Umberto Mancini, Il Messaggero 3/4/2008, 3 aprile 2008
Umberto Mancini per ”Il Messaggero” A Francoforte non hanno mai smesso di crederci. E adesso, dopo la clamorosa uscita di scena di Air France, stanno scaldando i motori per tornare in gioco da protagonisti
Umberto Mancini per ”Il Messaggero” A Francoforte non hanno mai smesso di crederci. E adesso, dopo la clamorosa uscita di scena di Air France, stanno scaldando i motori per tornare in gioco da protagonisti. I tedeschi di Lufthansa, che pochi mesi fa avevano partecipato alla gara per l’acquisizione della nostra compagnia di bandiera, hanno il dossier aperto sul tavolo. E già ieri sera, secondo quanto risulta a Il Messaggero, pochi minuti dopo l’annuncio di Spinetta, hanno cominciato a ragionare su come avviare la procedura di avvicinamento ad Alitalia. Il patron di Air France, Spinetta Per arrivare, in tempi rapidi, ad un accordo condiviso, globale e strategico. Non è escluso che nelle prossime ore, nella massima riservatezza, vengano avviati i primi contatti informali con le autorità italiane e, in un secondo tempo, con i sindacati. Di certo l’esperienza dei francesi potrà essere utile per evitare di compiere passi azzardati. I tedeschi sono infatti decisi a scoprire le carte solo quando il quadro politico sarà più chiaro e, ovviamente, dopo un attenta analisi dei conti del pianeta Alitalia. Per questi viaggeranno a fari spenti. Consapevoli dei rischi e di un eventuale ritorno di fiamma di Parigi, magari in extremis. Fonti vicino al dossier ricordano comunque che la compagnia guidata da Wolfgang Mayrhuber ha sempre seguito con attenzione l’evolversi della trattativa. In sostanza, i tedeschi sono stati alla finestra in attesa di sviluppi, ma hanno contestualmente evitato di pestare i piedi ai concorrenti francesi. Adesso, naturalmente, cambia tutto. Wolfgang Mayrhuber Prudenti per natura gli uomini di Lufthansa non vogliono però affrettare i tempi. Tante le variabili oggetto in queste ore di attenta analisi. Prima di tutto quelle politiche, con il delicato passaggio delle elezioni politiche ormai alle porte, le mosse di Berlusconi e quelle di Veltroni. Dichiarazioni, specialmente quelle del leader del Pdl, che in questi giorni sono state vagliate e radiografate. Click here to find out more! Ma la condizione-chiave per scendere in pista era ed è sempre stata legata al fallimento della trattativa con Air France. Fallimento che si sta consumando dopo il ”no” dei sindacati al piano di Spinetta e, fatto non secondario, all’ostilità dichiarata di Silvio Berlusconi. Dati incontrovertibili. Che si uniscono alla necessità, ribadita recentemente proprio dal numero uno di Lufthansa, di crescere su un mercato appetibile come quello italiano. Anche in vista delle prospettive che l’Expò di Milano può creare in termini di traffico aereo e fatturato. I tedeschi, qualora dovessero arrivare al traguardo, punteranno comunque forte sopratutto su Fiumicino, considerato lo snodo principale, l’hub da valorizzare, in questo condividendo la scelta già fatta dai francesi. Per Malpensa immaginano invece uno scenario diverso. Comunque di sviluppo. Sotto il profilo economico Lufthansa si sente tranquilla. «Abbiamo i mezzi - ha spiegato Mayrhuber - tecnici e finanziari per procedere ad acquisizioni e le giuste motivazioni per farlo». Parole pronunciate solo 20 gionni fa. Ora diventate attualissime. Carlo Toto © Foto La Presse Ma i tedeschi scenderanno in campo da soli o con una cordata tricolore? La scelta ovviamente non è stata ancora compiuta, ma una partnership è una ipotesi molto realistica. Lo schema potrebbe essere questo: un socio industriale internazionale forte, i tedeschi appunto, insieme ad un pool di industriali e, magari, alla Air One di Carlo Toto. Proprio quest’ultimo ha accolto certamente con soddisfazione l’addio dei francesi, che ha considerato sin dall’inizio della gara, fin troppo favorito dal governo. Di fatto lo scenario che si profila riapre anche per Air One nuove possibilità. Dal quartier generale della compagnia non trapelano dichiarazioni ufficiali, ma i collaboratori più stretti dell’imprenditore fanno sapere che un piano industriale, aggiornato ed implementato, è già pronto a decollare. Anche qui a patto che il quadro politico si chiarisca. In maniera definitiva. Così come lo scenario legato alla sorte di Alitalia, appesa all’amministrazione straordinaria.