sentenza, sull’improvviso e generoso ”pentimento” del leader libico, e sulla sua tempestiva riabilitazione. C’è chi ha sempre ritenuto che le responsabilità dell’attentato non fossero soltanto dei libici (al massimo esecutori materiali), ma anche di altri in area mediorientale, il cui coinvolgimento avrebbe potuto provocare gravi imbarazzi. Che il colonnello, risarcendo i familiari delle vittime, ha contribuito a cancellare. Di sicuro, la liberazione di al-Megrahi non contribuisce ad eliminare dubbi e sospetti. Al contrario: li accentua» (Antonio Ferrari, ”Corriere della Sera” 21/8/2009).