Sandra Ricci, La Stampa 28/8/2009, 28 agosto 2009
Non studiare oggi quello che puoi copiare domani NORIMBERGA - Un bigliettino para-rigori. Forse qualcuno se lo ricorderà
Non studiare oggi quello che puoi copiare domani NORIMBERGA - Un bigliettino para-rigori. Forse qualcuno se lo ricorderà. il Mondiale di calcio del 2006, la partita dei quarti di finale tra la Germania, che gioca in casa, e l’Argentina finisce ai rigori e il portiere della nazionale tedesca, Jens Lehmann, stupisce tutti: a sorpresa, nell’istante prima dei decisivi tiri dal dischetto, sfodera dal parastinchi un fogliettino di appunti. Sul piccolo pezzo di carta si era segnato tutte le angolazioni e le tecniche utilizzate dai suoi avversari per battere i rigori. In questo modo prima di ogni esecuzione sa esattamente da che parte buttarsi. Riesce così a neutralizzare i tiri di Ayala e Cambiasso, la sfida si conclude sul 5 a 3 e la squadra di casa approda alla semifinale contro gli Azzurri. Come andò a finire lo sappiamo: i tedeschi non passarono il turno successivo, mentre l’Italia si laureò Campione del Mondo a Berlino. Invece gli appunti segreti del portiere della Germania, che nel 1998 aveva giocato per un breve periodo nel Milan, poco tempo dopo furono venduti all’asta per un milione di euro in beneficenza. Oggi quei bigliettini sono diventati parte di una mostra tutta dedicata agli stratagemmi per scopiazzare e copiare senza farsi beccare. A elevare al rango di arte la pratica che da sempre ha unito gli studenti di tutto il mondo è stato lo Schulmuseum (Museo della Scuola) di Norimberga, nel Sud della rigorosissima Germania. L’esposizione, che chiuderà a fine ottobre, raccoglie oltre mille tipi di bigliettini utilizzati negli ultimi cent’anni da studenti di ogni provenienza geografica, dalla Tanzania a Hong Kong, passando per la Giordania fino alla Costa Rica senza dimenticare, naturalmente, l’Italia. Tra le «opere» esposte, anche quelle di personaggi celebri, come per esempio Konrad Adenauer. Il futuro Cancelliere (dal ”49 al ”63) della Germania Occidentale, si scopre, era riuscito ad avere in anticipo la traccia del compito di tedesco all’esame di maturità, il nostro tema di italiano per intenderci. A Norimberga sono esposti proprio i bigliettini che il giovane Adenauer si era preparato la notte prima dell’esame per salvare in gran segreto la propria carriera sui banchi di scuola. Certo è che tutti i bigliettini della mostra rivelano minuziosi e lunghi lavori di preparazione al motto di «Non studiare oggi quello che puoi copiare domani». Negli anni però le strategie si sono trasformate e sono cresciute, fino a essere integrate dalle nuove tecnologie. La lunga carrellata delle più ingegnose trovate parte dall’orologio da polso usato da uno studente nel 1956: al posto dei meccanismi interni aveva una specie di spoletta per far scorrere lunghi rotolini di carta su cui erano incise tante formule chimiche in caratteri minuti. Per copiare la soluzione giusta, allo studente bastava ruotare la corona esterna e in questo modo i rotoli interni iniziavano a scorrere al posto delle lancette. C’è poi l’altrettanto macchinosa invenzione di una studentessa italiana di Farmacia. Il reperto, datato 1947, arriva da Padova e oggi è proprietà del Museo dell’Educazione dell’Università della città veneta. Si tratta di una serie di 32 rotolini che si sviluppano per una lunghezza complessiva di cinque metri, arrotolati da entrambi i lati e minuziosamente scritti. Questi rotolini, facilmente mimetizzabili, scorrendo veloci tra le dita permettevano di sopperire a qualunque vuoto di memoria. Una tecnica collaudata e ampiamente in uso nelle scuole superiori e anche nell’università patavina nell’immediato secondo dopoguerra. I rotoli sono lo strumento più sfruttato nella storia degli scopiazzatori. Non hanno però resistito all’avvento delle nuove tecnologie. Cellulari, mp3 e sms si stanno facendo strada tra le generazioni d’oggi. Testimonianza della nuova tendenza sono gli occhiali da sole supertecnologici utilizzati da uno studente di Norimberga nel 1996. Per superare l’esame di maturità aveva organizzato un sistema degno di James Bond. Agli occhiali aveva collegato una microscopica videocamera per riprendere la traccia del compito e inviarla senza l’utilizzo di alcun cavo ai suoi complici nel cortile della scuola. Questi poi avrebbero passato le soluzioni via radio a un auricolare sempre montato dentro agli occhiali. Un’operazione da vera e propria Spy Story. Un esempio da seguire? Gli organizzatori della mostra non negano l’utilità dei bigliettini. «Sono un metodo di apprendimento, magari un po’ più fantasioso di altri», dice il curatore Mathias Rösch. «Aiutano a fissare meglio le informazioni nella memoria e fanno passare la paura». Certo, a patto di non farsi beccare.