
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Su Alitalia il round di Air France si direbbe finito: iera, poco prima delle 19, monsieur Spinetta ha abbandonato il tavolo della trattativa ed è tornato a Parigi, formalmente per riferire ai suoi superiori. «Non posso accogliere le vostre proposte – ha detto agli otto sindacati – sono fuori dalle mie competenze». Un’ora dopo il presidente della Compagnia, Maurizio Prato, ha detto: «Ora va data una scossa, va presa una decisione forte. Ho fallito e devo dare un segnale personale». Passata un’altra ora si è dimesso. Stamattina si riunisce il cda dell’azienda.
• E che succede adesso?
Si farà ricorso alla legge Marzano. Vale a dire: il governo nominerà un commissario e questo commissario avrà il compito di risanare Alitalia e poi venderla, per intero o a pezzi. I creditori dovranno aspettare. I sindacati – che avevano terrore di questa soluzione – non avranno alcuna voce in capitolo. Naturalmente potranno premere politicamente su tutti, fare le barricate, indire scioperi generali, eccetera. Ma il commissario avrà sul serio le mani libere e dovrà affrontare questo solo problema: salvare il salvabile. Con questa complicazione: Alitalia perde, e più vola più perde perché è stata concepita e strutturata, negli ultimi vent’anni, per campare sulle spalle degli italiani, che l’hanno finanziata con le tasse e ne hanno sopportato tutti i capricci. La parola “capricci” si riferisce ai dirigenti, agli uomini politici a cui i dirigenti facevano riferimento (senza eccezioni), ai sindacati (senza eccezioni), al personale tutto che ha creduto volentieri alla favola che questo era il Paese dei balocchi in cui tutto era possibile. Del resto, un anno e mezzo fa, quando cominciarono le procedure di vendita, il segretario della Cgil affermò che «chi comprerà Alitalia non dovrà farlo per soldi». So di aver già citato questa frase e non mi stancherò di ripeterla perché fa luce piena sul criterio fariseo che ha guidato tutti i soggetti in campo. Ieri, mentre si chiudeva drammaticamente la partita, Franco Giordano si permetteva di disquisire sul piano di Spinetta a suo dire poco rispettoso delle esigenze dei lavoratori. E un gruppo di dipendenti di Atitech bloccava l’aeroporto di Capodichino perché voleva essere compreso nel «perimetro Alitalia». I sindacati gli hanno dato ampie assicurazioni. E mezz’ora dopo sono stati mandati a quel paese.
• Ma qual è stata la ragione della rottura?
Gli otto capi sindacali avevano presentato a Spinetta un contro-piano. In due parole: il settore cargo doveva restare in funzione come adesso, gli aerei nuovi andavano comprati prima, soprattutto Air France avrebbe dovuto accettare di far entrare nell’azionariato Fintecna. Questa azienda – la Finanziaria del ministero dell’Economia – avrebbe partecipato all’aumento di capitale non versando denaro, ma conferendo Az Service, la società di servizi di cui, oltre tutto, Air France si vuole liberare. Spinetta avrebbe dovuto dir di sì prima di mezzanotte, dato che quella era l’ora fissata dal ministero del Tesoro per chiudere la trattativa. Ma si rende conto? In due ore l’uomo di Air France avrebbe dovuto accettare il valore patrimoniale dato dai sindacati ad Az Service e rassegnarsi all’ingresso di un socio non previsto. E questo senza informare il suo consiglio d’amministrazione! Il piano oltre tutto aveva un solo obiettivo, chiarissim garantire la sopravvivenza politica dei capi-sindacali, destinati altrimenti a uscire di scena.
• Ma perché il presidente Prato voleva che la trattativa si chiudesse così presto?
Non ci sono più soldi. Le mosse di chi si prenderà la responsabilità legale dell’azienda sono, da questo momento in poi, dettate dal codice civile. Non sottovaluti il fatto che i francesi avevano promesso di non intraprendere azioni di responsabilità né nei confronti di Prato né nei confronti dei suoi predecessori. Guardi che quello era un bel sollievo.
• E Berlusconi? Non ha colpe?
Berlusconi ha sfruttato la situazione elettoralmente e ha tirato dei colpi bassi. Le oscillazioni del titolo, che hanno sicuramente fatto guadagnare dei bei soldi a qualcuno, non sono solo colpa sua. E comunque, come ieri le ho detto che il governo Prodi s’è mosso molto bene sul caso Expo, le ribadisco oggi che sulla vendita di Alitalia ha dato il peggio di sé.
• La cordata non esiste?
Magari, se Berlusconi andrà a Palazzo Chigi, salterà fuori. L’Expo ha reso Alitalia e Malpensa più interessanti. E c’è un sacco di gente che deve avere sostegno dal futuro governo e può rassegnarsi a perdere qualcosa da un lato se c’è da guadagnare da qualche altra parte. Ma non speriamoci troppo. Le elezioni sono ancora lontane e Alitalia ha l’acqua alla gola. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 3/4/2008]
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