Attilio Geroni, Il Sole-24 Ore 3/4/2008, pagina 15, 3 aprile 2008
A Parigi l’arte è a tasso zero. Il Sole-24 Ore, giovedì 3 aprile Parigi. Non è solo questione di Pil
A Parigi l’arte è a tasso zero. Il Sole-24 Ore, giovedì 3 aprile Parigi. Non è solo questione di Pil. La Cina ha strappato l’anno scorso alla Francia il terzo posto tra i più importanti mercati internazionali d’arte, dietro Stati Uniti e Gran Bretagna. Un sorpasso che brucia. E che ha indotto Parigi a correre ai ripari, per rinverdire i fasti di un tempo ormai lontano. Il ministro della Cultura Christine Albanel ha presentato ieri al Consiglio dei ministri 35 proposte per rilanciare il mercato dell’arte in Francia, che cresce a un ritmo annuo del 13% contro una progressione del 36% a livello mondiale. Il Governo da un lato vuole stimolare la nascita dei collezionisti privati e dall’altro favorire le attività delle case d’asta liberandole da alcune pesantezze burocratiche che ne limitano la competitività. La prima idea, quella destinata a far discutere maggiormente, si ispira a quanto hanno già fatto gli inglesi: un prestito a tasso zero, compreso tra i 7 e i 10mila euro, riservato agli acquisti di opere d’arte. Le banche non resteranno però a bocca asciutta. I mancati guadagni sugli interessi e i costi saranno compensati da deduzioni fiscali, regolate nell’ambito dell’attuale legge sul mecenatismo, destinata a sua volta a essere modificata per favorire gli acquisti da parte delle piccole e medie imprese e dei liberi professionisti. Sul piano fiscale altre due misure sono in discussione: l’estensione ai privati degli sgravi per le transazioni che coinvolgono beni considerati patrimonio nazionale, ora limitati alle aziende; la possibilità di dare in pagamento un’opera d’arte per l’imposta sui redditi, strumento ora riservato solo alla patrimoniale e ai diritti di successione. L’altro aspetto riguarda un miglioramento delle condizioni operative delle case d’asta. Il ministro vuole autorizzare le vendite dirette e introdurre un sistema di prezzi garantiti ai venditori, a prescindere dal valore raggiunto dal bene in fase di aggiudicazione, nonché permettere alle case di diventare proprietarie dell’opera nel caso l’asta non vada a buon fine. La Albanel ha in gran parte recepito le indicazioni del rapporto consegnatole pochi giorni fa da Martin Bethenod, direttore della Fiera Internazionale d’arte contemporanea, e dovrà conciliare le proposte con la trasposizione in corso della direttiva europea sui servizi. Prevede inoltre di allineare la normativa francese sui diritti di rivendita, un’imposta versata agli autori e ai loro eredi per tutti passaggi di proprietà successivi alla vendita iniziale e che la Gran Bretagna applica soltanto agli artisti viventi. In un mercato mondiale che nel 2006 ha registrato transazioni per 43,3 miliardi di euro, il Regno Unito è al secondo posto con una quota del 27%, preceduto dagli Usa (46%) e, dall’anno scorso, seguito dalla Cina (6%). La Francia è stata relegata in quarta posizione, con il 5%, insostenibile per un Paese che si vanta di produrre cultura come pochi altri al mondo, e che ha il più importante collezionista privato d’arte contemporanea, il miliardario François Pinault, tra l’altro proprietario di Christie’s. Basterà la cura del ministro Albanel per trasformare la Francia in un Paese di piccoli collezionisti? E basterà questo a farle riconquistare il podio? Difficile, sostengono gli esperti, poiché nel mercato dell’arte è in corso una redistribuzione geografica senza precedenti, ovviamente a favore degli emergenti. Attilio Geroni