MICHELE SERRA, Repubblica 28/8/2009, 28 agosto 2009
[L´amaca di Michele Serra] - Il nomignolo di «Svastichella», a leggerlo e a sentirlo, lascia interdetti
[L´amaca di Michele Serra] - Il nomignolo di «Svastichella», a leggerlo e a sentirlo, lascia interdetti. E´ il nome di un nazista ma anche il nome di un buffone. Ha una radice tragica e orribile, che evoca lo sterminio, ma una confezione quasi allegra, da maschera popolare, Svastichella come Sganapino o Brighella. Rivela l´osceno cinismo con il quale una plebe trucida e stupida maneggia un Male del quale nemmeno indovina i connotati: è già da lunghi anni che nelle curve dell´Olimpico la svastica è una svastichella, un gadget gaglioffo, un tatuaggio, uno sghignazzo, è già da molti anni che il razzismo e l´omofobia sono materia da marciapiede, pestaggi, cori sbraitati dal branco, coltellate a chi capita, ma in fondo solo «pe´ divertisse», per tirare la giornata. Questa capacità, tutta italiana, di rendere cialtrona anche la tragedia è perfettamente espressa dallo Svastichella quando si scopre che è «seminfermo di mente» , a lui l´ha rovinato la psiche, come in un film di Sordi, e dunque ha sempre evitato la galera. Quanto fascio e quanto cialtrone non è dato sapere. Diciamo solo che entrambi gli ingredienti dell´impasto, molto nostrano, lo rendono disgustoso in pari misura.