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 2008  aprile 03 Giovedì calendario

E per proteggere i leader scatta la caccia ai cani randagi. Corriere della Sera 3 aprile 2008. Il più grosso rischio per la sicurezza dei leader degli oltre 50 Paesi, che prendono parte direttamente o indirettamente al vertice della Nato? Dimenticate i terroristi, in un Paese di onorata tradizione poliziesca

E per proteggere i leader scatta la caccia ai cani randagi. Corriere della Sera 3 aprile 2008. Il più grosso rischio per la sicurezza dei leader degli oltre 50 Paesi, che prendono parte direttamente o indirettamente al vertice della Nato? Dimenticate i terroristi, in un Paese di onorata tradizione poliziesca. E immaginatevi invece un esercito incontrollabile di cani randagi. Cento, forse 200 mila, che dai tempi di Nicolae Ceausescu infestano la capitale romena. Si aggirano in branchi, assalendo i passanti isolati e perfino le automobili ferme ai semafori, addentando i copertoni delle ruote. Secondo dati del Comune, 9 mila persone vengono morse ogni anno a Bucarest dai presunti amici a quattro zampe. Il problema è diventato più grave negli ultimi mesi, dopo che una legge ha proibito l’eutanasia per i randagi, mentre la congestione dei canili non ne ha consentito più la cattura. Così, per il più grande vertice nella storia dell’Alleanza l’emergenza-cani è stata la priorità assoluta. Preoccupati che i più intraprendenti di loro si scagliassero contro la «motorcade » di qualche statista, orripilati dal pensiero che toccasse agli agenti di George Bush misurarsi con un nemico sconosciuto e imprevedibile, i responsabili della sicurezza romena sono corsi ai ripari, ordinando una gigantesca retata. Migliaia di randagi sono stati catturati e portati in canili provvisori, attrezzati di fretta alla periferia della capitale. Di più, accanto ai 23 mila poliziotti schierati per le strade della città, i dirigenti romeni hanno letteralmente sguinzagliato una trentina di accalappiacani, col compito di pattugliare le strade principali, quelle usate dalle autocolonne o battute dai delegati che vanno a piedi dagli alberghi al Palazzo del Popolo. Quella dei randagi è una delle eredità più longeve del Conducator. La popolazione canina esplose quando Ceausescu avviò il suo megalomane piano urbanistico, abbattendo decine di case del centro e dislocandone gli abitanti in nuovi complessi dagli appartamenti minuscoli. Senza spazio per i cani, la gente non ebbe altra scelta che abbandonarli. Il repulisti sembra aver funzionato. Nel centro cittadino almeno, non abbiamo visto l’ombra di un randagio. «Ma torneranno appena finito il vertice», dice Simona, 31 anni, una signora che ha lavorato all’altra grande operazione di questi giorni: lo spostamento dei senza tetto e dei vagabondi in appositi centri di accoglienza, costruiti fuori Bucarest. Ma questa è un’altra storia, che non c’entra con la sicurezza. P. Val.