Antonella Baccaro, Corriere della Sera 28/8/2009, 28 agosto 2009
«Abuso di posizione dominante» L’Antitrust indaga su Google News - Dopo la denuncia degli editori
«Abuso di posizione dominante» L’Antitrust indaga su Google News - Dopo la denuncia degli editori. La difesa: non siamo nemici, ma partner - ROMA – Il Garante della Concorrenza apre un’istruttoria sul motore di ricerca Google Italia per «abuso di posizione dominante», sulla scorta della denuncia presentata dagli editori italiani riuniti nella Fieg. L’accusa è rivolta in particolare a Google News, il motore che seleziona le notizie provenienti da diversi organi d’informazione e le rimanda on line secondo criteri di priorità «non pubblici, regolati da un algoritmo coperto da segreto industriale». Secondo la Fieg, «Google impedirebbe agli editori di scegliere liberamente le modalità con cui consentire l’utilizzo delle notizie pubblicate sui propri siti Internet». Con la conseguenza che «i siti editoriali che non vogliono apparire su Google News verrebbero automaticamente esclusi anche dal motore di ricerca Google». Ma non basta. Google, utilizzando contenuti prodotti da terzi, ha creato un portale d’informazione che si porrebbe «come sostituto» della pagina principale ( home page) dei principali siti d’informazione, in questo modo sottraendo loro pubblicità. Anche perché, si spiega, cliccando sui singoli articoli il lettore viene riportato direttamente sul pezzo senza passare dalla home page del sito citato, proprio quella dove si trova la pubblicità. L’Antitrust, in considerazione della «indiscussa leadership detenuta nella fornitura dei servizi di ricerca» da Google, ipotizza un «effetto distorsivo sul mercato della raccolta pubblicitaria on line ». Il procedimento avviato due giorni fa si concluderà entro il 15 ottobre 2010. La prima reazione di Google Italy all’apertura d’istruttoria appare cauta ma configura già un primo nucleo della futura difesa: «L’Antitrust - spiega il portavoce della società che nel 2007 ha realizzato ricavi pari a 13 milioni di euro ha formulato una notifica. Stiamo raccogliendo ulteriori dettagli, benché sappiamo che la notifica sia relativa a Google News, un servizio che porta traffico e utenti ai siti dei giornali». Dall’altra parte, il presidente della Fieg, Carlo Malinconico, spiega che «gli editori sono preoccupati dell’andamento complessivo del settore e, in questo scenario, diventa predominante la difesa della qualità del prodotto che costa e quindi non deve cadere vittima di una svalutazione cui, ad esempio, un uso selvaggio su Internet potrebbe portare » . Insomma, secondo gli editori, Google News, lungi da divulgare le notizie provenienti da altre fonti d’informazione, le cannibalizzerebbe. Dice Malinconico che «il 30% dei navigatori della rete esplorano Google News alla ricerca di contenuti editoriali, mentre i giornali non hanno alla fine un grande vantaggio di ritorno». Ma gli editori italiani non sono gli unici a aver ingaggiato una battaglia contro il colosso della rete. Negli Usa è sceso in campo niente meno che Rupert Murdoch, proprietario negli Usa del Wall Street Journal , del New York Post e delle tv Fox e Sky. Nell’aprile scorso il magnate australiano aveva espresso riserve su Google News: «Dovremmo permettergli di appropriarsi di tutti i nostri diritti di copia osservava - . Penso che se possiedi un marchio come il New York Times o il W all Street Journal puoi benissimo dire ’no grazie’, (visto che) il traffico generato dal servizio è del 10-15% sul totale, e non vale la pena». Di tutt’altro avviso l’amministratore delegato di Google, Eric Schmidt, secondo cui «i giornali dovrebbero vedere Google come un partner e non come un rivale, perché incrementa i ricavi della pubblicità on line ». Intanto però nel 2007 il motore di ricerca ha stretto un accordo esclusivo con l’Associated Press di cui non si limita a ospitare i titoli ma interi lanci d’agenzia dietro pagamento diretto.