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 2009  agosto 28 Venerdì calendario

«Abuso di posizione dominante» L’Antitrust indaga su Google News - Dopo la denuncia degli editori

«Abuso di posizione dominante» L’Antitrust indaga su Google News - Dopo la denuncia degli editori. La difesa: non siamo nemici, ma partner - ROMA – Il Garante della Concorrenza apre un’istrutto­ria sul motore di ricerca Goo­gle Italia per «abuso di posi­zione dominante», sulla scor­ta della denuncia presentata dagli editori italiani riuniti nella Fieg. L’accusa è rivolta in particolare a Google News, il motore che seleziona le noti­zie provenienti da diversi or­gani d’informazione e le ri­manda on line secondo criteri di priorità «non pubblici, re­golati da un algoritmo coper­to da segreto industriale». Se­condo la Fieg, «Google impe­direbbe agli editori di sceglie­re liberamente le modalità con cui consentire l’utilizzo delle notizie pubblicate sui propri siti Internet». Con la conseguenza che «i siti edito­riali che non vogliono appari­re su Google News verrebbe­ro automaticamente esclusi anche dal motore di ricerca Google». Ma non basta. Google, uti­lizzando contenuti prodotti da terzi, ha creato un portale d’informazione che si porreb­be «come sostituto» della pa­gina principale ( home page) dei principali siti d’informa­zione, in questo modo sottra­endo loro pubblicità. Anche perché, si spiega, cliccando sui singoli articoli il lettore viene riportato direttamente sul pezzo senza passare dalla home page del sito citato, pro­prio quella dove si trova la pubblicità. L’Antitrust, in considerazio­ne della «indiscussa leader­ship detenuta nella fornitura dei servizi di ricerca» da Goo­gle, ipotizza un «effetto distor­sivo sul mercato della raccol­ta pubblicitaria on line ». Il procedimento avviato due giorni fa si concluderà entro il 15 ottobre 2010. La prima reazione di Goo­gle Italy all’apertura d’istrutto­ria appare cauta ma configura già un primo nucleo della fu­tura difesa: «L’Antitrust - spie­ga il portavoce della società che nel 2007 ha realizzato rica­vi pari a 13 milioni di euro ­ha formulato una notifica. Stiamo raccogliendo ulteriori dettagli, benché sappiamo che la notifica sia relativa a Google News, un servizio che porta traffico e utenti ai siti dei giornali». Dall’altra parte, il presiden­te della Fieg, Carlo Malinconi­co, spiega che «gli editori so­no preoccupati dell’andamen­to complessivo del settore e, in questo scenario, diventa predominante la difesa della qualità del prodotto che costa e quindi non deve cadere vitti­ma di una svalutazione cui, ad esempio, un uso selvaggio su Internet potrebbe porta­re » . Insomma, secondo gli edi­tori, Google News, lungi da di­vulgare le notizie provenienti da altre fonti d’informazione, le cannibalizzerebbe. Dice Ma­linconico che «il 30% dei navi­gatori della rete esplorano Go­ogle News alla ricerca di con­tenuti editoriali, mentre i gior­nali non hanno alla fine un grande vantaggio di ritorno». Ma gli editori italiani non sono gli unici a aver ingaggia­to una battaglia contro il co­losso della rete. Negli Usa è sceso in campo niente meno che Rupert Murdoch, proprie­tario negli Usa del Wall Street Journal , del New York Post e delle tv Fox e Sky. Nell’aprile scorso il magnate australiano aveva espresso riserve su Goo­gle News: «Dovremmo per­mettergli di appropriarsi di tutti i nostri diritti di copia ­osservava - . Penso che se pos­siedi un marchio come il New York Times o il W all Street Journal puoi benissimo dire ’no grazie’, (visto che) il traf­fico generato dal servizio è del 10-15% sul totale, e non vale la pena». Di tutt’altro avviso l’ammi­nistratore delegato di Google, Eric Schmidt, secondo cui «i giornali dovrebbero vedere Google come un partner e non come un rivale, perché in­crementa i ricavi della pubbli­cità on line ». Intanto però nel 2007 il motore di ricerca ha stretto un accordo esclusivo con l’Associated Press di cui non si limita a ospitare i titoli ma interi lanci d’agenzia die­tro pagamento diretto.